Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Un viaggio a Roma senza vedere il Papa

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Faldella, Giovanni 1 occorrenze

Titoli per l'esame: 1. età non maggiore dei trentacinque anni; 2. essere nato a Roma o nei luoghi circostanti; 3. conoscere la letteratura inglese e tedesca e il dialetto romanesco delle trasteverine, delle montigiane e delle vecchie streghe che si abbaruffano in via Fiumara; 4. ed ultimo - scrivere l'italiano, pressappoco come il Giusti dell' Epistolario . Al giovane che trasceglierei, darei una buona provvisione e un alloggio nel Convento di Sant'Onofrio. Lì ci sarebbero il nome, l'ombra impiastrata a una muraglia, la gorgiera, la quercia e la spada del Tasso per non lasciarlo tralignare dalla italianità. Quelle celle, quei corridoi, calmi e sereni - da convento, - riuscirebbero un ottimo granaio per una formica intellettuale. Di lì il poeta della prosa - scelto dal Ministero -, scenderebbe a Roma a cogliere l'epigramma, gli urti, e il cuore della gente che formicola nelle vie, scorazza negli omnibus e nelle botti dimenandosi - e fa la vita di famiglia. E questi elementi se li porterebbe a Sant'Onofrio, li pulirebbe, li renderebbe lucenti; - poi, affacciandosi alla spianata, o soltanto a una finestra, donde si vede ai piedi del convento quasi tutta Roma, agguanterebbe i pregi, i bisogni e le tacche principali che aleggiano su Roma. Così, potrebbe risuscitare potentemente e largamente in prosa la Musa del Belli; e potrebbe rendere la vita romana nei romanzi, in queste epopee moderne, borghesi, democratiche, che i professori sopra biasimati bestemmiano rancidamente ai giovani, perché dette epopee portano la cuffia e le scarpettine da modista, e i ferri da calza come le madri di famiglia in luogo del cimiero e dei coturni e dell'asta di Minerva. Vorrei che il mio futuro romanziere possedesse uno spirito alla Dickens, arguto e bonario, che penetrasse come l'aria nei buchi delle serrature, in tutte le fessure, e purificasse tutti i cantucci, soprattutto facesse dimenticare gli archi e le colonne, buone per le canzoni di Leopardi, anzi nemmanco buone secondo il Leopardi, che le mirava con dispetto spoglie della gloria antica. E vorrei che il mio Messia, facendo dimenticare gli atrii muscosi e i fori cadenti , rendesse in luogo loro care e parlanti le stoviglie e le suppellettili delle case e le più umili parti del cuore umano, che si pregiano quando un poeta ne illumina la bellezza. Vorrei infine che il poeta provvisionato cogliesse l'occasione per istillare nelle vene dei Romani un po' di sangue settentrionale e a preferenza olandese, buono per le dighe e indicatissimo per la sistemazione del Tevere. Ma a Roma più che alle anime viventi, finora si è pensato pur troppo dai superiori alle pietre morte . Speriamo nell'avvenire e negli spintoni del generale Garibaldi.

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