Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIPIEMONTE

Risultati per: abbandonata

Numero di risultati: 8 in 1 pagine

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Astronomia

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J. Norman Lockyer 1 occorrenze

È questa un'ipotesi seducente che per qualche tempo trovò favore fra gli scienziati, ma essa è oggi abbandonata perchè troppo inetta a dare ragione di tutti i fatti conosciuti, e meno che mai dell'Universo. Fu osservato che i vapori di frammenti di meteoriti portati ad alta temperatura danno spettri luminosi identici, per quel che riguarda idrogeno e il carbonio, agli spettri delle nebulose.

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Osservazioni astronomiche e fisiche sulla grande cometa del 1862 con alcune riflessioni sulle forze che determinano la figura delle comete in generale

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Schiaparelli, Giovanni Virginio 1 occorrenze
  • 1873
  • Ulrico Hoepli
  • Milano-Napoli
  • astronomia
  • UNIPIEMONTE
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IV), cioè una convessità verso la plaga del cielo abbandonata dalla Cometa; tale convessità fu notata il giorno 10, in cui ebbe luogo il passaggio della Terra nel piano dell’orbita. Abbiamo dunque qui indizio positivo, che la curvatura della coda I giacesse fuori del piano dell’orbita. Sul che ragioneremo distesamente più avanti.

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Storia sentimentale dell'astronomia

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Piero Bianucci 6 occorrenze

Questa idea fu poi abbandonata quando i fenomeni di interferenza mostrarono la natura ondulatoria della radiazione luminosa, ma verrà riesumata da Einstein, che nel 1905 introdurrà il concetto di “fotone” per spiegare l’effetto fotoelettrico (il lavoro che 16 anni dopo gli procurò il Nobel per la fisica).

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Questa teoria fu in auge nel Settecento ma venne abbandonata per quella ondulatoria dopo gli esperimenti sull’interferenza di Thomas Young e Augustin Fresnel (1815). Ad essa si ritornerà tuttavia nel 1905 grazie al lavoro di Einstein sull’effetto fotoelettrico. Paradossalmente, Boskovic escogitò il suo esperimento con il cannocchiale ad acqua per dimostrare il carattere corpuscolare della luce, mentre Respighi lo eseguì per dimostrare l’opposto: la natura ondulatoria dei fenomeni luminosi. Entrambe le teorie erano, in un certo senso, corrette: oggi la meccanica quantistica tratta la luce sia sotto forma di onda sia sotto forma di particella. Tortuosa e precaria è la strada della conoscenza.

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Prima esaltata, poi criticata e abbandonata, in una forma profondamente riveduta oggi quella teoria è di nuovo attuale.

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La caccia all’oggetto misterioso inizia all’Osservatorio di Parigi ma viene abbandonata all’inizio di agosto: la mancanza di carte stellari adeguate rende la ricerca troppo lenta e incerta.

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Da quel cumulo di dati usciranno una classificazione delle galassie (1925) ormai quasi abbandonata e l’espansione dell’universo. Ma le notti al telescopio non gli impedivano di interessarsi alle donne. Una lo ammaliò, si chiamava Grace Burke Leib, era figlia di un cassiere che aveva fatto carriera fino a diventare vicepresidente della Banca Nazionale di Los Angeles e vedova di un geologo morto di asfissia in una miniera di carbone. Pare che il loro amore sia sbocciato già un anno prima dell’incidente. Comunque sia, nel 1924 Edwin e Grace si sposarono. Lui aveva 34 anni, lei qualcuno di meno, graziosissima, occhi scuri e sorridenti, un viso da miniatura.

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Il suo rivelatore di neutrini era costituito da una enorme vasca di tetracloruro di carbonio (un banale detersivo) posta a 1400 metri di profondità in una miniera abbandonata. I neutrini rivelati risultarono poco più della metà del numero previsto. Questo problema si è risolto accogliendo la teoria di Bruno Pontecorvo sull’”oscillazione dei neutrini”, secondo la quale i neutrini hanno una sia pur minima massa e possono cambiare identità (esistono tre tipi di neutrino: elettronico, muonico e della particella tau). Il giapponese Masatoshi Koshiba nel 1998 fornì la prova sperimentale della teoria e condivise il Nobel con Davis e Riccardo Giacconi, pioniere dell’astronomia in raggi X.

Pagina 295

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