Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Fisiologia del piacere

170423
Mantegazza, Paolo 1 occorrenze
  • 1954
  • Bietti
  • Milano
  • Paraletteratura - Divulgazione
  • UNICT
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È per questo che noi possiamo amare anche il canarino, che ci saluta col suo canto per la sola speranza dell'usato biscotto; che accarezziamo con affetto il gatto, quantunque sia pronto ad abbandonarci domani, se la nostra casa non gli accomoda più. In ogni caso, però, il piacere cresce a dismisura man mano che l'animale ci paga una somma maggiore di affetto, la quale in alcuni rari casi può superare la nostra. È in questo modo che noi possiamo divenire debitori verso il nostro cavallo o il nostro cane. Il piacere essenziale che è a base di tutte le gioie procurateci dall'affetto alle bestie, è la simpatia che ci lega a tutti gli esseri viventi. È per questa sola ragione che noi, in difetto di migliori corrispondenti, parliamo cogli uccelli, coi rami e coi cavalli, effondendo in essi le nostre gioie e i nostri dolori. Noi abbiamo sempre bisogno di veder riflessi i nostri sentimenti, sia poi che, rinchiusi in una prigione, parliamo ad un ragno; sia che, liberi e felici, possiamo riporre il nostro affetto in una donna che ci adora. L'affetto alle bestie in tutta la sua purezza può venire sodisfatto in mille modi diversi, positivamente e negativamente. Così uno stesso passero può procurarci il piacere di accarezzarlo, o di prestargli la sollecita cura di una prigionia amorosa, o di liberarlo dagli artigli del gatto. In questo sentimento si comincia a misurare il grado dell'egoismo che accompagna sempre i moti più generosi del cuore. L'uomo che ama gli uccelli, ma più di essi il piacere che gli procurano, ii chiude in una gabbia; mentre spesso la donna delicata, che sa amare con minore egoismo, dimostra il suo affetto alle bestie col dar loro la libertà. Queste gioie però non sono quasi mai pure, e si associano ai piaceri del possesso e alle compiacenze dell'amor proprio. La vista, l'udito e il tatto vi prendono pure una gran parte, e ad altre circostanze pari noi amiamo l'usignuolo più del passero, l'elegante cane inglese più del brutto cane da pagliaio. II piacere ha poi un carattere molto diverso ma indefinibile, secondo la classe alla quale l'animale appartiene. Tutte le bestie a sangue freddo c'interessano, ma rare volte ci sono care; e non è che quando sono molto piccine, che noi possiamo averne compassione veramente affettuosa, ma che è sempre fredda. In generale, l'amore per esse è molto languido, e non differisce che di poco, secondo che si indirizza ad una lucertola o ad un pesce, a un baco da seta o ad una rana. Gli uccelli per la loro apparenza calda e piena di moto, ci interessano di più, e l'amore che si ha per essi rassomiglia, in generale, in un ordine molto inferiore, all'affetto che si porta ai fanciulli. Più d'una volta, vedendo saltellar davanti ai nostri piedi un passero vispo e irrequieto, noi lo seguiamo affettuosamente ne' suoi rapidi moti, e, cercando quasi con la fantasia di rinchiuderci in quel caldo corpicino, ci studiamo di immaginarci l'io di quella bella creaturina, tutta grazia e tutto moto. L'affetto per i mammiferi superiori varia assai secondo le singole specie, perchè lo sviluppo della loro intelligenza rende assai più marcata la loro individualità morale; è quasi meno vivace, ma più appassionato di quello per gli uccelli. In essi non è quasi mai la bellezza che c'interessa per la prima, ma la corrispondenza intelligente alle nostre sollecitudini. Il più brutto cane barbone può meritare da noi un affetto assai più intenso di un elegante e stupido cane inglese. L'affetto alle bestie può essere complicato da tutti gli elementi che valgono a rendere cari gli oggetti e gli esseri. Così un tale ha una grande simpatia per tutti i canarini, perchè uno di questi uccelli rallegrò col suo canto la sua prima fanciullezza. Un altro non può vedere una rana senza piacere, per aver sacrificato un migliaio di rane sull'altare della fisiologia, sua scienza prediletta. Un terzo non può vedere senza affettuosa riconoscenza una pulce, perchè una di esse accidentalmente lo risvegliò, mentre un tizio stava per provare a sue spese il piacere patologico di rubare. Infine un altro non guarda mai un baco da seta senza un senso di compiacimento perchè egli deve le sue ricchezze al prezioso bruco della China. L'affetto alle bestie è d'ordinario molto languido, e ci fa solo provare piaceri deboli o negativi, che noi sacrifichiamo facilmente ad interessi maggiori. Questo sentimento non ci impedisce certamente di essere carnivori, nè di uccidere ogni anno milioni di filugelli par procurarci il lusso della seta. Chi pretendesse di ridurci al regime vegetariano, e seriamente accusasse i fisiologi e i naturalisti dei loro assassini scientifici, meriterebbe di essere chiuso in un manicomio. In qualche caso, però, questo affetto cresce al grado di vera passione, e può procurarci le gioie più intense. Tutti possono aver conosciuto qualcuno per il quale l'affetto di un cane e le cure giornaliere prestate amorosamente ad un piccolo serraglio domestico formavano la più cara occupazione della vita. Questi piaceri sono di tutte le età, di ambo i sessi, di tutti i paesi, ma non di tutti gli uomini. Molti non hanno mai sentito il più languido affetto per gli animali e al di là della loro specie non vedono che buoi che si mangiano, belve che si uccidono, vermi che si schiacciano ed animali che si lasciano vivere. La donna invece, in generale, estende l'orizzonte dei suoi affetti fino agli estremi confini della natura viva, ed ella più d'una volta libera con pietosa sollecitudine un moscerino caduto nella rete di un ragno. Quante volte un insetto, che è per naufragare in una vasca, fa palpitare il cuore di una donna e le fa provare uno dei più vivi piaceri nel salvarlo nell'asciugargli le ali al sole e nell'accarezzarlo amorosamente. I vecchi amano in generale gli animali assai più dei giovani, i quali trovano già nei loro fratelli tanti affetti intensi che si dividono il loro cuore generoso.

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