Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Saggi di critica d'arte

261967
Cantalamessa, Giulio 1 occorrenze
  • 1890
  • Zanichelli
  • Bologna
  • critica d'arte
  • UNIFI
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Ma pei cinquecentisti del secondo periodo, pei secentisti principalmente, la critica ha un’incuria disdegnosa, e quando pur ha occasione di toccarli, li tocca di volo, come chi si affretta ad uscir da un terreno tutto sterpi e rovi e cardi e ortiche, bramoso di tornar ai giardini ove gode intrattenersi e un po’arrabbiato di aver potuto abbandonarli. Se tra le prunaie spinose, se tra il largo lussureggiare delle erbe parassite si occultava un fiore eletto; se inaspettato in questo e in quel passo si espandeva all’intorno un profumo delicato; se tra le piante dai frutti vacui o malsani si elevava qualche bel tronco non dissimile troppo da quelli che formano il vanto dei colti prediletti, la critica, passando di li in tanta fretta e con tanto malumore, non se n’è accorta. Io vi confesso, Signori, che non senza mia grandissima pena ho notato di recente che il mio amico Adolfo Venturi, che a titolo di onore qui nomino, poichè egli ha dottrina comparabile a quella dei più valorosi scrittori stranieri di cose d’arte, e forse li supera per l’emunta narice, dicendo al modo di Orazio, genuinamente italica, ond’è guidato ai giudizi, il Venturi, dico, in un mirabile articolo sulla galleria del Campidoglio, sfiora da ultimo le opere secentistiche, che ivi sono in gran numero, ma sì presto che par tema quel contatto gli bruci le mani, e e si incompiutamente da nominar la cosidetta Anima beata di Guido, uno dei più biaccosi e vuoti e insipidi abbozzi onde fu per isventura fecondo l’ultimo periodo di questo gran bolognese, e non s’avvede della mezza figura dello stesso Guido, rappresentante S. Sebastiano, dagli occhi purissimi volti in alto, che pare riverberino veramente una luce soprannaturale, dalla fisonomia rassegnata al dolore, dal corpo forte e leggiadro, dipinto con si portentosa bravura da dar lo sgomento a chiunque tratti i pennelli. Tanta vigilanza nel raccogliere le opere e le memorie di molti scampati dal naufragio dei secoli e tanta disattenzione per molti altri parrebbe incoerenza nell’applicar un metodo, che indiscutibilmente è buono; ma la critica crede salvarsi da ogni accusa accettando un concetto a priori: dopo la maturità del Rinascimento è giunta la decadenza e la decadenza non merita studio.

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