Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Racconti, leggende e ricordi della vita italiana (1856-1857)

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D'Azeglio, Massimo 1 occorrenze

Cosí le cose mie, anzi le nostre, vanno bene; i miei aderenti, che sanno di non essere abbandonati nel pericolo, ridono sul viso di chi crede spaventarli colle smargiassate, e cosí, facendo tutti una famiglia, si campa; e, coll'aiuto del Signore, si camperà dell'altro. Gliel'ho detto, signor lettore, che ce n'era pur uno de' sillogismi che non aveva bisogno di cura! Questo, se non sbaglio, sta come un Cesare, e per lui non occorre trattato patologico; ma siamo finalmente d'accordo che molto occorrerebbe per gli altri. Dunque lo scriva! dice lei. Oh! qui lo volevo! Fossi matto a perderci il tempo! Sarebbe lo stesso come prender la cura d'una bella signora, di quelle piene di grilli, di convulsioni, fatte a modo loro, che ogni giorno n'hanno una nuova, e non fanno mai un rimedio ragionevole, né tengono un minuto un regime che abbia buon senso: ed in conclusione fanno impazzare il medico, e per contentino gli danno dell'asino e lo mettono fuor dell'uscio per ricompensa. Veda che bell'occupazione vorrebbe che m'accollassi! Scartiamo dunque anche quest'argomento e lasciamolo a chi ha tempo da battere e campa d'entrata. Un terzo me n'avevano suggerito, ma si va di male in peggio. Volevano che me la pigliassi, nientemeno, con un apostolo! Un apostolo francese che, non saranno sei mesi, ha pubblicato un libro, del quale ora mi sfugge il titolo, ma, per quanto mi pare, dal suo contesto dovrebbe essere: Correzioni ed eccezioni al Vangelo... qualche cosa di simile. Non sa di chi voglia parlare? Che vuole? non ho proprio la memoria de' nomi; ma il nome non ci ha che fare: e siccome la memoria delle idee e del loro senso l'ho discretamente, è un momento a dargliene un sunto. Ecco qua. Ella sa che ogni cristiano crede che siamo tutti figliuoli dell'istesso padre, ricomprati tutti all'istesso prezzo, e che perciò le anime nostre, sien esse rinchiuse nella spoglia d'un principe, come in quella d'un mendico, tutte, senza eccezione di climi, di lingua, di colore, abbiano agli occhi del Creatore il valore e l'importanza medesima. Tutti credevamo cosí, e questa fede ci pareva trovarla scolpita in ogni pagina del Vangelo. Che vuol che gli dica? Pare che ora la cosa diventi per lo meno molto dubbia, a dar retta al suddetto apostolo... e, alla fine, anche lui, subito che è apostolo, ha diritto di parlare, ed avrà i suoi motivi. Ecco dunque invece come starebbe la cosa. Resterebbe sempre vero che la fede nostra è fondata sopra un riscatto, del quale siamo tutti partecipi; ma parrebbe necessario, onde questa fede potesse vivere, mantenersi e prosperare, che una frazione dell'umanità... poca cosa, badi! tre milioni d'uomini circa... si spogliassero, o piuttosto venissero spogliati dai loro fratelli di quest'eredità comune. Parrebbe - sempre secondo l'apostolo - che a tutti i cristiani si debba far giustizia ed usar carità indistintamente, e siccome ad usar questa carità e questa giustizia omo per omo è affare lungo ed incerto, perciò si sono inventate leggi uguali per tutti, appunto per prenderceli sotto tutti indistintamente: onde si può dire che questo complesso di leggi essendo ciò che con un solo vocabolo si chiama un governo, ne venga per conseguenza che l'espressione piú estesa, anzi piú completa ed assoluta della giustizia e della carità evangelica sia su questa terra un buon governo. L'apostolo dice dunque che a questo buon governo tutti i cristiani hanno diritto, e, secondo lui, nel buon governo articolo principale v'è il poter dire quel che si pensa ed anche scriverlo, se si vuole, senza che nessuno vi si metta tra' piedi: ed anzi, siccome pare che nel suo paese gli abbiano voluto misurar la chiacchiera ed accordarne un tanto per uno, una porzione competente che ci si possa campare - perché dice che là a non aver questo sfogo si muore - ma non di piú, e non permettere che la gente se ne prenda quanta vuole, bisogna sentirlo, l'apostolo, che razza di coroncina sfila a chi ha stabilito una tale misura! Ma questo lasciamolo da parte. Dunque, ad un'applicazione completa delle massime evangeliche, detta altrimenti un buon governo, tutti hanno diritto, salvo questi tali tre milioni. E, siccome il Vangelo non fa questa riserva, qui sta il bello del libro, che dovrebb'essere