Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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L'Europa delle capitali

257428
Argan, Giulio 1 occorrenze

Alla metà del secolo XV Niccolò V si era proposto di sollevare la sede del papato dallo stato di abbandono in cui si trovava: composti gli scismi, riaffermata la priorità storica della Chiesa di Roma, le stesse rovine di Roma antica diventavano testimonianze della vita eroica della Chiesa primitiva. Leon Battista Alberti avrebbe voluto ricostruire la città partendo dal restauro delle costruzioni antiche: molto probabilmente il suo trattato dell’architettura, scritto a Roma alla metà del secolo, è stato pensato come una guida alla ricostruzione “umanistica” di Roma. Nello stesso spirito è concepito il rapporto a Leone X sul restauro dei monumenti antichi, già attribuito a Raffaello e ora, dal Forster, al Bramante. Il problema si ripropone dopo le nuove rovine del sacco di Roma nel 1527 e le nuove vie aperte nella seconda metà del Cinquecento già rompono l’accentramento delle abitazioni intorno alla testata di Ponte Sant'Angelo. La vera e propria riforma urbanistica viene intrapresa negli ultimi anni del secolo XVI da Sisto V che ha come tecnico-progettista Domenico Fontana. Superata la fase più pericolosa, di aperta rivolta, della Riforma, il papa sente che, in un’Europa ormai avviata a diventare un sistema di Stati nazionali, il potere spirituale e super-nazionale della Chiesa esige il sostegno di uno Stato temporale. Di questo Stato, economicamente e militarmente debole, Roma è la capitale: il suo prestigio storico e morale è il fondamento della nuova politica di equilibrio tra gli Stati che la Chiesa adotta per principio. È anche la meta di pellegrinaggi provenienti da tutti i paesi cattolici: e questa centralità ha una funzione politica non meno che religiosa.

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