I membri del Gabinetto, dopo la loro riunione di stamane, hanno abbandonato la capitale, diffondendosi verso le sedi delle loro vacanze estive. Tutto ciò che l’Inghilterra aveva da dire sull’insuccesso della Conferenza è stato detto da Bridgeman a Ginevra. Downing Street non ha niente da aggiungere, e se ne va in ferie come d’ordinario.
Vanzetti ha ripreso lo sciopero della fame, da lui abbandonato giorni sono. Sacco non prende cibo da ormai tre settimane, e le sue condizioni fisiche — a quanto si dice — appaiono debilitate all'estremo. Tutto il suo stato d'animo è oltremodo depresso. Sembra che il Comitato per la difesa dei due italiani si proponga di appellarsi alla Suprema Corte di Giustizia, ma i più esperti legali non vedono su quali basi giuridiche possa fondarsi questo nuovo ricorso. Il motto del Comitato è: «Sacco e Vanzetti non debbono morire.». Pure, tutte le risorse offerte dalla legge per arrestare la mano del carnefice appaiono ora esaurite. La possibilità che intervenga il Presidente Coolidge appare praticamente esclusa. Si teme che qualunque appello sia rivolto alla Casa Bianca non ottenga se non la risposta che il caso di Sacco e Vanzetti rientra nella competenza esclusiva dei poteri giudiziari del Massachussetts.
Costei, durante il lavoro, il giorno dello scoppio eludendo la sorveglianza del personale dirigente, avrebbe abbandonato il proprio posto di lavoro passando nei locali dove trovavasi la carta fosforica adoperata pella fabbricazione dei fiammiferi ed impossessatasi di qualche pezzettino, se l’avrebbe nascosto in seno. Ritornata quindi nel proprio reparto, nei movimenti fatti durante la lavorazione a cui la ragazza era adibita, la carta le sarebbe scivolata dal seno, andando a finire per terra. Il cucchiaione di cui si serviva avrebbe, non si sa in quale modo, sfregato sulla carta fosforica caduta a terra provocandone l’accensione e quindi lo scoppio. Per quanto riguarda invece la mancanza di cautele e l’accusa che si muove ai dirigenti dello stabilimento per il pessimo stato in cui trovavasi la fabbrica, gli imputati all’unisono rispondono che ogni cautela fu presa per preservare lo stabilimento da un disastro: che per ottenere l’apertura e l’esercizio della fabbrica fu necessaria la preventiva visita di collaudo da parte delle autorità competenti.
Accademia della crusca
