Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbandoni

Numero di risultati: 3 in 1 pagine

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Come devo comportarmi?

172114
Anna Vertua Gentile 3 occorrenze
  • 1901
  • Ulrico Hoepli
  • Milano
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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Ma può anche darsi che la sua fidanzata, quando sarà moglie, pensi che non è poi un gran male pagare alla giovinezza il suo debito di diletti; che vi pensi con la smania di chi accarezza gioie ignote, e vi si abbandoni con l'irrequietezza e la smania di chi dice: Finalmente!... »

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Ballando, la signorina si tenga diritta senza affettazione, nè si abbandoni troppo mollemente fra le braccia del cavaliers. Non si lasci sopraffare dalla tiinidezza e non si dia nè pure delle arie di sicurezza che non si addicono a una fanciuìla. Parli con garbo, senza inqualificabilità peritanze e senza ardire, con i giovani coi quali balla o deve ballare. E sopra tutto abbia il contegno modesto e dignitoso, di persona che vuol essere prima di tutto rispettata e non permette nessuna famigliarità, nessuna frase arrischiata o anche solo famigliare. In un ballo stanno male le signorine troppo sicure di sè, che parlano a dritto e a rovescio, girano per le sale a braccio de' giovinotti, e con essi vanno nelle sale dei rinfreschi e magari si mettono a sedere in disparte a conversare; e stanno pure male, le santarelline, che arrossiscono ad ogni parola che loro si rivolga, e rispondono per monosillabi, e tengono gli occhi chini, e stanno a braccio del ballerino con aria spaurita come se le minacciasse un pericolo. - « Mia figlia è un'angioletta che si trova spersa fuori delle pareti della casa; figurarsi poi ad un ballo!» - dicono certe mamme per scusare la goffaggine delle figliuole. Ho conosciuto delle signorine che ridevano allegramente ad ogni complimento loro lanciato dai giovinotti; e con quella giovialità, volevano dire che non credevano un'ette delle belle paroline che loro si scoccavano. Ne ho conosciute altre che alle frasi melate rispondevano con arguzia, criticando, rimbeccando pensieri e parole. E queste volevano far pompa dell'acutezza del loro spirito. Altre ancora, ascoltavano arrossendo, impacciate, imbarazzate. A mio avviso non facevano bene nè le prime, nè le, seconde, nè le ultime. La signorina deve sapere impedire la famigliarità, l'ardire e la melensaggine dei complimenti, con il modo corretto di comportarsi, con il tutto insieme che tiene a rispettosa distanza e merita lode e ammirazione sincera; lode e ammirazione che non isvaporano in parole, ma si manifestano nello sguardo e negli atti.

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La donna nubile, più che di eccitamento alla fantasia, ha bisogno di dare un pascolo al sentimento, si che non si abbandoni a se stessa, non ecceda, e nell'eccesso degeneri a debolezze. Agli eccessi del sentimento, ella deve imparare a dare il correttivo della chiara e ferma ragione. La vita della donna nubile, è certamente meno facile di quella della maritata, che ha il conforto degli affetti. È quindi necessario, che per affrontare la solitudine dell'anima, ella rinvigorisca la sua educazione e si rafforzi nella sicura rettitudine, nella piena coscienza di se, nell'armonia fra il pensiero e l'azione. Io credo che l'ordinata e severa istruzione storica e letteraria, possa dare fermezza e gagliardia alla fibra intellettuale e morale. Più una persona sa, e più basta a se stessa; e quando sa davvero e profondamente, non è mai saccente nè pedante. La saccenteria viene dalla presunzione non dal sapere; e il pedante è pretenzioso, non assennato.

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