Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il successo nella vita. Galateo moderno.

173184
Brelich dall'Asta, Mario 6 occorrenze
  • 1931
  • Palladis
  • Milano
  • Paraletteratura - Galatei
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Di notte bisogna abbassare la luce e smettere ogni conversazione per non disturbare il sonno degli altri. Per un passeggero di seconda classe il mangiare nello scompartimento è una cosa poco distinta, qualora si trovi nel convoglio una carrozza ristorante. I passeggeri di terza classe generalmente non hanno i mezzi per far uso di questo servizio e perciò devono mangiare nello scompartimento; tuttavia essi dovrebbero osservare le regole del buon contegno e non mangiare ininterrottamente durante tutto il viaggio. Il pasto dovrebbe essere preparato in precedenza e più pratici di tutto sono i panini imbottiti. Assai poco estetico è il vedere la gente mangiare tenendo tra le mani, pane, coltello, salumeria grassa con la relativa carta, ciò che frequentemente si nota anche da persone che sembrano di ceto elevato. Quando si suppone che un compagno di viaggio sia sprovvisto di cibi e dimostri appetito senza avere la possibilità di procurarsene, sta bene offrirgli delle proprie provviste. Ciò dev'essere fatto naturalmente con la dovuta cortesia ed il cibo offerto non dev'essere stato toccato colle mani. Se il compagno rifiuta, non è motivo di risentirsene, ma un'insistenza è fuori posto. Naturalmente non si offre mai da bere nel bicchiere da cui si ha già bevuto. Non sta bene guardare con insistenza le persone che mangiano, nè i loro bauli o zaini aperti. Gli avanzi non vanno gettati sotto i sedili o lasciati sopra di essi, ma gettati fuori dal finestrino però non durante le soste alle stazioni o nel passaggio attraverso l'abitato. Con oggetti contundenti, bottiglie, scatole, ecc. si deve essere cauti per non ledere nessuno. Se qualcuno è al finestrino, non si devono gettare oggetti davanti al suo viso, ma alzarsi, andare al finestrino stesso e sporgere la mano fuori. Bisogna badare anche che l'oggetto gettato dal finestrino non venga portato dalla corrente d'aria nello scompartimento vicino. Ciò vale particolarmente per i liquidi, e purtroppo non è superfluo menzionare che per questa ragione non si deve mai sputare dal finestrino.

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Se il datore di lavoro approfittasse della mancanza di lavoro, per abbassare gli stipendi, nondimeno la riduzione della propria attività per ottenere un miglioramento non sarebbe motivata, perchè ciò porterebbe probabilmente soltanto ad una riduzione del personale. L'esecuzione trascurata del lavoro o altri errori commessi, non devono venir giustificati con ogni genere di scuse. Da un personale fidato si può ben pretendere che risponda della propria attività riconoscendo apertamente i propri errori. Naturalmente una seria giustificazione può essere sempre addotta in tono remissivo. Quando non si riesce a giustificarsi, si chiede cortesemente scusa per l'errore commesso. Verso i superiori bisogna essere molto cortesi, senza però abbandonarsi al servilismo. Parlando col principale di affari, conviene serbare la calma ed essere breve e conciso. Al capo-ufficio spetta da parte di tutti i dipendenti il trattamento dovuto ad un superiore e in questo riguardo non fanno eccezione nemmeno le donne. In ufficio l'impiegata saluta per la prima il principale, mentre per strada, o comunque fuori dell'ufficio, un principale distinto saluterà per primo le proprie dipendenti. Anche se un dipendente fosse privatamente in rapporti amichevoli o di parentela con il principale, deve evitare di sfruttare queste aderenze personali nella vita professionale. Nello stesso modo deve conservare il debito rispetto anche l'impiegato che si trova da molti anni alle dipendenze della casa. Naturalmente il dipendente, conversando col principale nel suo studio, non deve mai sedersi senza essere invitato. Entrando in un locale o salendo in una carrozza, spetta al superiore di grado la precedenza ed in caso di uguaglianza di gradi al più anziano. Se però il superiore invita il dipendente a precederlo, questi lo faccia senza esitazione, perchè il dipendente deve ubbidire in ogni circostanza e l'inopportuna ossequiosità può divenire antipatica. Per tutto il rimanente non si deve dimenticare che anche il principale va soggetto ad influenze e di conseguenza le cure famigliari e le preoccupazioni d'affari, nonchè lo stato di salute potranno avere una certa influenza sulla sua condotta. Se un dipendente s'accorgesse d'un errore commesso dal principale - specialmente trattandosi d'un errore che potrebbe arrecare danno all'azienda, non solo ha il diritto, ma anche il dovere di richiamare con tatto la sua attenzione sull'errore. Naturalmente non parliamo di piccoli errori insignificanti che non devono venir sfruttati per darsi maggiore importanza, poichè sarebbe mancanza di tatto il rendere inutilmente pubblica una distrazione del principale. Ritenendoci per qualsiasi circostanza trattati ingiustamente, si regoli la propria posizione a mezzo di un colloquio diretto col principale, sempre nel tono della massima cortesia e riguardo. Ciò può fruttare un accordo duraturo. Comunque, le scorrettezze degli altri non possono essere eliminate affrontandole con altre scorrettezze. In ufficio è necessario comparire con lo abbigliamento e con la persona accurata, particolarmente quando si è incaricati di trattare con la clientela. Nelle banche e nei negozi più distinti il personale indossa il migliore abito. Anche nella vita privata il dipendente deve aver riguardo verso la propria ditta e soprattutto se la posizione è rappresentativa, è necessario un tenore di vita privata, in base al quale nessuno possa fare delle deduzioni sfavorevoli per l'azienda.

