Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

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Documenti umani

244705
Federico De Roberto 1 occorrenze
  • 1889
  • Fratelli Treves Editore
  • Milano
  • verismo
  • UNICT
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"Se l'ora dell'angoscia scocca per voi, se l'unghia del dolore vi lacera le carni; ecco ogni ardire si fiacca, la viltà vostra vi fa abbassare la fronte e piegare i ginocchi; allora, allora soltanto voi tendete le mani congiunte ad un cielo prima schivato.... Cessi il dolore, scomparisca il pericolo, lo scettico o l'indifferente sorriso errerà nei vostri sguardi. "O ciechi affidamenti! o folli aberrazioni! Dal primo istante di vita, voi portate il vostro proprio lutto; fin dalla culla i vostri piedi stanno sulle soglie della morte. Il tempo v'inghiotte istante per istante; come le goccie d'acqua della clepsidra i vostri giorni se ne vanno l'un dopo l'altro; invano tentereste di arrestarne uno solo, voi potete soltanto contarli - e quando essi saranno tutti trascorsi, saranno fatti eguali all'attimo alato. Voi chiederete appena: Qual'ora è? - e la voce dell'Ignoto risponderà: L'Eternità.... "O uomini, o miei fratelli, mettete la vostra mano nella mia. Essa è scarna e tremante; nondimeno non chiede un appoggio. Io voglio guidarvi, io voglio farvi mirare uno spettacolo nuovo. "Nella solitudine nuda, quando nessuna cosa attrae l'occhio sulla terra, gli sguardi amano errare per le plaghe del cielo. Le nuvole vagabonde v'intrecciano i loro corsi: ed ecco in quelle forme ed in quelle colorazioni sono tutte le imagini del mondo. Tal fiocco leggiero naviga tranquillamente nell'azzurro, come nave cui sieno propizie le onde; tali plumbei ammassi spumosi sono un mare flagellato dalla tempesta. All'alba, piccole forme dorate, come alati messaggieri, dispiegansi alla luce saliente; al tramonto, fosche vampe si slanciano dall'occidente, si perdono in una caligine densa, come se l'orbe s'incendiasse. E sono ancora candori abbaglianti, come di campi nevosi, come di giogaie iperboree; e sono ancora immense fuliggini, come tediose tele di ragni colossali; e sono ancora monti di porpora e d'oro, miserabili cenci sdruciti, scaglie opaline di madreperla, ghirlande di rose, mucchi di sassi. Sorgono dall'ampia cerchia dell'orizzonte mutevoli forme; linee ondulate di lenitane colline, picchi superbi, rocche munite; aerei ponti si slanciano arditi, lunghi fiumi serpeggiano, isole e continenti si formano. Non reclinereste voi la stanca testa su quel morbido, voluttuoso guanciale? Qual pastore guida quell'armento sterminato? Di che sangue è tinta quell'immensa spada gocciolante?... Cozzano formidabili Titani, gonfi d'odio e di livore; s'intrecciano ali leggere che l'amore sospinge.... E tutto questo è un po' di vapore, un soffio: i monti s'adeguano, le rocche crollano, le rose si sfrondano, le spade si spezzano; tutto svanisce e tutto ricomincia.... Simigliante è lo spettacolo della vita; nel mare dell'essere tutto è soffio, è parvenza.... "Anch'io, anch'io misi un gran prezzo a tutto ciò che vi preme di più, anch'io amai e odiai, anch'io sognai la potenza e la gloria. Un po' del mio cuore è rimasto da per tutto lungo la strada, e la mia memoria è popolata e rumorosa come un alveare.... Dov'è la casa che mi vide nascere, il tetto che riparò la mia culla, il focolare intorno al quale il mio spirito cominciava a destarsi, sognando di fantasmi e di eroi? Distrutta, lontano! Dove sono i fiori che l'amore falciava nella stagione felice? Appassiti, dispersi.... O lacrime