Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbandonavo

Numero di risultati: 3 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

IL BENEFATTORE

662590
Capuana, Luigi 1 occorrenze
  • 1901
  • CARLO LIPRANDI EDITORE
  • prosa letteraria
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Due giorni dopo, col pretesto dell'arrivo di un mio zio, abbandonavo quella casa. Per una di quelle combinazioni che noi sogliamo attribuire alla scarsa immaginazione dei romanzieri in impiccio, ma che sono frequenti nella vita più che non si creda, alcune settimane dopo, io, che non avevo mai avuto occasione di incontrarmi con la mia bella bruna, mi trovavo faccia a faccia con lei presso una famiglia di comune conoscenza. La padrona di casa mi presentava. - Oh, - disse la signorina - conosco bene il signore! Era nostro vicino fino a poco tempo addietro. - Come mi ha riconosciuto? Non mi guardava mai, tutte le volte che si affacciava alla finestra. - Quando abbiamo l'aria di non guardare, noi donne - ella rispose - vediamo meglio. E perchè ha lasciato quella stanza? Eravamo soli, in un angolo, in quel momento; ed io mi sentii tutt'a un tratto il coraggio di dirle: - Ah, signorina! ... Per lei! - Per me? - Sia sincera; non gliene voglio! Si è divertita a burlarsi di me con quei picchi alla parete, con le stranissime cose che si è piaciuto di darmi a intendere? - Io? ... E mi guardava con certi occhi spaventati, quasi temesse di aver da fare con un pazzo. -. Non è stata lei? ... Ma dunque ... Rideva, rideva ... e protestava: - Si figuri! Io dormo all'estremità opposta. Qualcuno in quella casa si è divertito con lei. - No; i picchi e la voce venivano dall'altra parte ... Rideva, rideva ... e protestava: - È impossibile! - Chi dunque mi diceva ... ? Chi dunque mi rispondeva? Riferii i dialoghi parola per parola. - Che vuole che ne sappia? - ella disse. E, presa da femminile curiosità, dopo un attimo di esitanza, soggiugeva: - E chi era quest'altra di cui le diceva che era innamorato? - Lei, signorina! ... E diceva la verità! - Io? Io sono fidanzata - ella rispose, cessando di ridere. Lelio Neri fece una breve pausa; poi si rivolse al vecchio filosofo che era stato ad ascoltarlo attentamente: - Che cosa debbo credere? A un'inesplicabile allucinazione? Alla leggenda? Noti che allora io la ignoravo. - Che vuoi che ti risponda? - concluse il filosofo, scrollando la grossa testa canuta. - Amleto ha detto: Vi sono, Orazio, tante e tante cose nel cielo e nella terra che la vostra filosofia ignora! - E non si può ancora dire niente di più savio intorno a questo argomento! FINE. 53

Racconti 1

662658
Capuana, Luigi 1 occorrenze
  • 1877
  • Salerno Editrice
  • prosa letteraria
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Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico

675829
Garibaldi, Giuseppe 1 occorrenze
  • 1870
  • Fratelli Rechiedei
  • prosa letteraria
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Certo cadendo, mi sarei fatta in pezzi sul selciato, o contro qualche ostacolo della via, quando un giovane coraggioso lanciatosi dal marciapiedi come un lampo attraversa la via, getta la sua mano sinistra alle briglie e mi cinge robustamente colla destra mentre già mi abbandonavo sfinita. Allo strappo violento della mano del mio salvatore il cavallo fa un mezzo giro a sinistra, inciampa e va a fracassarsi il cranio contro il muro di una casa. Io era salva, ma svenuta e quando ripresi i sensi mi trovai nel mio letto, in casa mia, attorniata dalle mie donne. E chi era stato il mio salvatore? a chi chiederlo? Feci chiamare il domestico che mi accompagnava ma tutto quanto egli mi seppe dire era: che seguendomi da lontano giunse sul luogo della catastrofe quando io era già trasportata in una casa vicina da dove, palesando il mio nome mi fece trasferire subito nel mio palazzo. Altro non seppe dirmi del mio salvatore se non che egli era un giovine e che s’era ritirato dopo avermi consegnata alle donne di quella casa. Però la mia ardente immaginazione aveva indovinato o distinto anche in mezzo a tale pericolo i lineamenti atletici di quell’agile e robusto giovine. I suoi occhi avevan lampeggiato un solo istante nei miei ma quel lampo si era indelebilmente trasfuso ed impresso nel mio cuore. Io non potei più dimenticare quella sua fisionomia che ricordava gli eroi Romani scolpiti nell’anima mia. Oh! lo riconoscerò ben io se lo rivedo, dicea tra me, fosse egli romano! se è romano dev’essere della schiatta de’ quiriti, del mio popolo ideale! del mio culto! Una sera (voi conoscete l’uso in Roma di visitare il Colosseo al chiarore della luna), una sera, dico, accompagnata dallo stesso domestico io usciva da quel gigante delle ruine per tornare a casa. Ad una certa distanza essendosi diradata la folla, nel girare il canto della via che dal Tarpeo mette al Campidoglio ed all’ombra di quell’immenso edificio, un colpo di bastone rovesciò il mio domestico e due malandrini afferrandomi per le braccia cominciarono a trascinarmi violentemente verso l’arco di Severo.

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