Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbandoniamo

Numero di risultati: 2 in 1 pagine

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Il libro della terza classe elementare

210448
Deledda, Grazia 1 occorrenze
  • 1930
  • La Libreria dello Stato
  • Roma
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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Poi, giacchè siam composti d'anima e di corpo, vuole che noi gli domandiamo ciò che è necessario al nostro corpo, cioè quel tanto di nutrimento che ci basta per campare, e ci abbandoniamo con fiducia nella sua Provvidenza, che non lascia mancare il necessario a nessuno. Il Signore provvede il nutrimento agli uccellini; volete che non abbia cura dell'uomo che vale infinitamente di più? Il fanciullo è abituato a trovar pronto ogni giorno tutto quello che gli occorre per il sostentamento, tanto che nemmeno più ci pensa. Ma ci pensano i genitori. Ed essi in questo caso sono proprio l'immagine sensibile della Provvidenza divina. Benediciamo, dunque, la Provvidenza divina. E se talvolta qualche nostro compagno, più povero di noi, manca del pane necessario, diamo volentieri qualche cosa della nostra tavola per rallegrare la sua mensa. Noi saremo, in quel momento, la mano della Provvidenza, che non lascia mancare il necessario a nessuno. E il pio gesto sarà registrato lassù nel Cielo.

Pagina 170

Pane arabo a merenda

219834
Antonio Ferrara 1 occorrenze
  • 2007
  • Falzea Editore
  • Reggio Calabria
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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L'auto riparte, noi abbandoniamo le bici senza pensarci due volte e seguiamo Nerone e la borsa nel furgone. Vorremmo salvare cane e borsa e andarcene, ma proprio adesso arriva il ragazzo delle consegne. Chiudiamo rapidamente il portellone e cerchiamo di non farci notare. Il ragazzo si mette al volante fischiettando. - Fifa, eh? — chiedo con galanteria. - Macché! — risponde Maristella. Purtroppo Nerone comincia ad annusare cannoli, leccare sciroppi, addentare panettoni, imbrattandosi e imbrattando dappertutto. Nel tentativo di bloccarlo, Maristella affonda una scarpa in una grande torta con la scritta "buon compleanno", scivolando si appoggia a me e così io cado seduto in una morbida cassata siciliana. Mentre Nerone continua ad ingozzarsi, Maristella ed io ci buttiamo alla disperata ricerca della nostra borsa. E così, distrattamente, cominciamo ad assaggiare qualche pasticcino sbandato, un torroncino sperduto. Dopo qualche minuto, infervorati dalla ricerca del tesoro, siamo tutti lì che mangiamo a quattro palmenti. - Eccola! — grida piano Maristella sollevando il sacchetto con la borsa sopra il groviglio di creme e marmellate. - Era ora! — faccio io. - Buh! — dice Nerone, leccandosi gli avanzi dì un bigné dai baffi. È ora di andare. Il furgone si ferma. Il ragazzo della pasticceria scende e va a suonare fischiettando al citofono di un portone verde per una consegna. Approfittiamo della sosta per aprire il portellone e darci alla fuga. Ci lasciamo dietro una scia di briciole e rimasugli di crema.

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