Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIFI

Risultati per: abbarbaglia

Numero di risultati: 3 in 1 pagine

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Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico

675780
Garibaldi, Giuseppe 1 occorrenze
  • 1870
  • Fratelli Rechiedei
  • prosa letteraria
  • UNIFI
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La capigliatura d’ebano gli scendeva innanellata sulle spalle e l’occhio nero, quando era fiso nel tuo occhio ti facea l’effetto del raggio di sole allorché, uscito improvvisamente dalle nubi, ti colpisce lo sguardo e ti abbarbaglia. Com’è bello il valoroso che si slancia in soccorso del debole! Come la sua energia è raddoppiata, massime quando il debole ha il volto di Clelia! Rovesciato il capo-brigante con un pugno sul cranio, il nuovo arrivato spianò la sua carabina prima sul guardiano di Manlio, poi su quello delle donne, ed egli, che metteva una palla nell’occhio del cignale a dugento passi di distanza, appena curossi della caduta dei due, gettando invece un colpo d’occhio sulla perla di Trastevere. Ma questa, non curante del simpatico significato di quell’occhiata, «avanti!» gli gridò: segnandogli il sentiero, per il quale Giulia ed il suo rapitore erano scomparsi. Quasi mosso da un elettrico impulso, il liberatore, che sembrava tanto agile, quanto forte, si avventò sulle traccie del fuggente ed in pochi minuti ritornava lieto con Giulia verso gli amici. Il brigante quando sentì la tempesta venire sulle sue traccie aveva abbandonata la preda, mettendosi in salvo fuggendo. Il vittorioso campione, ricaricata la carabina, disse a Manlio di armarsi: le armi che restavano sul suolo e sui cadaveri depose nella carrozza, raccogliendo i cavalli occupati a pascolare, ad onta del freno, sull’orlo della strada. La comitiva ammirava stupefatta il coraggioso liberatore mentre egli, come assorto in contemplazione di cosa che stesse sopra gli oggetti materiali presenti, pareva col pensiero lontano da quella scena di sangue. Una delle più belle qualità della donna è l’apprezzamento squisito del bello e dell’eroico. Siate pulito, valoroso, sprezzatore della morte, generoso, e certo avrete non solo il plauso, ma l’affetto della bellezza! Io non dubito che questa simpatia del bel sesso non sia il principale motore dell’incivilimento umano. L’uomo si fa pulito, elegante, cortese per piacere alla donna. Egli ha lo stesso incentivo nel suo slancio verso le grandi azioni. In generosità, in coraggio, in eroismo quindi si può considerar la donna vera educatrice dell’uomo, prima agente del creatore, per migliorare questa razza burbera e di testa dura. Le donne dunque volgevano il loro sguardo sul brigante (mi ripugna di dargli questo titolo ma pure era così chiamato dai preti e per loro era un vero brigante) e curiosamente lo fermavano su quel corpo così ben fatto, su quella capigliatura d’ebano, su quella fronte spaziosa così graziosamente ornata da un... da un buco tondo tondo, che il piombo straniero vi aveva forato. Pareva non potessero distogliere gli occhi da quella persona, vero modello della forza e del coraggio. Il difetto dell’occhio spento era, oppure sembrava, in quell’istante quasi impercettibile. Bisogna confessarlo, in quel momento i nostri cari, non men belli e non men coraggiosi, Attilio e Muzio, furono dimenticati dalle nostre eroine. Così è più forte di noi questa nostra debole natura umana. Lo stupore dei viaggiatori si accrebbe ancora quando il brigante uscito dalla sua posizione contemplativa, si avanzò graziosamente verso Silvia, le prese la mano, gliela baciò commosso, lasciandovi cadere sopra una lagrima. «Voi non mi riconoscete, Madonna? - egli le disse. - Guardate un poco questo mio occhio sinistro che per cura vostra gentile e materna non mi costò la vita!». «Orazio! Orazio! - gridò la matrona abbracciandolo e spargendo un torrente di lagrime. - Orazio! mio figlio, figlio della migliore amica mia!. «Sì, Orazio! che voi raccoglieste morente, che curaste con affetto di madre, ed a cui porgeste un pane nella sventura quando fu orfano!» soggiungeva egli, e la buona Silvia, quasi fuori de’ sensi, si abbandonava nelle braccia del suo robusto antico protetto. «Qui non v’è tempo da perdere - disse finalmente Orazio, rivolgendosi a Manlio, con cui aveva pur ricambiato mille segni di reminiscenza e di gratitudine. - Questo luogo è pieno zeppo di malviventi e quel fuggito potrebbe ricondurre una banda più numerosa». Pigliando dunque i cavalli per i morsi invitò la comitiva a rimontare in carrozza e mettendosi egli stesso al posto del cocchiere, s’incamminò velocemente verso la marina secondo i voti dei viaggiatori. Giunti alla spiaggia, l’aria balsamica del Mediterraneo sembrò ravvivare i nostri stanchi amici, e l’effetto apparve sorprendente sulla bella Giulia. Figlia della regina del mare ella, come tutti coloro che nascono sulle sue sponde, ne era innamorata. Lontani lo sospirano, al rivederlo, par loro rivedere una persona amata. L’effetto prodotto sui dieci mila Greci di Senofonte al rivedere il mare dopo lungo e pericoloso viaggio pedestre a traverso la Persia, si comprende facilmente. E le grida di gioia e l’inginocchiarsi a salutare Anfitrite liberatrice, come il mare fosse la patria loro, non hanno d’uopo di spiegazioni.

