Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Nuovo galateo. Tomo II

195306
Melchiorre Gioia 1 occorrenze
  • 1802
  • Francesco Rossi
  • Napoli
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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Le gride lombarde del XVII secolo dicono: E perché da alcun tempo in qua è stato introdotto un abuso di portar certe montère in cambio di cappello, fatte in maniera che si allargano per coprir la faccia e servono di maschera, potendosi al punto alzare ed abbassare, con che li male intenzionati se ne vogliono per non esser conosciuti, nè poter esser posti chiaro et castigati, perciò si proibisce sotto pena di 100 scudi che si fabbrichi, si venda, si porti questa specie di cappello. Vedi le Gride 18 luglio 1633, 6 dicembre 1633, se luglio 1634, 10 maggio 1638, 9 aprile 1648, 6 febbraio 1649. Nelle forme de' cappelli attuali non si vede il perfido scopo di nascondere il volto de' delinquenti e sottrarli al guardo della Polizia giudiziaria. Di quella vecchia usanza onesta si varrebbero oggidì gli aggressori, i quali, per non essere conosciuti, si pongono una maschera sul volto. Quando poi alle ridicolosaggini della moda, io non ricorderò nè l'uso di portare l'una calza alla gamba d'un colore, e l'altra d'un altro, né i ventri finti che s'applicavano gli uomini, per cui sembravano tutti pantaloni, nè le finte natiche delle donne; ma dirò che nel XV secolo la torre che sorgeva sulle teste femminili, sostenuta da due corni laterali che s'incurvavano all'estremità superiore, questa torre, dissi, ergevasi in alto e si estendeva in largo in modo che quando Elisabetta di Baviera, sposa di Carlo VI re di Francia, tenne corte a Vincennes nel 1416, fu necessario alzare ed allargare le porte, acciò potessero passar la regina e le sue dame. Si può concepire un'idea della bizzarria dei nostri maggiori dall'uso seguente: « Quando l'abate » di Figeag (piccola città nel Querci), diceva » Saint Foix nello scorso secolo, fa il primo ingresso » in questa città, il signore di Meutbrun » de la Roque, vestito da arlecchino ed una gamba » nuda, è obbligato di condurlo sino alla porta » della sua abbadia, tenendo la briglia della sua » cavalla; poscia pranzano insieme l'abbate e » l'arlecchino ». (OEuvres, t. V, p. 376). III. Ne' secoli XV e XVI si davano in Francia alla minuta pasticceria da mensa le forme più oscene e i nomi più infami. Champier che fioriva verso la prima metà del XVI secolo, dopo d'avere descritto le diverse pasticcerie accreditate al suo tempo, dice; « Quædam pudenda muliebria, aliae » virilia (si diis placet) repraesentant. Sunt quos » C... saccharatos appellitent. Adeo degeneravere » boni mores, ut etiam christianis obscæna » et pudenda in cibi placeant». Negli stessi secoli ed anche nel XVII si vedevano sulle mense francesi fontane zampillanti, che somministravano il vino, l'ipocrasso (liquor fatto con vino, zucchero e cannella), ed altri liquori. Ordinariamente scorreva nel tempo stesso acqua di rosa od altre ugualmente odorose, onde profumare le sale; fin qui noi facciamo applauso ai nostri maggiori. Le loro idee di decenza però erano diverse dalle nostre; infatti quelle fontane modellate a forme diverse rappresentavano talora: Una donna, dalle poppe della quale scorreva l'ipograsso; Un fanciullo, >« Le quel, dice le Grand d'Aussi, pissoit de l'eau de rose; « Il quale pisciava acqua di rosa». Una fanciulla, e il vino scorreva da tutt'altra parte che da' suoi bagli occhi neri. (Hist, de la vie privée des François, t. III, p. 198-199). Al tempo di Luigi XIV e XV (fine del XVII e principio del XVIII secolo) i Francesi, oltre di cantare a mensa e bere insieme, si permettevano anco di abbracciare le donne; la quale indecenza cessata ha indotto un poeta a dire:

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