Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbandonarlo

Numero di risultati: 6 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

Per essere felici

179735
Maria Rina Pierazzi 1 occorrenze
  • 1922
  • Linicio Cappelli - Editore
  • Rocca San Casciano - Torino
  • paraletteratura-galateo
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Occupando posti di platea, ed essendo nell'immediato contatto del pubblico si dovranno osservare scrupolosamente le regole della più perfetta cortesia; si dovrà evitare di escire a ogni intervallo se il posto occupato è tale che per abbandonarlo si deve scomodare i vicini — specialmente se si tratta di signore. Obbligati però a passare, si chiederà prima permesso a coloro che si disturba e immediatamente si ringrazierà. Con nessuna somma, a questo mondo; si può comprare il diritto di essere scortesi. Se fra noi e qualche nostra conoscenza, nella medesima fila di poltrone, vi è qualche estraneo, saluteremo gli amici con un cenno od un sorriso; oppure con un breve saluto parlando dietro alla persona estranea e non passandole mai, e per nessuna ragione, davanti.

Pagina 267

Si fa non si fa. Le regole del galateo 2.0

180591
Barbara Ronchi della Rocca 1 occorrenze
  • 2013
  • Vallardi
  • Milano
  • paraletteratura-galateo
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Se proprio non possiamo abbandonarlo neppure per lo spazio di una cena (se siamo medici «di reperibilità» o genitori di bambini piccoli), almeno azzeriamo la suoneria, scusiamoci con i presenti prima di rispondere, soprattutto limitiamo la conversazione all'essenziale. E se siamo a tavola da soli? Possiamo eventualmente telefonare - con voce sommessa - mentre aspettiamo di essere serviti, mai mentre stiamo mangiando o bevendo, o mentre il cameriere aspetta I'ordinazione. Al momento di ordinare, abbiamo tutti i diritti di chiedere spiegazioni al cameriere su qualche piatto particolare, o anche farci consigliare da lui; quello che proprio non dobbiamo fare è commentare o criticare il menu e motivare le nostre scelte, spiegando agli astanti (i quali, giustamente, non ne sono minimamente interessati) che «alla sera il pesce non lo digerisco» o «ho abolito il formaggio, perché fa ingrassare». Quanto alle intolleranze alimentari, nel Terzo Millennio non c'è nessuno che non ne abbia almeno una. E non vede I'ora di fornire ai compagni di tavola il puntuale resoconto dei sintomi da cui era afflitto prima di abolire dalla dieta le solanacee, o i latticini, o quant'altro, e poi l'esposizione particolareggiata dei benefici constatati, nonché un succoso riassunto dei consigli del nutrizionista, dimenticando che, per molti, una cena al ristorante è l'occasione per concedersi manicaretti particolari e golosi dessert... Spetta a chi invita proporre l'aperitivo, qualche specialità particolarmente raffinata e costosa, il dolce, un vino speciale, i liquori, ma senza insistere; solo dopo che tutti hanno ordinato si assume il cornpito di scegliere il vino, magari chiedendo ai presenti se hanno particolari preferenze, e lo assaggia per verificarne la bontà. Chi è ospite, se non diversamente sollecitato, ordina solo un primo e un secondo, o un antipasto e un secondo, e poi frutta. Vedrà di non muovere critiche al cibo e alle bevande offertigli, e magari di elogiare qualcosa. Aspettando che arrivino le ordinazioni, meglio conversare piacevolmente che incominciare a sgranocchiare pane e grissini o versarsi il vino, per non fare la figura degli ingordi. Per i bambini devono valere le stesse regole dei pasti a casa, però permetteremo loro di lasciare avanzi nel piatto. Ma non di alzarsi da tavola e andare in giro a infastidire gli altri clienti o i camerieri. Se disturbano o fanno i capricci, non sprechiamo tempo a sgridarli, anche per non annoiare chi si vede costretto ad ascoltare la predica, e portiamoli fuori prima possibile. Gli uomini che vogliono essere cortesi sappiano che non sono affatto obbligati (come certuni credono) a «omaggiare» le signore del classico mazzolino venduto tra i tavoli del ristorante da qualche ambulante (fiori sovente rubati nel cimitero cittadino): un cortese ma fermo «No, grazie» dovrebbe essere simultaneo anche da parte di lei, soprattutto se ne sospetta la lugubre provenienza. Ancora due «no». A fine pasto le signore non ritocchino il trucco a tavola, sciorinando matite e pennelli: i ritocchi e restauri vanno fatti nella toilette del locale. L'unica deroga è per una veloce passata di rossetto sulle labbra, senza specchio, dal momento che lo fa anche la regina Elisabetta. Ma non ha scusanti il gesto di chi a fine pasto usa gli stuzzicadenti, anche nascondendosi con la mano o con il tovagliolo davanti alla bocca, con l'unico risultato di attirare ancora di più l'attenzione degli astanti...

