Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbassarmi

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Malombra

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Fogazzaro, Antonio 1 occorrenze

Bada bene, non per gelosia di ereditiera in pericolo; non so abbassarmi a queste cose, non le comprendo neppure. E basta. Cosa faccio? Sempre la stessa vita. Leggo, suono, scrivo, passeggio, vado in barca, e adesso mi batto anche alla pistola con la noia. Alla lettera! Sai le belle pistole da sala che il povero papà aveva regalate a miss Sarah e a me? Dopo quattr'anni mi son ricordata d'aver qui le mie e tiro sulle statue del giardino, specialmente sopra una Flora annerita che somiglierebbe tutta alla mia istitutrice, se riuscissi a farle un viso butterato come aveva lei. Mi piglio poi dei divertimenti extra. Per esempio, una sera o l'altra voglio andar io al rendez-vous notturno che il vecchio medico ridicolo del paese cerca ottenere da Fanny. Mi affretto di dirti che aspetto la luna. Oh, e la corrispondenza amorosa? Troncata, mia cara, troncata netta dall'ultima lettera di Lorenzo che mi hai spedita. Così non avrai più scrupoli, non farai più ritirar lettere ferme in posta, almeno per conto mio. Egli voleva una passione azzurra, un legame filosofico sentimentale alla tedesca, figurati! e si è offeso del mio tono leggero, mi ha scritto, per rompere, una tirata piena di fuoco e d'orgoglio con certe sciabolate che vi gettano un ghiaccio nel sangue. Mi fa l'onore di attribuirmi qualche spir ito; e poi, giù una sciabolata: cos'è lo spirito? Un vano e freddo luccicare di acque percosse dalla luna. Io domando: se le acque che luccicano sono lo spirito, cos'è la luna? Anch'essa è fredda, ma non è vana, è reale e solida. Che il luccicare dello spirito non venga da qualche freddo lume di verità, da qualche alta e desolata negazione! Allora lo detesto anch'io come questo pedante di Lorenzo, perché credo, non però come quando ci trovavamo all'ultima messa di S. Giovanni alle Case Rotte; molto diversam ente. Non c'è più nessuno che mi possa dire: Mademoiselle! Ah se tu sapessi, Giulia, cosa vi è nel mio cuore e quale tormento sono le insonnie per me! Ma né tu né altri mai lo saprà. Perdonami, ti bacio un momento e vado alla finestra a sentir discorrere le onde. Ritorno a te. - Fortunatamente le onde hanno una voce monotona, sono poverissime d'idee e si ripetono a sazietà; pare che recitino il rosario. E il sonno viene, viene con le ombre leggere della contessa Fosca, del conte Nepo e dei loro bauli. Addio, myosotis. Marina Poi ch'ebbe scritta questa lettera nervosa, donna Marina si alzò, andò a contemplarsi in uno specchio. Dall'ampio accappatoio usciva, come da una nuvola bianca, il collo sottile, elegante, e fra due fiumi di capelli biondo-scuri, ove lucevano due grandi occhi penetranti, fatti per l'impero e per la voluttà. Il viso, il collo, il seno, di cui si vedeva una riga tra il bianco, avevano lo stesso pallore caldo. Si guardò un momento, si gittò alle spalle con una scrollata di testa i due fiumi di capelli e chi sa quanti pensieri torbidi, andò a posar la candela sul tavolino da notte, picchiando forte il marmo con l'argento, come per fare oltraggio al silenzio e alla solitudine. Ed ora che, perseguitata nel sonno da qualche tenace inquietudine, elle dorme agitando di frequenti sussulti le lenzuola, mentre tutti gli abitatori del vecchio Palazzo dormono pure, parliamo a voce bassa di donna Marina e di quello che aveva in cuore.

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