Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbarbagliati

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Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico

675779
Garibaldi, Giuseppe 1 occorrenze
  • 1870
  • Fratelli Rechiedei
  • prosa letteraria
  • UNIFI
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Alle donne si ordinò di scendere con certo piglio poco galante dapprima, ma scese che furono, abbarbagliati da tanta bellezza, i malviventi rimasero muti e per un pezzo stettero a considerare Clelia e Giulia con aria mista d’ammirazione e di rispetto. Finalmente predominati dalla fiera e malvagia natura, il capo della banda così si espresse: «Signore, se voi vi decidete ad accompagnarci di buona voglia, io vi assicuro che non vi sarà torto un capello, ma se non condiscendete a quanto io vi chiedo potete essere certe che la vostra vita non è sicura, e cominceremo a darvene prova, col fucilar subito quell’uomo lassù che vi accompagna» e accennava Manlio. Lascio pensare l’effetto dell’ultime parole sulle povere donne. Silvia cominciò a singhiozzare, e così Aurelia, che non potè trattenersi dal farle riscontro. Clelia si sentì un brivido nelle ossa, ed impallidì alla minaccia di ucciderle il genitore; Giulia sola colla impavida freddezza caratteristica della sua nazione, essendo già ne’ suoi viaggi meglio delle compagne assuefatta alle peripezie della vita mostrò forte e maschio contegno. «Non potreste - disse Giulia avanzandosi verso il masnadiero - prenderci quanto possediamo, e noi ve lo diamo senza difficoltà (così dicendo trasse fuori la sua borsa e gliela porse) lasciandoci andare per la nostra via». Lo scellerato, cui il peso dell’oro che teneva in mano, in luogo di soddisfarlo, sembrava aver risvegliate altre libidini, sorrise al discorso della seducente Inglese rispondendo: «Oh! Signora! fortune come questa d’oggi non capitano tutti i giorni a noi miseri perseguiti, e la fortuna, se non la si piglia pei capelli quando arriva, fugge e sovente per non più tornare. Crede lei che possano giungere ogni giorno tanti gioielli?». E il furfante così dicendo facea l’occhietto girando lo sguardo dall’una all’altra delle due giovani. Giulia non si scosse dinanzi alla gravità del pericolo ma andava ruminando nella mente la possibilità di un tentativo per liberarsene mantenendosi intanto fredda e silenziosa. Non così Clelia, che al brivido d’orrore provato alla minaccia d’uccisione del padre, sopravveniva lo sgomento pel suo onore minacciato dalle parole dell’assassino. Percorse in un lampo colla meridionale sua immaginazione tutto l’orrore della loro situazione e la disperazione succedendo ad ogni altro senso si ricordò del pugnaletto, lo impugnò ed avventossi come una furia sul ladro procace. Giulia, non meno coraggiosa, vedendo l’eroica risoluzione della compagna, assalì il nemico con eguale trepidezza, e certo, se avessero avuto da fare con lui solo, il brigante era spacciato. Ma il più vicino dei malandrini afferrò e tenne salda Giulia in guisa che la povera Clelia trovossi sola a lottare col nerboruto avversario il quale, benché ferito in varie parti, era ben lunge dal potersi dire vinto ed atterrato. Le cose erano a tal punto: Giulia veniva portata via dal brigante verso la macchia, le due donne mature minacciate da un altro che le teneva sotto la bocca della sua carabina a due colpi; seguivano Giulia, Manlio, che aveva ricevuto ordini dal terzo di scendere dalla banchina, seguiva la comitiva sotto la stessa minaccia, ed ultima Clelia, trascinata dal capo, da cui invano cercava di svincolarsi, veniva alquanto più in dietro. A un tratto un colpo, come di clava, cadde sul cranio del rapitore di Clelia e la coraggiosa fanciulla nello stesso momento si sentì sciolta e vide lui rovesciato nella polvere quasi colpito dal fulmine.

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