In seguito alcuni artisti abbandonarono l’indirizzo concreto per raggiungere delle realizzazioni più libere e meno legate alla strutturazione tipografica delle parole e delle lettere (Isgrò, Carrega, M. Bentivoglio); una corrente della poesia visiva più legata a certe posizioni pop, si autodefinì "poesia tecnologica” (Pignotti, Miccini, Ori, ecc.).
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