Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbassa

Numero di risultati: 6 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

Le buone usanze

195727
Gina Sobrero 1 occorrenze
  • 1912
  • Fratelli Treves, Editori
  • Milano
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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Chi parla guarda in viso chi ascolta; si fa subito giudicar male una persona che abbassa gli occhi fuori tempo e sfugge lo sguardo. Saper ascoltare è forse più difficile che saper parlare; ci vuole mente, una gran pazienza, molta bontà e una buona dose di educazione per non interrompere fuori tempo, e sopportare racconti forse noti o già uditi, e ci vuole intelligenza per supplire alle lacune e saper trovare la risposta adatta a secondare chi ha parlato, e a dimostrare d'aver seguito il pensiero o capito l'intenzione del discorso. Specialmente i giovani debbono ricordare questo dovere, forse talvolta penoso, verso persone di età avanzata. Il contraddire sistematicamente è cattiva educazione, ma è anche male l'approvazione continua, che prova o indifferenza o cortigianeria, che può venire molto male interpretata. Non si interrompe chi parla e, dovendolo fare, si abbia la cortesia di premettere una parola di scusa. È scortese dire parlando: avete capito? È meglio dire: mi spiego? Sono oltremodo noiosi gli intercalari che ritornano ad ogni frase; ed è anche una mancanza di educazione. Sono pure da evitarsi i sorrisetti maliziosi, o peggio le risate sfacciate, quando alcuno racconta cosa che a noi sembra assurda. Sentendo dire una cosa sconveniente si può con una parola delta a tempo troncare il discorso ed evitare l'imbarazzo in cui può trovarsi qualcuno presente. Questo è ufficio della padrona di casa; la donna ha più tatto in simili cose e tocca a lei impedirle nel proprio circolo. È mal fatto introdurre parole straniere nel proprio discorso, ripetere ad ogni istante: signore, signora, conte, marchese, ecc.; sono ridicole le donne che passata una certa età, adoperano frasi infantili, intonazioni di voce che ricordano il grembialino e la veste corta, sono pesanti quelle che per mostrarsi versate in tutte le scienze e le arti, adoperano termini tecnici; così cagionano noia i continui motti di spirito, i giuochi di parole, ecc. Non parlo poi dell'uggia che mettono addosso gli uomini che parlando delle proprie mogli, dicono: la mia signora, invece di dire semplicemente: mia moglie. Ma che vuol dire mia signora? non è gonfio, e pretensioso? Preferisco quasi i contadini i quali dicono addirittura: la mia donna. Siamo semplici, sinceri; in questa frase invalsa nell'uso c'è assolutamente un errore di sentimento, un errore morale. Gli scherzi troppo spinti sono di pessimo genere; una persona giovane non se li permetterà mai con una più avanzata negli anni; un uomo poi si mostrerà scortese addirittura permettendosi con una signora una parola di dubbio senso, un'allusione, non dico sconveniente, ma anche semplicemente equivoca. Non vi è nulla di più difficile che aver dello spirito; è una di quelle eccellenti doti che non ammettono mediocrità, e sforzandosi a mostrarne si corre il rischio di diventar volgari. La donna specialmente deve mostrare, nella conversazione, più sentimento che idee, più grazia che sapienza, più bontà che argutezza, se vuole che gli uomini cerchino la sua compagnia. Questi dal canto loro hanno torto quando vogliono imporre il racconto dei loro affari ad un circolo di persone riunite per divertirsi; ma ha maggior torto una signora la quale non pensa che colui che la intrattiene ha cercato la sua compagnia appunto per distrarsi dalle sue cure quotidiane, e affligge, per esempio, un ingegnere, con minute interrogazioni sulle sue macchine, un pittore sui suoi quadri, un uomo politico sulle vicende della Camera, o del Senato. Per caper parlare occorre molto tatto, molta finezza e prudenza: tra un chiacchierone e un taciturno, avrà più amici e simpatie quest'ultimo, che piuttosto di parlare a vanvera non dice niente. Per discorrere bene occorre anche un bell'organo vocale, e a questo devono badare le madri avvezzando i loro figliuoli, fino dalla prima età, a non sforzarlo, ad evitare tutto ciò che indebolendolo toglie ad esso la limpidezza, in sonorità, l'argentino che tanto piacciono a chi ascolta.

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Il galateo del contadino

202960
Miles Agricola 1 occorrenze
  • 1912
  • Casalmonferrato
  • Casa agricola F.lli Ottavi
  • paraletteratura-galateo
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Ora sta appunto alle nuove generazioni di contadini più svegliati e più evoluti di quelli di altri tempi passati lo smentire questa credenza - purtroppo generale - che abbassa il livello della classe. Ma come? Il come è presto detto: abituando i contadini ad osservare il «galateo». Il galateo? Ma che cos'è il «galateo»? Sono le regole sommarie della buona educazione, del modo di contenersi in tutti gli atti della vita, del vivere civile, della buona società. E forse che anche i contadini non hanno il diritto e il dovere di vivere fra loro secondo le regole della buona creanza come tutti gli altri uomini? Anzi appunto perchè essi sono maggiormente osservati e criticati da questo punto di vista, essi sentono maggiormente il dovere di osservare le buone regole del «galateo». Il quale per quanto sia comune a tutti i viventi, ha tuttavia per una classe così numerosa di persone qualche lato speciale,che è bene far rilevare. Ecco perchè io credo utile scrivere in poche pagine «il Galateo del contadino», destinato a dirozzare, ed ingentilire una benemerita classe di persone che vivono un po' diversamente dalle altre e che pur contribuiscono tanto alla floridezza del paese. Leggete, miei buoni amici, questi modesti consigli e fatene buon pro',poichè ciò servirà e a beneficio vostro e a vantaggio della vostra classe.

