Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIFI

Risultati per: abbandonati

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L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi

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Vettese, Angela 1 occorrenze

Forse ancora più emblematico a questo proposito è il caso della Street Art, una forma d’espressione nata negli anni Settanta come linguaggio spontaneo nelle strade dei sobborghi newyorkesi per esprimere il disagio sociale di quei giovani che, per sentirsi più forti e meno abbandonati a se stessi, si riunivano in bande. Tag, graffiti e disegni abusivi sui muri e sui vagoni della metropolitana erano, in quegli anni di aspri disordini e scontri sociali, urla libere contro il sistema, atti di critica selvaggi e allo stesso tempo temerari. Qualche anno dopo, il graffitismo, inglobato nel sistema da galleristi come Annina Nosei, Bruno Bischofberger e Tony Shafrazi, sarebbe diventato una moda, passando dal muro alla tela, e avrebbe lanciato talenti come Keith Haring, Jean-Michel Basquiat e Kenny Scharf. Fu così che un'arte originariamente nata senza alcuno scopo né valore commerciale si tramutò, nelle mani di abili mercanti, in una miniera d’oro, tanto che si narra che Annina Nosei, vista la crescente richiesta di opere di Basquiat, artista geniale ma senza regole, lo costringesse a dipingere giorno e notte in uno scantinato. Questi meccanismi non sono affatto nuovi. L’intervento della committenza e delle revisioni commerciali e tecniche sono all’ordine del giorno anche nell’arte antica.

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L'arte di guardare l'arte

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Daverio, Philippe 1 occorrenze

Gli svizzeri si impadroniscono del campo, di centinaia di cannoni abbandonati, di tonnellate di polvere da sparo e di un bottino che mai fino a quel giorno si pensava di potere portare a casa. Carlo viaggiava accompagnato da tutti i suoi beni: i sigilli d’oro del governo, le corone, le vesti e le stoffe, i tendaggi e gli arazzi, le tavole dipinte dai maestri delle Fiandre e i codici miniati. Il bottino venne esposto, poi divenne motivo di appetiti e di litigi, smembrato e venduto ai rigattieri. Le pietre preziose, staccate dalle corone, furono impegnate presso i Fugger. Il suo esercito ricostituito sarà poi sconfitto a Murten (o Morat, in francese) all’inizio dell’estate. Lui stesso verrà ucciso all’inizio dell’anno successivo nella battaglia di Nancy. Gut, Mut, Blut: perse i beni (Gut) a Grandson, il coraggio (Mut) a Murten, il sangue (Blut) a Nancy. Tutto iniziò come è d’obbligo in terra svizzera con la perdita dei beni, che erano assolutamente mobili.

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L'arte è contemporanea. Ovvero l'arte di vedere l'arte

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Sgarbi, Vittorio 2 occorrenze
  • 2012
  • Grandi Passaggi Bompiani
  • Milano
  • critica d'arte
  • UNIFI
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Il mondo di van Gogh è quello degli abbandonati, dei derelitti o, come ne La ronda dei carcerati, quello dei galeotti durante l’ora d’aria, sotto un muro che non ha confini, in un horror vacui che non ha spazio per il cielo, per la luce: muri che restituiscono immediatamente la sensazione di un interno di prigione da cui non è possibile fuggire. Personaggi anonimi, molti senza volto, assimilati ai mattoni: il colore con cui sono rappresentate le figure dei detenuti è il medesimo dei muri che gli stanno intorno, trattato con uno stile personalissimo, che nasce dal soggetto sgradevole, dal brutto e non dal bello.

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Avrebbe più senso destinare quelle risorse, peraltro scarse, al recupero di ciò che l’archeologia consente di ritrovare di Ercolano, di Pompei, dei siti abbandonati, e mettere in sicurezza quella ricchezza artistica latina, greca, fenicia, egizia il cui valore non è in discussione, che poi è la stessa che popola i musei, attirando masse di visitatori e non qualche sparuto manipolo di intellettuali. Avrebbe certamente più senso usare il denaro pubblico così, anziché per allestire mostre di Damien Hirst, che vende le sue opere per decine di milioni di euro.

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