Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbandonarsi

Numero di risultati: 7 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

Da Bramante a Canova

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Argan, Giulio 1 occorrenze

Fuseli, che non ha il puritanesimo freddo di Blake non teme di abbandonarsi alle soavi debolezze dei sensi e ai teneri capricci dell’anima, lascia che la tenera brezza della grazia di Webb e quella più ardente dell’entusiasmo di Shaftesbury sciolgano in superficie i ghiacci eterni del Sublime. Non servirà: in quella sua dimensione astratta ciò che non si purifica si corrompe subito, scende a sfiorare il torbido, il volgare, l’osceno. Le gentildonne di Reynolds e di Romney, quando non diventano Titania, Elena, Cleopatra, degenerano in lady Roxana e in Moll Flanders; sotto gli eroi di Shakespeare si sente spesso la stoffa di Jonatan Wild. Non più di un velo separa la «belle dame sans merci» dalla prostituta, l’eroe dal «rake»: ché gli uni e altri sono figure dell’arte e ciò che li distingue è soltanto un diverso manierismo sociale.

Pagina 439

Leggere un'opera d'arte

256188
Chelli, Maurizio 1 occorrenze
  • 2010
  • Edup I Delfini
  • Roma
  • critica d'arte
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La contemplazione del corpo del Signore permette ai dolenti di abbandonarsi alle loro emozioni, di manifestare quelli che Leonardo chiamava “affetti”, in una mescolanza di pietà e dolore.

Pagina 94

Pop art

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Boatto, Alberto 1 occorrenze

In Lichtenstein, invece, nessuno timbro concitato, ma oggettività, freddezza clinica, aderenza ironica alla realtà, che è così e che impedisce pertanto di abbandonarsi a commenti tautologici. Nella diversità dei toni si misura la distanza che separa la negazione di una posizione neo-dada dalla fredda positività di una posizione pop. Giacché non deve sfuggire che nell’americano l’immagine vale soprattutto per i suoi attributi positivi: esattezza, visività, apertura ad una circolazione amplissima. Accanto alle copie tratte da Cézanne e da Picasso, queste ispezioni linguistiche potrebbero fornire un supplemento d’indagine ed un aggiornamento al tema della condizione dell’«opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica» 48.

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Scritti giovanili 1912-1922

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Longhi, Roberto 3 occorrenze

-V. ha il merito di abbandonarsi di peso - quasi sempre - sulle opinioni del Berenson o del Frizzoni, che sono ancora quelle più resistenti. Quando se ne discosta probabilmente erra; com'è a proposito della Dama coll'ermellino a Cracovia, ch'egli col Seidlitz ritiene del Preda; meglio il Bode che, pur sostenendola di Leonardo, disse che se non fosse di quello, non potrebb'essere che di Boltraffìo!

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È d'altronde sempre questo barocco - il barocco di Delacroix e di Rubens - che permette loro di abbandonarsi all'estro tutto francese di allegorie giacobine, nelle quali la sentina politica vomita sulla ribalta pittoresca obesità coronate in pieno sfacelo, fra ciarpame di insegne regali smesse, di coriandoli, di nastri e di sangue; l'idea fissa dell'idra monarchico-religiosa, del colpo di Stato e simili indignazioni vittorughiane. Ricordo di Léandre il frontespizio di «Leurs ventres» (La Baïonnette) dove una Bochie sanguinolenta e corpacciuta si sfasciava come concime multicolore, fra chiazze mirabilmente sparse di sangue e di birra; e persino mi preme di ricordare dello stesso un'allegoria, che se per la nostra forma mentale è quasi insopportabile e falsa, non è per questo meno deliziata di morbidezze rare, poiché questo Léandre sa deporre sulle forme un'ombra lieve come il polverìo delle più friabili farfalle. Quanto a Métivet, io lo ritengo, appunto per il suo fare corrente e alla buona, un delizioso cantastorie, un superbo imagier. «Marianne e Germania» (La Baïonnette) è uno dei più simpatici cantari ch'io sappia esciti in questi tempi, e le vignette focose, volanti, iridate come bolle di sapone, paffute come pane fresco, sono quanto di più schietto e gioioso si potrebbe ancora fornire ai fanciulli, se si volessero smettere le lucubrazioni dietro loro presunte necessità di stilizzazioni affettatamente ingenue, o di terrificanti complicità alla Rubino, a scopo di incubi superflui.

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., Michelangelo è spinto o verso soggetti plastici di per sé (l'antico); o a ricreare miticamente anche 'la religione cristiana (ed ecco la precostruzione, tanto è vero che la Pietà di San Pietro e la Madonna di Bruges sono per il Thode opere classiche); o ad amalgamare il cristiano e l'antico nella allegoria del sepolcro di Julio; o a trattare i soggetti quasi mitici di cui abbonda il Vecchio Testamento di fronte al Nuovo (vôlta della Sistina); o a creare il mito cosmico dei sepolcri medicei; o, infine, sopraffatto dal senso religioso degli ultimi anni, ad abbandonarsi allo stile pittorico delle ultime opere: Pietà Rondanini, Pietà del Duomo di Firenze, disegni per V. Colonna, ecc.

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Ultime tendenze nell'arte d'oggi. Dall'informale al neo-oggettuale

267313
Dorfles, Gillo 1 occorrenze
  • 1999
  • Feltrinelli
  • Milano
  • critica d'arte
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E il peso del surrealismo europeo (attraverso l’opera di Ernst, di Mirò, di Klee) doveva infatti evidenziarsi nei dipinti estremamente vitali e involuti, drammatici e morbosi, di Arshile Gorky — uno dei più raffinati e fantastici pittori americani, che peraltro difficilmente può essere definito un "action painter,” alla stessa stregua d’un William Baziotes lui pure piuttosto memore d’una atmosfera surrealisteggiante che non gli ha mai permesso di abbandonarsi ai semplici impulsi d’una “azione" pittorica autonoma e incontrollata. E per la stessa ragione che nominiamo qui — ma considerandoli lontani dal movimento — artisti come il raffinato e colto ma alquanto frigido Robert Motherwell, e B. W. Tomlin, creatore di strani simboli magici, il quale spesso unisce nelle sue opere l’emblematicità di certi ideogrammi orientali con le caratteristiche segniche che gli derivano da un Tobey. Tra gli altri artisti di questo gruppo, vorrei almeno ricordare con una certa ampiezza, per l’indiscutibile potenza della sua opera, la figura di Jackson Pollock (1912-1956).

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