Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA

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Salgari, Emilio 1 occorrenze

. - Tu non mi abbandoni mai. - Affrettiamoci, Tremal-Naik, - suggerì Nagor. Qui non spira buon'aria per noi. I sipai non tarderanno a ritornare. I due indiani si gettarono in mezzo al bosco sfondando i cespugli che facevano a loro ostacolo e guardandosi attorno per tema di cadere in qualche agguato. Dopo mezz'ora di corsa sfrenata, essi arrivarono al capannone abitato dai thugs. Nagor si arrestò al di fuori colla tigre e Tremal-Naik entrò. Kougli era sdraiato per terra, occupato a decifrare alcune lettere in sanscrito. Appena lo scorse scattò in piedi, muovendogli incontro. - Libero! - esclamò, non dissimulando la sua sorpresa e la sua gioia. - Lo vedi, - disse Tremal-Naik. - E Nagor? - È rimasto fuori! - Dammi la testa. - Quale testa? - Quella del capitano Macpherson. - Siamo stati battuti, Kougli. L'indiano fece tre passi indietro. - Battuti! Noi battuti! cosa vuoi dir tu? - chiese. - Voglio dire che il capitano Macpherson è ancor vivo. - Vivo! ... - Non ho potuto ucciderlo. - Parla! - Ha lasciato il bengalow senza che io lo sapessi. - E dove è andato? - A Calcutta. - A cosa fare? Tremal-Naik non rispose. - Parla! - Il capitano si prepara ad assalire il covo dei thugs. Egli sa che Raimangal è la vostra sede. Kougli lo guardò con terrore. - Ma tu sei impazzito!- esclamò. - Tremal-Naik non è pazzo. - Ma chi ci tradì? - Io. - Tu! ... tu! ... Lo strangolatore si slanciò su Tremal-Naik col pugnale in mano. Il cacciatore di serpenti rapido come un lampo gli afferrò la mano e gli torse il polso con tale violenza che le ossa crocchiarono. - Non far pazzie, Kougli, - diss'egli, con rabbia mal frenata. - Ma parla, dannato indiano, parla! - urlò lo strangolatore -. Perché ci hai tradito? Ma non sai tu che la tua Ada è sempre in nostra mano? Non sai tu, che le fiamme l'attendono? - Lo so, - disse Tremal-Naik con ira. - E dunque? - Vi ho traditi involontariamente. M'avevano fatto bere la youma. - La youma! - Sì. - E tu hai parlato? - Chi resiste alla youma? - Narrami quanto ti è accaduto. Tremal-Naik in brevi parole gli raccontò ciò che era avvenuto nel bengalow. - Hai fatto molto, - disse Kougli, - ma la tua missione non è ancor terminata. - Lo so - disse Tremal-Naik, sospirando. - Perché sospiri? - Perché? ... E tu me lo chiedi? ... Non sono nato io per assassinare vilmente la gente. È orribile, sai, ciò che io dovrò commettere, è mostruoso! Kougli alzò le spalle. - Tu non sai cosa sia l'odio,- disse. - Lo so, non temerlo, Kougli! - esclamò Tremal-Naik con accento selvaggio. - Se tu sapessi quanto vi odio! - Bada, Tremal-Naik! ... La tua fidanzata è sempre in nostra mano. L'infelice chinò il capo sul petto e soffocò un singhiozzo. - Torniamo al capitano, - disse lo strangolatore. - Parla, cosa devo fare? - Bisogna impedire, innanzi tutto, che il maledetto vada a Raimangal. Se giunge al nostro covo, la tua Ada è perduta. - È un'altra condanna che mi colpisce adunque? - chiese Tremal-Naik con amarezza. - Siete senza pietà, o tigri? - Non è una condanna. Guai a noi, se quell'uomo sbarca a Raimangal. - Cosa devo fare? Kougli non rispose. Si era preso la testa fra le mani e pensava. - Ci sono, - disse all'improvviso. - Hai trovato un mezzo? - Credo di sì. - Parla. - Il capitano, di certo, sceglierà la via d'acqua per giungere a Raimangal. - È probabile, - disse Tremal-Naik. - A Calcutta ed al forte William abbiamo degli affiliati nell'esercito e sui vascelli da guerra inglesi. Qualcuno occupa una posizione brillante. - Ebbene? - Ti recherai al forte William ed aiutato dai nostri affiliati ti imbarcherai sul suo vascello. - Io? - Hai paura? - Tremal-Naik non sa ancora cosa sia la paura. Ma credi tu che il capitano non mi riconoscerà? Un sorriso sfiorò le labbra di Kougli. - Un indiano può diventare un malese od un birmano. - Basta così. Quando devo partire? - Subito o arriverai troppo tardi. - È libera la via che mena al fiume? - I sipai che ci assediavano sono stati scacciati dal bosco. Kougli accostò le dita alle labbra e fischiò. Un thug accorse. - Sei uomini di buona volontà e d'un esperimentato coraggio si preparino a partire. La baleniera è sempre alla riva? - Sì, - rispose il thug. - Vattene. Kougli si levò da un dito un anello d'oro, d'una forma speciale, con un piccolo scudo sul quale vedevasi inciso il misterioso serpente, e lo porse a Tremal- Naik. - Basta che tu lo mostri ad uno degli affiliati - gli disse. - Tutti i thugs di Calcutta si metteranno a tua disposizione. - Tremal-Naik se lo passò in un dito della mano destra. - Hai altro da dirmi? - gli chiese. - Che noi vegliamo sulla tua Ada. - Eppoi? - Che se tu ci tradisci, la daremo alle fiamme. Tremal-Naik lo guardò con occhio torvo. - Addio, - gli disse bruscamente. Uscì e si avvicinò a Darma che lo guardava con inquietudine, come già indovinasse che il padrone tornava ad abbandonarla. - Povera amica, - diss'egli con voce triste e ad un tempo commossa.- Ci rivedremo non temere, mia Darma. Nagor avrà cura di te. Volse altrove la testa e raggiunse i thugs. - Conducetemi al battello, - comandò. I sette uomini si disposero in fila indiana e si cacciarono nella foresta tenendo i fucili sotto il braccio per esser pronti a servirsene al primo allarme. Alle due del mattino essi giungevano sulle rive del fiume e precisamente in una piccola rada, nella quale, nascosta sotto un ammasso di bambù, scorgevasi una svelta imbarcazione, una specie di baleniera. I remi erano a posto, e v'era pure un albero fornito di una piccola vela. Non mancava che d'imbarcarsi. - Si scorge nessuno? - chiese Tremal-Naik. - Nessuno - risposero i thugs. - In barca. I sette uomini salirono a bordo e si spinsero al largo.

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