I sogni dell'anarchico

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Mioni, Ugo 1 occorrenze

La stanza viene inondata da una luce intensa, bianchissima, che lo abbarbaglia per un istante. Troppo rapido è si avanza maestoso, solenne; le bandiere trionfanti svolazzano vittoriose al vento. Alessandro! Sant'Ambrogio I esclama giulivo. E' l'ultimo grido che esce dalle sue labbra; l'affanno diventa sempre più forte; le immagini delle cose che lo circondano si scoloriscono; è la morte che s'avvicina... il passaggio dalle tenebre a quella luce infinita. Chiude gli occhi e poi li apre di nuovo, a poco, a poco. Volge il capo e guarda l'orologio ai pendolo, appeso alla parete. - La mezza! Mi sono coricato alle ventitre ed ho udito battere i tre quarti. Neppure un'ora! E tanti, tanti anni di vita. Egli aveva ragione. Vi sono altre misure. Ed allora? Non tirò la conseguenza. Il ricordo delle immagini vedute nel sogno non lo voleva abbandonare. Rivedeva.... E il ricordo gli creava grande disagio; gli ripeteva con insistenza certe verità, alle quali rifiutava fede, che non poteva, non voleva ammettere. Eppure ... eppure ... - No, no! - urlò adirato. - Maledette campane! Il loro suono! Tese il braccio ed interruppe la corrente. Nella stanza si fece di nuovo scuro; tutto ripiombò nelle tenebre. Gli venne un pensiero. Allo stesso modo tu fai volontariamente tenebre al tuo spirito. No, no! Egli non voleva le tenebre, voleva la luce; l'aveva cercata sempre; l'aveva trovata, e quella mattina... la bomba... la bomba! Sogni pazzi di notte di Natale, causati dalle stupide osservazioni dell'amico, dal suono delle campane, e dal microbo della superstizione che ammorba tuttora l'Italia. Dormire, e non sognare, oppure sognare rivoluzioni, bombe, tiranni uccisi, aristocratici e borghesi sfracellati in un mare di sangue; sognare vescovi scannati, papi col ventre squarciato; la rivoluzione, la grande voluzione, operazione terribile ma necessaria, che sola può salvare l'Italia. Maledette campane! Si avvolge ben bene nelle coltri, cela la testa nel lenzuolo e cerca sonno. Morfeo fa scendere lentamente fiori di papavero sul suo capo. Sbadiglia; le idee gli si confondono; dimentica il luogo dove si trova; dimentica che è la notte di Natale. Dorme....

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FIABE E LEGGENDE

679302
Praga, Emilio 1 occorrenze

Tre gondolier stemmati guidano alla vendetta l'uom tradito... t'ingolfa dove l'acqua è più stretta, vola, devia, ti perdi nei laberinti oscuri, cerca aiuto alle mille convessità dei muri, alle volte dei ponti, ai trabaccoli vuoti; che il nemico non senta ove il remo percoti, e, ora a destra, ora a manca, come guizzo di lampo, lo abbarbaglia!... Sventura!... non più speme di scampo!

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