Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbandonare

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Le belle maniere

180030
Francesca Fiorentina 2 occorrenze
  • 1918
  • Libreria editrice internazionale
  • Torino
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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Non ci mancherebbe altro che la madre fosse obbligata ad abbandonare quattro volte il giorno le sue faccende per accompagnare alla scuola o riprendere la sua figliola! O che la domestica - se c'è - dovesse lasciar tutto il lavoro nelle mani della padrona per mettersi a fianco della padroncina! Oppure, se la mamma non può assentarsi da casa nella stess'ora che la figliola, questa non potesse andare a messa, la festa! Non fareste però bella figura, mie care, lasciandovi vedere tuttè sole a un pubblico passeggio, o fuori di porta, e neppure - è inutile dirlo - in piazza ad ascoltare la musica, o ne' giardini più frequentati della città. Anche uscendo per uno scopo prefisso, mi piacerebbe che non vi confondeste nel guazzabuglio delle vie più popolate, ma vorrei che prendeste le scorciatoie per ritrovarvi al luogo a cui siete dirette. Camminando, non voltate in qua e in là la faccia, e, soprattutto indietro a guardare le persone già passate; non fissate quelle con cui v'imbattete, nè squadrate curiosamente le toelette delle signore come se fossero mannequins; o, peggio ancora, non dimostrate, coll'insistente fissare, d'accorgervi della deformità d'un infelice. Non c'è bisogno che stiate impettiti come tacchini, ma nemmeno che vi lasciate andar giù come cenci; nè occorre tener le braccia in modo che sembrino stecchi diritti o, al contrario, nastri svolazzanti. Del resto un pacchettino o, se non altro, la borsetta aiuteranno a dare un contegno alle appendici superiori del corpo. Anche l'estremità inferiori richiedono riguardo e moderazione: il passo è sempre meglio corto e affrettato, che lungo e sgangherato. La giovinetta non deve aver mai l'aria d'andare a zonzo, di bighellonare:ma la sua andatura, se è strascicata, può farlo credere. Neppure, se non volete farvi dare delle curiose, e peggio, vi fermerete a guardare un ubriaco che traballa, un cavallo che scappa, due donne che litigano, un uomo fra le guardie; l'educazione e la prudenza vi consigliano di seguitar la vostra strada come se nulla fosse. E', invece, doveroso tirar via un bimbo dal pericolo, aiutare un vecchio che incespica, a un altro raccattare il bastone, lasciar posto a una persona d'età o vestita di lutto, anche se umile, a un disgraziato, a una donna che porti un carico o tenga in braccio un bambino. Sono pietose eccezioni alla regola:come quella di voltarsi, e prontamente, se un urlo ci avverte del rischio d'una persona o se un'automobile ci strombazza improvvisamente alle spalle. Prima la pelle nostra e degli altri, poi. . . la creanza. Fate a meno, quando siete sole, di fermarvi davanti alle vetrine:ce ne sono delle belle, non c'è che dire, delle attraenti, che mani esperte hanno aggiustate con gusto e furbizia; ma spesso le cose belle ingannano, e le ingannate sareste voi, se vi lasciate tentare. Di quanti gingilli, che non vi bisognano, sentite il desiderio! Quante spesette non necessarie derivano da quelle fermatine imprudenti! Date un'occhiata fuggitiva, e scappate via dalle tentazioni: è tanto di guadagnato per voi e per il vostro contegno. Se vi passa vicino una signora di vostra conoscenza, salutate voi per le prime; rispondete garbate, senza sciocche ostentazioni di pudicizia, al signore o al giovine dabbene che vi fa di cappello; nè crediate d'umiliare la vostra femminilità chinando la testa al vostro professore, anche senz'aspettarne il saluto:la riconoscenza che gli dovete sposta la relazione che comunemente esiste fra signore e signorina. E non vi vergognate a salutare con affabilità una persona povera, vestita male; voi non ci perderete nulla, e otterrete anzi un granello d'affetto di più. Se incontrate un'amica intima, non v'abbandonate a espansioni sentimentali, nè vi perdete in lunghe conversazioni, sostando nella strada come le comari. In compagnia con altre giovinette credete quasi lecito il lasciarvi andare a una maggior libertà di contegno; e, comunicandovi l'argento vivo l'una con l'altra, parlate ad alta voce, sghignazzate sguaiatamente, gestite come burattini, e, quel ch'è peggio, vi sciacquate la bocca sul conto di questo e di quello. Se sapeste che mormorio di disapprovazione si risveglia dietro di voi! Se siete con la mamma, o con altra persona a voi superiore, usatele rispetto, dandole la destra o il posto migliore, contro il muro o sul selciato, portatele i pacchi, entrate dopo di lei in un negozio, porgetele la mano nel salire sul tranvai, e scendete prime per aiutare nuovamente. Se vi càpita d'uscire con la domestica, guardatevi bene dal tenerla quattro o cinque passi indietro, come un cane; statele a fianco e, pur senza giungere a un'eccessiva intimità, rivolgetele la parola, come a una creatura umana. Ricordatevi che molti sguardi, e non sempre tutti benevoli, possono posarsi su voi; comportatevi dunque per la strada in modo da ottenere l'approvazione del giudice più severo, ma prima di tutto della vostra coscienza.

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Intanto la giovinezza del poveretto sfioriva inutilmente nella scuola, come una rosa che lascia cadere i pètali a uno a uno, e nessuno li raccoglie; e tremava la madre lontana, che, dopo averlo, fino a pochi anni prima, corazzato del suo amore contro ogni insidia, ogni male, ora l'aveva dovuto abbandonare all'ingratitudine di quelle fanciulle. Alcune al mio rude"zero! "avevano risposto con un torcere sdegnoso della bocca, altre con un alzare di sopracciglia, altre con un chinare della testa cocciuto, che più m'aveva irritata e quasi avvilita. Mi sentii un groppo alla gola; pensai all'adolescenza, ancor lontanamente futura, delle mie bimbe, con un senso di terrore. No, no! non dovranno esser così. Giorno per giorno parlerò loro delle pene di questi umili martiri che sono i maestri, i professori, dirò della lunga e faticosa preparazione agli studi, circondata spesso da stenti e privazioni domestiche, dalle disillusioni patite poi, appena raggiunto lo scopo. Tutte le belle idealità, che accompagnano i futuri docenti nei penosi anni di lavoro assiduo, svaniscono davanti alla piccola realtà racchiusa fra le quattro pareti della scuola e fremente sui banchi allineati come tante fosche categorie di regolamenti carcerari.

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