intitolato: Correzioni, ecc. come ho detto dianzi. Oh! perché mi vuol ella stabilire questi iloti nella cristianità? Badi, non son io che voglio; io non voglio nulla; è l'apostolo francese: e la ragione che ne dà a certuni pare fondata su uno di quei tali sillogismi che hanno bisogno del medico. Dicono, per esempio, che ammettendo pure la necessità di fondare questa fede sulla collottola di tre milioni di tribolati, la giustizia vorrebbe almeno che i 150 o 200 milioni d'uomini della medesima opinione che sono pel mondo si dividessero per tre, si dessero la muta, efacessero un po' per uno a portar in collo questa fede e le sue necessità - all'incirca come nei reggimenti si dividono fra i soldati i tours de corvée. Dicono altresí che per mantenere nel rimanente del globo questa fede col suddetto mezzo, che cosa succede? Succede che se prospera fra gli altri, muore etica presso que' tali tre milioni; perché, invece di far una traduzione libera del famoso Moriamur pro rege nostro, cc. de' Magiari, e mettervi fide nvece di rege, andano a far benedire la fede e chi le vuol bene, e pur troppo tutt'in un fascio il suo primo autore, e questo è il frutto piú spiccio di quella bella combinazione. Insomma ne dicono molte. Ma, ripeto, quando un apostolo parla deve avere i suoi motivi. Egli dice che il capo della fede ha bisogno d'esser libero di insegnare al mondo e guidarlo colla voce e coll'esempio. Cioé, deve potergli dire senza sindacati: ?Signori, questa è la teoria e questa è la pratica, prova che la teoria è buona!? e s'appoggia al seguente sillogismo, quello appunto nel quale parecchi vedrebbero la crittogama: - Una teoria buona, dopo una lunga e libera applicazione, deve produrre effetti buoni. Questi tre milioni (piú o meno) d'uomini, dopo una prova d'un migliaio d'anni, durante i quali l'esperienza s'è fatta colla maggior somma di autorità che si possa immaginare, quella cioé che obbliga egualmente l'anima ed il corpo; dopo questi dieci secoli, dico, i detti tre milioni sono riusciti i piú infelici, i piú corrotti, i piú rovinati di tutta l'umanità civile; dunque bisogna mantenerli come sono, onde il loro padrone possa esser libero di dire al mondo: - La mia teoria è la migliore di tutte; - e mostrarli come un esempio da invogliare chi non ne avesse assaggiato. Ora, questo sillogismo sarà sano, sarà ammalato; io non lo so e non lo voglio sapere. Se è sano, prosit; e è ammalato, vada pel medico; ma non lo prendo in cura io, perdio! Fosse aver da fare cogli apostoli d'una volta - Dio li benedica! - con loro si poteva discorrere. Chi li mandava, aveva loro date le istruzioni, come si fa sempre, ed in queste istruzioni - ancora ci devono essere in archivio - era detto che vedessero di persuadere la gente colle buone, e si preparassero ad esserne mal ricevuti e soffrirne di tutte le razze; a non dovessero opporre altre difese fuorché la pazienza e la dolcezza, perché trattandosi di persuadere e non di usar violenza, ci voleva mansuetudine e non livore; ma ora pare che abbiano domandate nuove istruzioni, che le abbiano ricevute e che ci sia - è vero che nessuno le ha vedute le nuove - tutt'un'altra canzone; che ci sia detto chiaro e tondo: - Tutte quelle dolcezze erano buone finché stavate fuor dell'uscio e bisognava farvi aprire: ma ora che v'hanno aperto e siete entrati, e, si può dire, siete diventati di casa, mutate registro; e il primo che vi guarda di traverso, mettetelo fuor dell'uscio lui; e non basta: dategli dietro e pigliatelo a sassi, e aizzategli addosso bestie e cristiani, senza lasciargli un'ora di bene, neppure quando sia nella bara, ecc., ecc. Un po' po' di bagattella! e vorrebbero che io me la pigliassi coll'apostolo! Io m'ingegnerò di campare, e campare in pace se piace a Dio, e di questi gatti a pelare non me ne piglio. Dunque? È mezz'ora che si discorre, ed un nuovo argomento da trattare ancora non è scappato fuori! Vuol che gliela dica? Nelle malattie del mondo, come in quelle degli uomini, ci son certe epoche dove a voler scrivere ricette, e dar ampolle e rimedi, si fa peggio. La meglio dunque è star zitto, o parlare di scioccherie senza conclusione. Via via, avevo cominciato dicendo che il mio solito argomento doveva venire oramai a noia, e invece, d'una parola in un'altra, che cosa si viene a scoprire? Sissignore; si viene a scoprire che l'uomo della situazione è il sor Checco Tozzi.

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