invano versate! O più vani sorrisi! Che cosa avanza di tante energie? Delle rughe sulla mia fronte, che in breve spariranno con me.... "Come nel profondo silenzio i suoni più flebili acquistano una straordinaria intensità: l'aliare di un insetto, il cader d'una fronda; così all'occhio di chi vede la morte vicina le cose più trascurate hanno sole un alto valore. Non più gl'interessi che si chiamano grandi, non più le passioni che si dicono forti hanno seduzioni per me. Savio era Lemminkainen, l'eroe che, partito ad espugnar la Pojola, vinto a mezza via dalla noia, dalla paura e dal dolore, si fabbricò un nero cavallo fatto di fastidii, con una briglia composta di giorni tristi ed una sella d'angosce, e se ne tornò presso la madre. La madre è la natura, e sono le sue semplici vicende, il nascere e il morire del giorno, il germogliare e l'appassire del verde, le cangianti voci del vento e del mare, le sinfonie delle colorazioni, l'accendersi e lo sfolgorare degli sguardi astrali che lo spirito mio ansioso segue. "Interrogate, o voi cui morde l'enimma, questa infinita natura, sempre varia ed identica sempre: forse intorno a voi purissime essenze aleggiano irrequiete, dolenti della vostra trascuranza; forse in ogni atomo vibra una vita che vuol esser compresa. "Interrogate, interrogate la storia, chiedete ad ogni religione la sua filosofia, aspirate ad un olimpo, ad un nirvâna, ad un paradiso. Mille risposte si son date all'enimma, e chi sarà tanto ardito da dire: Io solo sono nel vero? "Qualcuno esiste. "Qualunque sia il nome dato alla sovrana potenza, essa permane, eternamente immutabile. Microscopici insetti annaspanti sopra un grano di miglio, noi siamo nella sua piena balia. Un soffio ci disperde, un turbine travolge col nostro miriadi di mondi, di su, di giù, per gli spazii infiniti.... La notte è formidabile; nell'oscurità formicolante di astri uno sguardo pertinace, inflessibile, sembra pesar su di noi. "Ma, ignoranti, noi abbiamo una grande scienza; deboli, disponiamo d'una forza grandissima. Essa è la Preghiera. Che importa la natura e la forma del Dio, se possiamo intrattenerci con lui, se possiamo fargli l'olocausto dell'anima? "La Preghiera è divina: la Parola che s'innalza al trono di Dio partecipa della sua divinità. Nel cielo di Brahma essa si confonde con lui. - Io son la regina, canta negli inni del Rik; io porto Mitra, Indra, Agni, gli dei Asvini e gli altri tutti. Per mezzo degli Dei io sono presente in tutte le cose e penetro tutte le cose. "Che cosa sarebbe rinunziare al mondo, mortificarsi, vestire di cenci cuciti insieme raccattati nei cimiteri o fra le immondizie, vivere di elemosine non chieste, soffocare ogni istinto, per amore dell'eterna salute?... Ebbene basterà che preghiate. In ginocchio, pregate! Pregate per voi e pei vostri fratelli, pei morti e pei nascituri!. La preghiera sarà la colonna di vapore e di fuoco che vi guiderà giorno e notte; sarà il Sinai sul quale la Legge vi verrà rivelata.... Siate umili, fatevi più piccoli ancora di quel che non siete; accettate ciò che è, benedite le gioie ed i dolori; soffrite la vita, adorate la mano che vi accarezza e che vi flagella. E le vostre inquietudini svaniranno, voi sarete affrancati dai vostri terrori. Venga ora la morte, essa non avrà virtù di turbarvi; sereni voi vi chinerete sulla faccia dell'abisso.... "Bestemmiate ancora, ribellatevi se vi credete zimbello d'uno stolto potere, se stimate che vi fu data una vista illusoria poichè la verità è stata inescrutabilmente nascosta! La bestemmia è una preghiera al rovescio, ribellarsi è un