Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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EH!La vita...(Novelle)

662450
Capuana, Luigi 1 occorrenze
  • 1913
  • Tipografia agraria
  • prosa letteraria
  • UNIFI
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Complimento che le aveva fatto abbassar gli occhi e abbozzare un lieve sorriso di modesta compiacenza. Da certe mosse, da certe parole quasi involontariamente scambiate, Biagi capì che tra marito e moglie non potevano esserci quelle cordiali relazioni supposte da tutti, vedendo la vita appartata che i Giani menavano. - Probabilmente - pensò - la povera donna è soffocata sotto il peso delle cortesie, delle amabilità, delle tenerezze del marito! Se è asfissiante fuori, con gli amici, figuriamoci che deve egli essere in casa! Era bella, fresca la signora Giani, ma un po' goffina, un po' impacciata, e con qualcosa di grossolano, di rozzo in certi atti, in certe espressioni della voce; ma per Biagi però era la moglie di Giani, quasi come dire del suo più fiero personale nemico, dell'opprimente, del soffocante, dell'inevitabile, gentilissimo, cortesissimo Giani! E questo bastava per fargli scorgere soltanto i pochi pregi esteriori della donna e non curarsi del resto. Tardi Biagi si avvide che invece di prendere era stato preso. Da principio si era inorgoglito del suo rapido trionfo. La signora Giani - Làlia, come era già arrivato a chiamarla - non aveva opposto molta resistenza.... - Fo male, lo so; ma se lo merita! Possibile? Battolo Giani, il mellifluo, il cortesissimo, il gentilissimo era un brutale tiranno nell'intimità? Làlia rappresentava dunque una schiava che rompeva le sue catene, una vittima che prendeva la sua rivincita? E se la sentiva tremare tra le braccia come scossa da terribili presentimenti, e cominciava a provare anche lui certi brividi, quando Làlia sembrava di divertirsi nell'immaginare tranelli, nel supporre raffinate combinazioni di vendetta da parte del marito che, per ora fortunatamente non si era accorto di nulla o... fingeva di non essersi accorto di nulla.... a fine di rassicurare i colpevoli e sorprenderli quando meno se lo sarebbero atteso. Quel che Làlia ideava per deviare i sospetti del marito era proprio incredibile: una specie di corsa vertiginosa da appartamentino ad appartamentino, da camera mobiliata a camera mobiliata, da albergo ad albergo fuori mano. E ciò contribuiva ad accrescere per Biagi il valore della vendetta. Aveva pensato, quando la realtà presente era un semplice maligno progetto, aveva pensato anche alla tragica scena finale, alla rottura irrimediabile con cui sarebbe riuscito a levarsi di torno l'oppressione, il soffocamento di quell'uomo, e sarebbe stato per sempre. Ma ora corniciava a riflettere: - Va bene! Va bene! E quando ni sarò liberato, di lui, anche a costo di un duello - vado agli estremi - come dovrò poi fare per liberarmi dalla moglie? Giacché non poteva rimanere con quel laccio al collo, laccio che cominciava ad essere impaccioso per le pretese, le esigenze, i capricci, le testardaggini con cui, a poco a poco, veniva fuori una Làlia molto diversa da quella che si era mostrata nelle prime settimane della loro luna di miele. Allora Biagi non aveva punto badato a certe rozzezze, a certe grossolanità; ma ora, dopo otto mesi - la cosa si era prolungata troppo - la vendetta contro Giani gli sembrava comprata un po' caramente. Spesso, davanti a quell'uomo che non cessava, in tutte le occasioni, di colmarlo di cortesie, di gentilezze di ogni specie, Biagi si sentiva avvilito, mortificato; ma quasi sùbito si lasciava vincere dalla incoercibile irritazione che le troppe cortesie e gentilezze gli producevano, e una volta, fu sul punto di gridargli, davanti ai colleghi di ufficio: - Ma lo sai che cosa ho fatto? Ti ho fatto.... Ti ho fatto!... E lui stesso non sapeva com'era riuscito a frenarsi. Da qualche giorno, Biagi aveva notato certi misteriosi confabulamenti dei colleghi di ufficio, dai quali egli era escluso. Giani andava da un tavolino all'altro, da una stanza all'altra, tirava in disparte ora uno, ora l'altro dei colleghi. E siccome Biagi, insospettito - aveva la coda di paglia domandò: - Io sono scartato? - Giani, con aria di insolita serietà, aveva risposto: Appunto! Appunto! Quantunque.... si tratti di te. - Di me? Ma io non permetto.... - Permetti o non permetti.... - Permetterai, fino a domattina - intervenne un collega ridendo. Si era dimenticato che il 16 di agosto avveniva il suo onomastico. Giani aveva organizzato una piccola festa di fiori e una colazione al Pozzo di S. Patrizio. Biagi trovò su la sua cartella un cumulo di carte da visita con augurii e l'invito a colazione disegnato a penna da uno dei colleghi che aveva pretese artistiche. Ma quando seppe che tutto questo era stato affettuosamente organizzato da Giani, fu preso da un incredibile impeto di collera misto a brevi scoppi nervosissimi di risa. Voleva protestare, e non riusciva a dir altro: - Ma.... Giani! È troppo!... Ma, Giani! - Troppo? Troppo?... Niente a petto del servizio che tu mi hai reso... Giani lo abbracciava, lo baciava, tornava ad abbracciarlo... E rivolto agli amici poi disse: - Si è preso mia moglie!... Mi ha liberato di mia moglie!... Da oggi in poi, ritornerò scapolo!... Non ne potevo più! Grazie, grazie, caro Biagi! Non ne potevo più! Biagi, pallido come un morto, stringeva i pugni, tremando da capo a piedi sentendosi ridicolo davanti a Giani e ai colleghi. I quali si erano guardati in faccia domandandosi con gli sguardi se Giani non era improvvisamente impazzito. Alcuni, per evitare un malanno, lo condussero via. - C'è un malinteso, Giani! Biagi non è capace... E tua moglie poi.... Allora Giani si sfogò rivelando che terribile donna fosse sua moglie nell'intimità: villana, prepotente, inesorabile, testarda, una lingua che non riposava mai, che assaliva da tutte le parti. Egli non sapeva spiegarsi come mai Rocco Biagi si fosse indotto... E, in ogni modo, gli era grato, gratissimo di quel che gli aveva fatto, qualunque fosse stata la sua intenzione. Povero Biagi!... Lo compiangeva! - Sarà difficile che se ne sbarazzi - soggiunse. - Io, per non commettere una enormità, ho dovuto far provvista di bontà, di cortesia, di amabilità fuori di casa; per distrarmi anche. Povero Biagi! Non saprò mai, mai, ringraziarlo abbastanza. L'ho abbracciato e baciato sinceramente. Diteglielo, per confortarlo. E ditegli che, per evitare d'incontrarci in ufficio, mi son fatto mutare di sezione. Biagi non si aspettava questo strano risultato. - L'arme si è ritorta contro di me! - disse a un amico che gli accennava dalla lontana quello che era avvenuto. Intanto, finalmente, mi sono liberato dalle asfissianti cortesie del marito! Non avrebbe confessato, per puntiglio, a qualunque costo, che ora lo avrebbe preferito volentieri a la moglie!

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