Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbandonati

Numero di risultati: 5 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

Cosima

243725
Grazia Deledda 1 occorrenze
  • 1947
  • Arnoldo Mondadori Editore
  • Milano
  • verismo
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Alcune donne di malaffare, appollaiate in certe casupole del quartiere di San Pietro, il piú schiettamente popolare della cittadina, attiravano questi giovanetti esuberanti di vita e abbandonati a se stessi. Il signor Antonio, un po' tardi, si avvedeva di aver dato anche lui troppa libertà al ragazzo, buono e generoso in fondo, ma con tutti gli istinti di una razza ancora primitiva. Un furore muto, alimentato di rimorso, di paura per l'avvenire, di propositi di fermezza e di repressione ad ogni costo, lo sostenne nel lungo interrogatorio che fece ad Andrea. Il giovane negava di aver preso i denari: allora il padre

Pagina 43

Il marito dell'amica

245140
Neera 1 occorrenze
  • 1885
  • Giuseppe Galli, Libraio-Editore
  • Milano
  • Verismo
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Pensava ai poveri, ai vecchi, agli abbandonati, agli infermi, ai bambini traviati, alle donne perdute e vedeva questa turba immensa di persone tendere le braccia a lei, chiederle quelle forze d'amore che non aveva potuto dare ad altri, quell'alta intelligenza del dolore che aveva acquistato soffrendo e prometterle in cambio un riposo di tutti i suoi affanni, una serenità completa e sicura nell'obblìo di sè stessa. Infervorandosi nella sua idea, andava più in là. Giunse al punto di chiedere a sè stessa se veramente avesse amato Emanuele, se tutto non era stato un sogno, una follìa di mente esaltata; e le parve in coscienza di dover conchiudere così. Da otto anni una ciocca di capelli biondi, chiusa in un piccolo medaglione d'argento con due iniziali intrecciate non l'aveva abbandonata mai. Ma ora, credette giunto il momento di distruggere anche questo ultimo avanzo di un amore che voleva rinnegare. Maria si avvicinò al caminetto, tenendo fra l'indice e il pollice la ciocca bionda, che il tempo aveva abbrunita come fosse oro vecchio; la contemplò per pochi istanti, con tristezza, e poi la lasciò cadere in mezzo alla fiamma, che divampò subito crepitando. Un odore disgustoso, leggermente nauseabondo, si diffuse per la stanza, odore di cosa morta, che fece indietreggiare Maria, mentre i suoi occhi aridi non abbandonavano il guizzo serpentino della fiamma. Così dunque, o amore, disseccato non sei altro che una putredine - pensava - ed io ti portai otto anni sul cuore, ciocca immonda, umida dei, baci di tutte le donne ch'egli avrà conosciute prima di me!... Prima e durante; quando ella lo aspettava sitibonda d'amore alla finestra, ed egli passava le serate fuori, tornando poi pallido e tranquillo... Ella avrebbe voluto ora avventarsi su quella ciocca già distrutta, perchè il fuoco le sembrava troppo nobile fine; e rammentava, indignata, la dichiarazione di poche sere prima, una dichiarazione d'amore, adesso che era marito e padre.

Pagina 136

Il ritorno del figlio. La bambina rubata.

245261
Grazia Deledda 1 occorrenze
  • 1919
  • Fratelli Treves, Editori
  • Milano
  • Verismo
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Perchè vi sono cuori abbandonati a sè stessi come terre incolte: basta smuoverli e seminarli perchè diano frutto. Ma Davide pensa che il suo cuore è duro perchè deve essere duro: e se il bambino misterioso è Colui che tutto vede ne sa il perchè: inutile quindi fingere un turbamento che non si sente. Infine, poi, l'uomo veramente frustato dalla sventura non può più amare neppure lo stesso Dio.