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Eva Regina

203559
Jolanda (Marchesa Plattis Maiocchi) 4 occorrenze
  • 1912
  • Milano
  • Luigi Perrella
  • paraletteratura-galateo
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Poichè ella non si abbassa, ma eleva tutto sino a lei, come la fata che può trasformare in gemme la materia più vile. Quindi, o una posizione fortunata le permetta di sorvegliare solamente ; o una posizione modesta la costringa a fare da sè, non dovrà mai rinunziare a rimanere la signora, la regina della casa. Disinteressandosi d'ogni regola d' andamento, come scendendo al grado di serva, la sua casa resterà in egual modo priva di direzione. E chi potrà sostituirla nelle cure dirette o nel pensiero vigile, dall' alto ?

Molte poesie, molti delicati riguardi che avrebbero potuto durare, si sono dissipati nel matrimonio a motivo di questa camera comune che abbassa l' amore alla sua semplice funzione di riproduttore della vita. Vi sono certi pudori che una donna di fine educazione non può sacrificare nemmeno al proprio marito; vi sono promiscuità ripugnanti, specialmente fra esseri il cui organismo è così diverso e dà abitudini e necessità così differenti. E poi l' indipendenza individuale è offesa continuamente dai gusti e dalle consuetudini spesso opposte : al signore piacerà dormire al buio, alla signora tenere il lume ; il marito avrà l' abitudine di fumare una sigaretta prima di prender sonno, alla moglie darà noia l' odor del fumo; l' uomo soffrirà il caldo e non sopporterà che coltri leggere, la donna sarà freddolosa e vorrebbe addosso una montagna ; qualche volta l' uno o l' altra vorrebbe leggere un poco ; il coniuge che non capisce questo gusto si lamenta. Poi l' uno rincasa tardi e sveglia l' altra ; lei vorrebbe alzarsi presto e si sacrifica per non svegliar lui; insomma, a pensarci bene, è un conflitto continuo, preludiante spesso a divergenze più gravi. E la vita ha già tante noie, costringe già a tanti sacrifizi, che non mi pare giusto nè ragionevole che si debba fabbricarne apposta quando si potrebbe farne a meno.

Pagina 293

Mentre il lavoro non umilia, ma nobilita : non abbassa, ma innalza, perchè è pace, conforto, dovere. Una madre di numerosa famiglia non può, convengo, lasciare in abbandono la propria casa per attendere a un lavoro estraneo che non le renderebbe quanto la sua poca sorveglianza detrae ai suoi ; ma se una donna che possa farsi aiutare da qualche parente nelle cure domestiche, o possa sbrigarle in breve, trova qualche ora libera, che male c' è se le impiega a dar lezione, a ricamare, a dipingere, a far fiori, a scrivere a macchina, dietro un compenso, piuttosto che uscir a zonzo a far dei vani desideri dinanzi alle vetrine o recarsi in qualche salotto a far della maldicenza? Conosco una signora in posizione modesta, la quale dando lezioni di pianoforte raccoglie in capo all'anno una sommetta che le permette di passare un mese al mare coi suoi bambini senza ricorrere al portafogli del marito. Ella dona ad essi salute e vigore, a sè un igienico riposo, fine che non potrebbe conseguire se non si adoperasse o che costerebbe al suo compagno un non lieve sacrifizio. Conosco un' altra signora che provvede le sue toilettes col ricavo d' un' industria ch' ella medesima ha iniziato e dirige attivamente. Una delle mie più care amiche seconda il marito nell'insegnamento, contribuendo e non per poca parte, al benessere della sua famigliuola. Inoltre questi guadagni conferiscono alla donna una libertà maggiore, mentre è sempre un po' umiliante per essa dover ricorrere per ogni più piccola spesa, al marito che tante volte fa pesare il beneficio. Il modo per aumentare le proprie rendite, non è però sempre in un accrescimento di guadagno. Consiste anzitutto nella regola, nel risparmio, nella previdenza ed anche... nel coraggio.

Pagina 326

Ma potrà ben astenersi però, senza danno della sua coltura artistica e letteraria, dall' intervenire alle antiestetiche e sconce pochades nelle quali l'arte non ha molto a vedere; dove l'interesse, l' intreccio, lo spirito, non hanno altra base o altro fine che quello di un istinto animalesco e grossolano, che ottunde ogni visione serena e abbassa il livello morale all'infimo grado. Come una donna, d'educazione raffinata e d' animo nobile, non si soffermerebbe ad udire con compiacenza il racconto di barzellette da osteria, o eviterebbe di entrare in una sala, sulla fine d'una cena di scapoli, anche con la sicurezza d'essere materialmente rispettata : o non tollererebbe nei suoi ricevimenti discorsi troppo arditi, così non deve recarsi là dove la sua anima muliebre può ricevere impunemente le più brutali offese. E quest' astensione deve essere fatta semplicemente, senza ostentazione di pruderie, senz'aria di dar lezioni di morale e di contegno, senza mostra di sacrifizio. Risponda, a chi la richiede, che quello spettacolo « non la interessa » e basta. Una propaganda libera, confidenziale, nascosta, da amica ad amica, da signora intelligente a piccola borghese che non sa e non ha il dovere di sapere, ritengo che basti. Delle signorine non parlo, perchè mi pare impossibile che possano esistere delle mamme così sciocche, così depravate o così ingenue da condurre le proprie figliuole a certe scuole di costumi : come mi sembra degradante per una madre il lasciare dietro di sè la figlia giovinetta per recarsi dove si vergognerebbe di averla seco. Lo stesso dico per i Cafè-chantants, gli Eden e simili, che io non vorrei mai veder frequentati da signore e da signorine per bene, se anche accompagnate dai loro mariti o genitori.

Pagina 420

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