Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbassa

Numero di risultati: 3 in 1 pagine

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Il giovinetto campagnuolo II - Agricoltura

205500
Garelli, Felice 1 occorrenze
  • 1880
  • F. Casanova
  • Torino
  • Paraletteratura - Ragazzi
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Si corica a terra un tralcio per riempiere qualche vuoto nei filari, o si abbassa l'intero ceppo per ringiovanirlo. Si fa anche mettere radici ad un ramo, lasciandolo, com'è, sulla pianta, e fasciandolo solamente alla base con terra fresca. Questa è la margotta; che poi si taglia, quando la nuova pianticella può vivere da sè. Molte piante legnose si moltiplicano per via di polloni. Così si chiamano i rampolli che sorgono dalle radici, o dal ceppo, per esempio, del castagno, del pruno, del faggio, ecc. Si riproducono anche talune piante per tuberi, per gemme, per radici, ecc. Quando si vuole ingentilire una pianta, o addomesticarla, si ricorre all'innesto. L'innesto è un bottone, o germoglio, con gemme che, staccato da una pianta, ed inserito convenientemente su un'altra, vi fa presa, e crea sulla pianta innestata, o soggetto, una pianta nuova, come farebbe, se vivesse da sè nel terreno. DOMANDE: 1. Come si riproducono ordinariamente le piante? 2. Con quali altri mezzi l'agricoltore moltiplica le piante? - Che cosa è la tàlea? - La barbatella? - La propaggine? - La margotta? - Il pollone? - L'innesto?

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Quell'estate al castello

213704
Solinas Donghi, Beatrice 1 occorrenze
  • 1996
  • Edizioni EL - Einaudi Ragazzi
  • Trieste
  • Paraletteratura - Ragazzi
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. - O dama che t'affacci al marmoreo verone e contempli le nuvole del cielo e gli ucc... e gli augelli erranti, deh abbassa lo sguardo... - ... plin plin... - ... plin plin, su me che ai piedi dell'eccelsa tua torre consumo le ore, plin plon plon, plon plon plin, in attesa di vederti apparire. Come il sole tu sorgi, o dama gloriosa.... Mi veniva proprio benino e ci stavo prendendo gusto, quando, patatrac! chi ti esce fuori come se niente fosse da un vialetto tra le siepi delle ortensie? Il conte Ottavio, che, si vede, aveva fatto anche lui un giretto nel parco invece della siesta. Il «plin plin» che avevo già pronto non mi usci piú. Rimasi cosí, a bocca aperta, immobilizzata nel gesto di suonare il liuto, come se giocassi alle belle statuine. Il conte tirò su fino in cima alla fronte un sopracciglio color sabbia e ghignò di nuovo sotto i baffi. Non mi ero sbagliata: aveva proprio una faccia umoristica. - Amabili diporti di gaie e sciocche pulzelle, - disse, parlando anche lui alla medioevale, ed entrò in casa. Avrei voluto sprofondare, non mi ero mai sentita cosí scema in vita mia, però un po' mi veniva anche da ridere. Ippolita era sparita dal verone, voglio dire dal balcone, e siccome non si faceva piú vedere entrai anch'io per cercarla. Cominciava allora a scendere, cosí che la incontrai sullo scalone. Era tutta tirata in faccia, come succede quando si è presa una grossissima arrabbiatura. Io non capivo

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I miei amici di Villa Castelli

214329
Ciarlantini, Franco 1 occorrenze
  • 1929
  • Fr. Bemporad & F.°- Editori
  • Firenze
  • Paraletteratura - Ragazzi
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IL MERLO E IL PASSERO Un Merlo disse al Passero: - Guarda che quando l'uomo si abbassa e raccoglie qualche cosa per terra è certo che prende un sasso per tirartelo. Quando lo vedi in quella posizione scappa pure, ch'è assai meglio per te.... - E Passero rispose: - E se il sasso lo avesse già in tasca? Io mi fido poco, perciò sta' sicuro che appena vedo l'uomo volo via senza aspettare che si chini per terra. - Si dice che il passero sia più furbo del merlo.

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