Pagina 5

Il romanzo della bambola

245591
Contessa Lara 1 occorrenze
  • 1896
  • Ulrico Hoepli editore libraio
  • Milano
  • Verismo
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Si raccomandò al cielo; ma in cielo ci sono i santi che, a volte, proteggono le bestie, perchè le amarono in vita, come sant'Antonio, san Francesco, san Benedetto, san Rocco; nessuno protegge i giocattoli, abbandonati da tutti quando li abbandonano i bambini. Nelle sue corse rapide, il sorcio le si accostò parecchie volte; poi, da bravo, forse perchè glie n'era piaciuto l'odore, si mise a rosicchiarle una scarpina, una delle sue belle scarpine di cuoio bronzato. Dati i primi morsi, staccò un pezzetto della suola sottile di pelle di guanto; e per un poco, finchè non ebbe terminato il boccone, la Giulia non sentì più scosse. Ah, fosse finito lì il suo spavento! Ma che! L'animale, fatto un foro nella scarpa, attaccò la calza di seta, che i suoi denti lunghi e puntuti ragnarono tutta. Allora principiò per l'infelice pupattola il martirio di sentirsi divorar lentamente il povero piccolo piede, senza poterlo ritirare, anzi, dovendolo abbandonare inerte, come cosa morta. Le sembrava che, insieme al piede, la bestia le dilaniasse il cuore, la testa, ogni nervo del corpicino. Perchè, perchè non veniva ora la sua Marietta a strapparla di lì, a salvarla? Nessuno! Nessuno si ricordava piú di lei, rifiutata, buttata via senza pietà, come un impiccio, come un limone spremuto. Dal buco fatto nella pelle fina del roseo pieduccio, una ferita orrenda, la segatura scorreva, e ne' sussulti impressi dal topo nel roderla, si vuotava parte della gambina; che rimase poi lì con la sua pelle floscia, cadente, quando l'animale si fu ben impinzato e volle mutar cibo. Fuori, l'inverno era finito, e la primavera, con le sue magnifiche giornate, già tiepide e odorose di fiori, invitava a lasciar la città per i semplici divertimenti all'aria aperta della bella campagna. Anche per i signori de' Rivani era prossima la partenza; e già si facevano in casa tutti i preparativi. Il Moro era stato il primo a esser nominato dalla Marietta tra le cose da portare con sé. Con lui ella avrebbe fatto chi sa quante galoppate allegre per il bosco, sotto gli alberi, dove anche a mezzogiorno c'è ombra. Si trattava di condurlo perfino ai bagni di Viareggio; per le gite lungo la spiaggia e le colazioni nella pineta, dove tutte le sue amiche e più ancòra le bambine conosciute colà l'avrebbero invidiata. Innanzi di lasciare Roma per tutti i mesi della villeggiatura, la signora de' Rivani soleva fare una distribuzione degli oggetti usati di vestiario alle sue persone di servizio e a' suoi poveri; ma prima che agli altri alla famiglia della propria sorella, signora Amalia Cerchi, mamma di Camilla: una signora che, come abbiamo detto, s'era maritata male ed era poco felice. Alla signora Amalia e a Camilla, dunque, venivano, quasi di diritto, gli oggetti migliori fra quelli scartati; e si dava loro anche roba addirittura nuova perchè non si mortificassero. Quell'anno, poi, c'era un monte di vestiti, di sottane, di mantelletti, una sfilata di cappelli, e scatole di guanti, e cassette di scarpe; più regali del solito, perchè anche il signor Giovanni aveva inzeppato il guardaroba al suo ritorno da Milano. Nella stanza degli armadi, davanti agli sportelli spalancati, stavano la signora de' Rivani con la signora Amalia e le due cuginette: la Marietta e Camilla. Nessuna persona di servizio assisteva a quella scelta, per non offendere la miseria della signora Cerchi. - Questo non lo prendo, sai - diceva la signora Amalia alla sorella, tenendo in mano un abitino di velluto - perchè per Camilla è troppo bello. - No, anzi, prendilo; l'ho messo da parte proprio per lei - insisteva la madre della Marietta.

Pagina 35

L'indomani

246417
Neera 1 occorrenze
  • 1889
  • Libreria editrice Galli
  • Milano
  • Verismo
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«Nel Ragioniere Bertini v'è lo studio d'altri tipi abbandonati nella società moderna: la vedova esperta del mondo, che predica continuamente alla figlia di trovarsi un marito; la giovinetta, corrotta in parte dalla madre, che civetteggia; ed il burocratico, pieno di studi, che non conosce il mondo.» Giornale Il Napoli (2 Dicembre 1888).

Pagina 208

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