Per questo, la vita dei piccoli malati non è triste, ma per Michele era triste il pensare alla sua mamma che soffriva per lui, alla scuola, ai compagni abbandonati. Una mattina, mentre egli pensava appunto alla sua mamma e ne sperava la visita, vide le suore muoversi con insolita fretta nelle sale, nei corridoi, nelle corsie, bisbigliando tra loro; poi, accompagnata dai dottori, entrò una signora alta, vestita di grigio, che si fermò dapprima accanto ai lettini dei malati più gravi, piegandosi ad accarezzarli e chieder loro come stavano. Il suo viso bruno, i grandi occhi neri e il sorriso melanconico della sua bella bocca esprimevano una tenerezza ed una pietà materne. Poi visitò la sala di refezione, dove stavano Michele ed i suoi compagni, ed a tutti rivolse domande e parole dolci. Sulla testa di Michele posò lievemente la mano e chiese se egli andava a scuola. - Sì, - egli rispose commosso. E quando ella soggiunse: «Allora guarirai i presto» egli sentì che l'augurio si sarebbe avverato. Poichè ella era la Regina d'Italia, e alle Regine buone come lei Dio concede ogni grazia.
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