Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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La pittura moderna in Italia ed in Francia

252769
Villari, Pasquale 1 occorrenze
  • 1869
  • Stabilimento di Gius. Pellas
  • Firenze
  • critica d'arte
  • UNIFI
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Nato nel momento in cui la Francia abbandonava la storia filosofica del secolo XVIII, e creava una nuova storia narrativa, quando i romanzi storici di Walter Scott commovevano l’Europa e la poesia anch’essa diveniva storica; egli vide che la pittura era per forza trascinata a seguire la stessa via. L’ideale antico non era più sentito, i miti religiosi impallidivano innanzi al progredire d’una filosofia astratta e dello scetticismo che dominava gli animi; lo slancio fantastico del Delacroix, che somigliava quasi all’estro impetuoso del Byron, neppure contentava più. Non v’era bisogno d’una protesta così ardita contro un passato già morto; non v’era più tanto ardore contro pastoie già spezzate, e l’Ingres aveva rimesso in onore lo studio severo del disegno e della scuola italiana. L’arte cercò allora, insieme con la letteratura, il suo ideale nella storia. Lo studio del vero, del cinquecento, delle passioni umane, del disegno, del colore, delle espressioni, tutto poteva coordinarsi ed armonizzarsi in questo nuovo indirizzo. Il soggetto non era così vicino da divenire prosaico, nè così lontano da permettere i capricci d’una sbrigliata fantasia. Il Delaroche aveva energia di volontà pari a quella dell’Ingres, e si dette con la medesima perseveranza a compiere la nuova impresa. Studiò l’antico, il vero e la storia; studiò il disegno ed il colore, e dette la sua ultima forma alla pittura storica francese, che fu la più popolare in Francia ed in Europa, quella che ebbe un maggior numero d’imitatori.

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