Pagina 143

Nuovo galateo

190433
Melchiorre Gioja 1 occorrenze
  • 1802
  • Francesco Rossi
  • Napoli
  • paraletteratura-galateo
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I Goti condannavano alla pena di morte chiunque abbandonava il paese ed anche chiunque voleva abbandonarlo; e se il reo otteneva dal sovrano in grazia la vita, veniva però condannato a perpetuo carcere, o frustato, o privato della vista. Con queste e simili leggi s'associava nella mente del popolo l'idea di straniero all'idea di delitto. La guerra abitua talmente i popoli alla carnificina, che essi si riguardano come nemici dacché non abitano la stessa contrada. Gli Africani della costa del Zanguebar, vittime della crudeltà dei Portoghesi, massacrano chiunque s'avanza nel loro paese. I Traci e gli abitanti della Tauride svaligiarono e uccisero per molto tempo quelli che si accostavano al loro territorio.

Pagina 280

Nuovo galateo. Tomo II

195011
Melchiorre Gioia 1 occorrenze
  • 1802
  • Francesco Rossi
  • Napoli
  • paraletteratura-galateo
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Pagina 214

Come si fa e come non si fa. Manuale moderno di galateo

200592
Simonetta Malaspina 1 occorrenze
  • 1970
  • Milano
  • Giovanni de Vecchio Editore
  • paraletteratura-galateo
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Chi prende un cane in casa deve impegnarsi a tenerselo e non abbandonarlo al suo destino appena la bestia è cresciuta e da fastidio per le sue inevitabili esigenze. Il cane ha bisogno delle sue passeggiate quotidiane, ma non va portato nelle vie di molto traffico. Scegliete dei luoghi un po'isolati, dei viali, un giardinetto, per evitare che l'animale sporchi i marciapiedi e dia noia ai passanti. Non entrate nei negozi col cane (soprattutto se si tratta di negozi di alimentari e se il cane non può essere preso in braccio). Se possibile, non lasciate il cane solo in casa, perché abbaiando non disturbi i coinquilini.

Eva Regina

203420
Jolanda (Marchesa Plattis Maiocchi) 1 occorrenze
  • 1912
  • Milano
  • Luigi Perrella
  • paraletteratura-galateo
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Così moltissime vanno, e quasi tutte riprendono il loro bambino, poichè non hanno più coraggio di abbandonarlo dopo averlo tenuto per qualche mese al loro seno. Rammento qui una bella e commovente novella di Paul Bourget. Una fanciulla sedotta e resa madre, presa dalla vergogna e della disperazione si propone di far scomparire il neonato. Ma prima, negli ultimi giorni della gravidanza, va a confessarsi da un vecchio e sagace prete. E piangendo gli dice anche il suo triste proposito. Il confessore non si scandalizza, non la riprende acerbamente, non le fa intravedere le pene eterne, come qualunque altro, forse, avrebbe fatto: ma le raccomanda una cosa sola: « Prima di ucciderlo, porgetegli il seno ». Sapeva bene che quando la madre avesse tenuto la sua creaturina appesa al petto non avrebbe più avuto cuore di darle la morte con le sue mani. E fu così. Quel prete aveva la sapienza di Salomone.

Pagina 206

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