Poco avea disegnato e meno dipinto prima d’ottenere codesto ufficio, nulla più fece poi; e abbandonati affatto i pennelli, parlò sempre ai giovani scuolari, ma non disse loro pure una volta, ecco come si opera. Guai ai maestri dell’arte che disputano e scrivono, soleva dire il Canova, è segno che non osano e non sanno fare.
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Abbandonati i metodi meccanici, che la riducevano a mestiero, si cercarono e disegnarono le statue e i dipinti dei grandi maestri, si studiò il vero e l’anatomia, si attese con più amore e accuratezza al soggetto. Certo non vuolsi tacere che la troppa smania dell’imitare le sculture greche, piuttosto che la natura, facesse nascere una nuova scuola accademica, che volle dirsi, e male a proposito, classica; la quale trapiantando in Italia il gusto tal volta esagerato del francese Giacomo Luigi David, allontanò per allora la pittura da una maggior perfezione: ma nemmeno può negarsi che queste opere del Benvenuti avessero molti pregi, e che il suo nuovo metodo, rovesciasse affatto i vecchi sistemi, conducendo per lento ma sicuro trapasso sopra una strada migliore.
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