Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbarbicati

Numero di risultati: 1 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

Enrichetto. Ossia il galateo del fanciullo

179042
Costantino Rodella 1 occorrenze
  • 1871
  • G.B. PARAVIA E COMP.
  • Roma, Firenze, Torino, Milano
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
  • w
  • Scarica XML

Era un volto da dipingere; bianco e vermiglio, come un fiore; due occhi cilestrini, vivissimi; capelli lunghi, biondi, come oro filato: ma poltrone, e quel che è peggio, ambizioso e spregiatore d’altrui a più non dire; i quali difetti gli s’erano abbarbicati; perché essendo il cucco della mamma, de’falli aveva il più delle volte l’impunità; e del poco bene che faceva, venendo soverchiamente lodato, pigliava baldanza; difetti però che col crescere degli anni, sotto la scorta del padre e collo specchio del fratello, in gran parte scomparvero. La mattina ci volevan gli argani a cavarlo di sotto le coltri. Enrichetto lo svegliava, lo sollecitava. Ma sì; ci voleva dell’altro. Ogni dì si ripeteva un dialogo su per giù in questa forma: - Sandrino, Sandrino, gridava Enrichetto, destati; si fa tardi. - Sei già così noioso? Non seccarmi che voglio ancora dormire: e cogli occhi tuttavia chiusi si volgeva dall’altra parte, tirandosi le lenzuola sul capo. - Bada, Sandrino, che a momenti viene il babbo, e se ti trova ancora in letto guai a te! - Ti dico di farla finita, sor tormentatore. - Ma presto vien l’ora della scuola, e tu hai ancora da finire il còmpito, e..... - O scuola, o còmpito, non rompermi il capo, brutto seccatore. Tutte le mattine così…. mi verrebbe voglia…! e in così dire si scopriva il capo, e si voltava dalla prima parte. - Insomma, o t’alzi, o ti tiro le lenzuola di dosso, come mi dice sempre il babbo di fare. - Provati, provati, brutto ceffo! Vedilo: pare una bertuccia… Vo’ dire alla mamma che mi tolga di questa camera; con te non ci si può reggere; sei un.... E tutto dispettoso si sedeva, brontolando sul letto, e cercava intorno i calzaretti, e s’arrovellava di non trovarli. - Sei così ordinato, che non trovi più nulla! Veh uno stivaletto qui, l’altro in capo alla camera; il panciotto là, i calzoni giù in terra nella guardaroba de’ cani, il cappello sotto il letto…! - Ma dov’è l’altra calza? dov’è? E così sotto le lenzuola s’infilava adagio adagio le calzette, e poi i sotto calzoni; ma così lentamente da far scappar la pazienza a Giobbe. - Sei la pigrizia in carne ed ossa!... Bada che ti affoghi, vai troppo in fretta… adagino, adagino; veh che sei tutto sudato!... Poveretto! ? uno sfinimento badar a te! Coraggio, giù del letto; chè stai a covar la poltroneria costì? - Fai un bel dire tu, che sei bello e vestito; ma io ho freddo, io! - E credi tu; tirando in lungo, come fai, di scansare il freddo? Ti ven addosso a poco a poco e t’alzi tutto ingranchito. Chè se in fretta ti buttassi giù, e in men che non ci pensi ti vestissi, il freddo non avrebbe presa. - Sì, tu parli bene, tu, ma io non sono mica di ferro, io!... Che calzonacci, non vogliono infilarsi su; e questi occhielli non vogliono abbottonare!..... Ah sarto della malora! borbottando e bestemmiando scendeva del letto e si calzava gli stivalini. – E questi stivaletti non vogliono andar su! ahi, ahi, come mi dolgono i piedi! - Ma insomma, non c’è nulla che ti vada! Sai tu che dice il proverbio? A cattivo lavoratore ogni zappa dà dolore. - Va al diavolo tu e i tuoi proverbi!... - Ah queste le son belle parole! Che? Te l’ha insegnate il maestro?... Che stai lì pensieroso? Animo! Sandrino postosi alla catinella per lavarsi, metteva sospettoso un dito nell’acqua, e subito lo tirava fuori, esclamando: Ahi che è diaccia, Gesummaria! E quella Margheritona, Dio ne liberi dal farci scaldare un po’ d’acqua!... - Veh che ti scotti! Non mettere così le mani nell’acqua! Ieri un ragazzo ha posto una mano nella catinella, e si gelò subito lì tanto forte, che non potè più distaccarla, e gli restò il catino attaccato. - Sì, dà ancora la baia tu; ma se sentissi il freddo che ho io!... - Ma se lo tiri co’ denti il freddo!... Se tu senza paura mettessi subito giù tutte due le mani e in fretta te le stropicciassi, e ti gettassi su l’acqua nella faccia e negli occhi, il freddo se ne andrebbe tosto via. Nel primo gitto certo v’è un po’ di ribrezzo, ma poi si sta subito bene, anzi vien caldo; perché succede una reazione, come dice il dottore. E così un po’ co’ motteggi, un po’ colle minaccie riesciva a farlo vestire; ma tanto lentamente che era un agonia il vederlo.

Pagina 10

Cerca

Modifica ricerca