Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Le due vie

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Brandi, Cesare 1 occorrenze

Prendendo in considerazione solo un fattore come causa esclusiva, Marx ha abbandonato i princìpi dell’empirismo. Solo i razionalisti e gli aprioristi possono passar sopra alla mera natura statistica delle leggi sociologiche: l’empirista conosce che il fattore del caso non può essere mai eliminato dalle occorrenze storiche.» Ma se in sede teorica neo-positivistica è facile sbarazzarsi di una dottrina formulata più di un secolo fa, il fatto che questa possa ancora offrire una così larga base al pensiero e all’azione, esige proprio un’interpretazione più dialettica che materialista: ed è allora che quanto per un neo-positivista rappresenta, nella teoria marxista, un incombusto avanzo idealista, la dialettica hegeliana, appare la ragione della sua possibile e continua rivitalizzazione. «Non più che della psicoanalisi — osserva Merleau-Ponty 44— è possibile sbarazzarsi del materialismo storico, condannando le concezioni ‘riduttóri’ e il pensiero causale in nome di un metodo descrittivo e fenomenologico, perché non è legato più della fenomenologia alle formulazioni causali, che se ne siano potute dare, e, come la fenomenologia, potrebbe essere esposto in tutt’altro linguaggio. Il materialismo storico consiste tanto nel rendere l’economia storica che, la storia, economica. L’economia sulla quale viene a poggiare la storia non è, come nella scienza classica, un ciclo chiuso, di fenomeni oggettivi, ma un confronto in atto di forze produttive e di forme di produzione che arriva a fine solo quando le prime escono dal loro anonimato, prendendo coscienza di se stesse e divengono così capaci di mettere in forma l’avvenire. Ora, il prender coscienza è evidentemente un fenomeno culturale, e per quel tramite possono introdursi nella trama della storia tutte le motivazioni psicologiche. Una storia ‘materialista’ della Rivoluzione del 1917 non consiste nello spiegare ogni spinta rivoluzionaria con l’indice dei prezzi al dettaglio al momento considerato, ma nel ricollocarla nella dinamica delle classi e nei rapporti di coscienza, variabili da febbraio a ottobre, fra il nuovo potere proletario e l’antico potere conservatore. L’economia si trova reintegrata alla storia piuttosto che la storia ridotta ad economia [...] Il materialismo storico non è la causalità esclusiva dell’economia.» Con che la critica fenomenologica viene a concordare con quella neo-positivista, ma, oltrepassando la lettera, salva lo spirito: anche se in modo non certo ortodosso, dal punto di vista marxista-leninista.

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