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Incrociare le braccia innanzi al petto, abbassare i calcagni ed emettere il respiro (12). i) Distendere il corpo supino, alzare il piede sinistro tendendo la gamba, e poi abbassarlo (13); lo stesso col piede destro. l) Posizione supina; tirare a sè nello stesso tempo ambedue le gambe, tenendo uniti i ginocchi (14); spingere le gambe in fuori. m) Posizione bocconi; toccare il suolo soltanto con le mani e con le punte dei piedi (15); piegare le braccia, lentamente abbassare e di nuovo sollevare il corpo. n) Posizione supina (16), appoggiare le mani ai fianchi, lentamente sollevare il corpo superiore in posizione verticale, quindi lentamente ricoricarlo (17). o) Dalla posizione prima, tendere le mani in sù, spingere il piede sinistro indietro (18); ripetere lo stesso col piede destro. Questi esercizi, come ogni sorta di ginnastica, vengano eseguiti in un abbigliamento quanto più leggero, possibilmente del tutto nudi. Difatti la parola ginnastica deriva dal greco « gymnas » (nudo), il che dimostra che quest'arte veniva originalmente esercitata col corpo nudo.

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Una persona distinta camminando, guarda sempre diritto innanzi a sè, senza guardare le nuvole, nè abbassare lo sguardo timidamente verso terra. Se per qualche motivo si deve volgere lo sguardo a destra, a sinistra o all'indietro, si rallenta il passo per non urtare nessuno dei passanti. Non si deve però neanche fermarsi all'improvviso, perchè ciò potrebbe parimenti cagionare una collisione con chi ci viene dietro. Ed ora, cortesi lettori, state bene attenti! Siate sempre molto cauti se camminate su strade popolate, e badate alla circolazione. Uno che va per strada fantasticando come se sognasse non soltanto perde il godimento delle eventuali bellezze e cose degne d'essere viste, ma può anche trascurare un saluto ad un conoscente, ciò che può essere interpretato falsamente dall'altro. Ma, se per caso, qualcuno

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Stampa - Giornalismo Peste della patria è il giornalismo che accetta le notizie senza vagliarle, quando pur non le invita, per far alzare ed abbassare la rendita, per iscalzare un ministro o un deputato: loda e critica per partito, svisa i detti, maligna sulle intenzioni dell'avversario, vende la coscienza. C. Cantù, Attenzione. Quanto bene potrebbero fare le gazzette con quella loro smisurata diffusione e colla popolarità! ma quanto male fanno col palleggio di lodi e di vituperi, colle passioni che accaniscono, collo scontento che diffondono, colla calunnia che avventano! C. Cantù, Ivi. Il pubblicista è il vero seminatore della parabola e produce gli stessi effetti. Molte delle sue sementi andranno perdute, ma qualcheduna caduta su buon terreno fruttificherà. Pacico Valussi. Coloro che dicono il più gran male de' giornali e dei giornalisti sono quelli che ne mendicarono o sperarono la lode e il suffragio e non l'ottennero. G. Piacentini.

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