modo di credere, l'angelo caduto ha anch'esso la sua grandezza, e tutto, tutto è preferibile alla limacciosa indifferenza dove s'impantanano le anime vostre.... "Guai a voi che nessuna cura del futuro non morde! Guai, guai al secolo che non scruta il problema dei destini! Quando l'ora fatale sarà scoccata, quando voi sarete per naufragare nel mare dell'immensità, non sarà il vostro orgoglio, non sarà la vostra potenza terrena, non saranno i vostri vani piaceri che vi daranno soccorso! Nel commercio della vita, nel cozzo delle passioni, non saranno essi che vi additeranno la diritta via! "Ascoltatemi ancora; io voglio dirvi ciò che orecchio umano non ha ancora saputo; voglio confessarmi a voi, tutto. Come potrei aspirare ad essere seguito, se fossi sospettato di non esser sincero?... Ascoltate: io peccai. Sollecitato da brame violente, assicuratomi della umana impunità, col tradimento più nero, io armai la mia mano. Odo ancora gemiti del caduto, fuggo ancora nella notte tremenda.... Ed era come se le mura, gli alberi, i monti, tutta la terra si rovesciasse dietro di me, perseguitandomi. La fuga era inutile; nessuno m'inseguiva, nessuno mi aveva scorto. Io portavo fra gli uomini la mia fronte alta e serena, la mia mano era ancora stretta dalle mani leali. Solo io leggevo un'accusa in ogni sguardo, in ogni parola, in tutte le cose; un'accusa sorda, implacabile.... Non era un'allucinazione della mente turbata? Tutto procedeva come di consueto, e nessuno mi rimproverava nulla. "Internamente, il rimorso mi assiderava; io mi chiedevo tremante: qual gastigo mi è riserbato? e stavo sempre nell'attesa di mali terribili, delle più spaventose miserie del corpo e dello spirito.... Il gastigo non veniva, la vita scorreva egualmente, con le stesse vicende. "Io mi chiedevo ancora, con più profondo terrore: Sarà forse la morte che mi colpirà, presto, prima che io abbia compita la mia carriera?... Ed io l'aspettavo da un momento all'altro; un triste sorriso m'increspava le labbra quando mi si parlava del domani. E la morte veniva; ma invece di colpir me, si abbatteva intorno a me, mi isolava in un cimitero sempre più vasto. Vecchi, giovani e piccoli, tutti se ne andavano: io solo persistevo, che avrei dovuto pagare pel primo; persistevo a misurare l'orrore dell'inutile colpa, la malvagità della speme bugiarda, il precipizio della nostra miseria; persistevo a misurare la terribilità del gastigo e la giustizia sovrana che l'infliggeva; invocando come una liberazione la morte temuta, ansioso di entrare finalmente nel Vero.... "Come me, voi tutti siete colpevoli; il giusto pecca sette volte il giorno; nessuno di voi è senza peccato! Nel profondo della vostra coscienza, inconfessata a voi stessi, è la storia delle vostre colpe; e che importa che esse non sieno state materialmente compiute, se esse sono state pensate? Il pensiero è infame.... Come me, voi tutti avete bisogno di redenzione!... "Io so la vostra risposta, io so la derisione di cui mi fate oggetto, per lo smarrimento in cui credete che il rimorso e l'età abbiano gettato la mia mente.... Siete voi, ciechi, stolti, miserabili, che mi fate pietà; è per voi, per riscattarvi, che io vorrei dare il poco sangue che ancora mi resta, che io vorrei salire un calvario e spirar sulla croce, se dall'alto d'una croce la mia parola fosse ascoltata. "Nessuno mi ascolta. La solitudine ed il silenzio mi circondano, il vento dell'oblìo disperde le mie parole, come il turbine del tempo disperde via l'un dopo l'altro i giorni irrevocabili...."

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