Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbandonarsi

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Il pollo non si mangia con le mani. Galateo moderno

188822
Pitigrilli (Dino Segre) 2 occorrenze
  • 1957
  • Milano
  • Casa Editrice Sonzogno
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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Questo abuso della «cheville» costituisce il fondo della conversazione: bisogna essere degli stilisti nel parlare e in tutte le altre forme di esprimersi, per difendersi dall'inclinazione ad abbandonarsi alla voluttuosa comodità. Il Vangelo insegna a dire «sì», quando dovete dire sì, e «no» quando dovete dire no. Ma non tutto ciò che il Vangelo insegna, gli uomini lo hanno messo in pratica. La conversazione è lo sport di interrompersi a vicenda e di non permettere all'altro di terminare la frase. Piccolo inconveniente, quando la conversazione è una ginnastica polmonare, ma fatale quando si ha interesse a sapere qualche cosa. Se volete sapere qualche cosa da qualcuno, evitate che una donna assista al vostro colloquio. Esempio: voi volete informazioni sopra il signor X. Il conversatore vi dirà: - Il signor X si è fatta una posizione con mezzi non del tutto encomiabili. La persona che interrompe interromperà: - L'ho conosciuto a Viareggio. Il signore che aveva voglia di parlare del signor X, aggiungerà: - A Viareggio? Noi ci andiamo ogni anno. Quest'anno però ho preferito la Costa Azzurra. A Montecarlo ho giocato alla roulette... E voi non sapete più nulla sul signor X, perchè la conversazione è stata deviata sulla roulette o sulla Costa Azzurra. Colui che sa ascoltare si comporta nel modo opposto. - Il signor X si è fatta una posizione con mezzi non del tutto encomiabili. Quello che non interrompe stupidamente: - Poco encomiabili? - Si potrebbe dire riprovevoli - continua colui che ha veramente qualche cosa da dire. - E' passato da un fallimento all'altro. - Fallimento? - Bancarotta fraudolenta, il che gli fece avere delle seccature giudiziarie. - Giudiziarie? - Ha passato qualche mese in carcere. Immaginate invece che con voi ci sia una donna di quelle che non sanno ascoltare e impediscono agli uni di parlare, agli altri di udire: - Ah, che orrore! Piuttosto che il carcere preferirei mille volte morire. E il primo si metterà a parlare della morte, ma non parlerà più come desideravate voi, e forse ci eravate andato apposta, del signor X. Invece colui che sa ascoltare si attaccherà all'ultima parola: - Carcere? L'altro, incoraggiato, continuerà: Poi venne un'amnistia, trovò nuovi capitali, sposando una vedova ricca, una tedesca. Colui che non sa ascoltare: - Non sposerei mai un tedesco. I tedeschi... E la conversazione gira sopra i tedeschi. Colui che sa ascoltare dice: - Una vedova ricca? - Sì, e la moglie ha pagato, fino al giorno in cui disse «e ora basta», ed è scappata con un direttore d'orchestra. Colui che non sa ascoltare: - Ho conosciuto il direttore d'orchestra Dimitri Mitropoulos: per me è superiore a Toscanini....

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Sconsigliabile è quindi abbandonarsi a manovre leziose, che sarebbero in urto con i princìpi democratici. Non si deve però cadere nell'eccesso opposto, come il precipitarsi sull'unico sedile libero, pensando che qui siamo tutti uguali. Meglio di tutto è occupare un posto, e subito dopo levarsi per cederlo a una signora. Il formidabile argomento «ha pagato il biglietto» che invocano certe madri per consacrare il diritto del ragazzino a stare seduto mentre un vecchio e una donna incinta sono in piedi, è la quintessenza della volgarità. La madre deve essere la prima a invitare il figlio a levarsi. Con questo ordine, quella mamma non farà un semplice piacere al vecchio in piedi, ma collocherà nel cuore di suo figlio il seme della gentilezza d'animo, della quale avrà forse da pentirsi più volte nella vita, ma l'abitudine formerà nel ragazzo una sveltezza altruista e un'agilità morale di cui dovrà compiacersi con se stesso. Al fattorino che dà il biglietto si risponde grazie. E gli si dice grazie, quando porge il resto. Se gli domandi dove dovrai scendere, digli «per favore». Non pensare che tu gli dài del denaro ed egli ti dà della locomozione, e che perciò la vostra bilancia commerciale è pareggiata. Non presentare con aria assente il biglietto al controllore, come se egli avesse compiuto verso di te un atto di sfiducia, e come se tu, nel dimostrargli che hai pagato, mortificassi la sua diffidenza. Un «grazie» nel ritirare il biglietto bucato non diminuisce la tua dignità, e se il controllore è un villano, gli avrai dato una lezione di cortesia. Nulla si perde, nel mondo dello spirito, e tutti si pareggia. «I trappisti, i carmelitani, le clarisse che digiunano tutto l'anno, dormono tre ore per notte in cellette gelate e si estenuano in orazioni interminabili - osserva Paul Sédir - servono a equilibrare il male dei perversi, dei ricchi, per cui la religione non è che uno strumento di rapina, e dei potenti che la usano come leva politica». Tutta la gentilezza d'animo e di modi che noi spargiamo intorno a noi va a neutralizzare la scortesia degli altri. I re in viaggio ufficiale, arrivando nel paese straniero, stringono la mano al macchinista del treno. Mi pare un gesto intelligente. Noi, che non siamo i Grandi della Terra, possiamo, in più modesta scala, testimoniare con un sorriso, una parola, un cenno della mano, la nostra simpatia al conduttore, il cui mestiere è tutt'altro che una sinecura. Accade spesso che mentre un signore legge il giornale comperato allora, quello che gli è seduto accanto vi posi lo sguardo. Non ho ancora capito perchè, ma la statistica potete farla anche voi, nove volte su dieci il proprietario del giornale, come se difendesse i suoi diritti offesi, se lo rimette in tasca con uno scatto seccato, o lo piega altrimenti, o addirittura volge sul vicino un'occhiata indispettita. Il vicino probabilmente aveva posato lo sguardo su un titolo o su una notizia o una fotografia per puro automatismo, per il richiamo ottico che esercita la carta stampata. E giacchè siamo in fase di esperimento, la prima volta che un vicino legga obliquamente il vostro giornale, offriteglielo con un sorriso, e vi ricambierà con un'espressione di riconoscenza. Basterà questo gesto a classificarvi nel suo concetto come un uomo differente dagli altri. Nei lunghi percorsi si può essere tentati di abbassare un vetro; ma è cortesia domandare che ne pensano i signori che sono seduti dietro. Far entrare l'aria perchè noi abbiamo caldo è egoismo; chiuderlo è un diritto. Però anche in questo caso è bene consultare i compagni. Alle donne piccole di statura suggerisco di rimanere in piedi, perchè il ciondolìo delle gambe che non arrivano a terra è ridicolo. Anche agli uomini, comunque essi siano; consiglio di stare in piedi. E' molto più chic. Ho conosciuto a Losanna un re in esilio, che alloggiava in un hotel in un paese vicino. Un disturbo che gli impediva di stare seduto, e del quale soffersero anche Luigi XI e il Re Sole, gli fecero lanciare la moda dello stare in piedi in autobus. Tutti gli uomini di Losanna si misero a viaggiare in piedi. La moda sorge spesse volte così. Nei primi anni di questo secolo si vide, alla corte d'Inghilterra, i lords e le ladies praticare lo shake-hands, cioè la stretta di mano, sollevando il gomito fino all'altezza della spalla. Si seguiva l'esempio dato dalla Regina Alexandra. Ciò che non si sapeva, è che Sua Maestà soffriva di foruncoli tenaci sotto il braccio destro. Quando l'ascella della graziosissima Maestà guarì, il suo saluto tornò alla normalità. Il Re in esilio in Svizzera non guarì, e il giorno che tornerà a sedersi sul trono dei suoi avi rimpiangerà i tempi in cui a Losanna lanciò la moda di stare in piedi in autobus.

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