Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico

675738
Garibaldi, Giuseppe 1 occorrenze
  • 1870
  • Fratelli Rechiedei
  • prosa letteraria
  • UNIFI
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che non sapeva come i godimenti mondani sieno la sola norma dei porporati predicatori della vita eterna e che, una volta satolli, costoro distruggono o abbandonano la prole. E Cencio destinato dalla madre allucinata a grandi cose non curò imparare l’arte del padre, si diede dell’aria e finì, ostentando una condizione che non era la sua, a precipitarsi nel vizio e vendersi finalmente al primo ministro dei piaceri di un’Eminenza. Dalla stanza dove lo aveva collocato Gianni egli non perdeva Manlio di vista; ed una sera mentre l’artista stava intento al lavoro piomba Cencio nel suo studio e con voce commossa, si fa così a supplicarlo: «per l’amore di Dio! voglia permettermi di rimanere qui un istante, sono inseguito dalla polizia... mi cercano per imprigionarmi. L’assicuro, - continuava l’impostore, - che non ho altro delitto, tranne quello d’esser liberale; nel calore di una disputa ho detto francamente che la caduta della repubblica era stato un assassinio. Per tutto questo mi vogliono arrestare!». Così terminando il suo discorso Cencio per dare alle sue parole maggior colore di verità, fingeva di cercare dietro i marmi, ond’era ripieno lo studio, un nascondiglio che lo coprisse dalla vista della strada. «I tempi corrono difficili», pensò Manlio fra sé, «c’è poco da fidarsi del prossimo; ma come si fa a cacciar di casa un compromesso politico? come si fa a mandarlo a crescere il numero degli infelici che gemono nelle prigioni dei preti?». «Poi, - pensava Manlio sbirciando il nuovo venuto, - il giovane mi sembra di buon aspetto. Giunta che sia la notte, potrà facilmente trovare uno scampo». E l’uomo onesto condusse lui stesso Cencio nella recondita parte dello studio, non sospettando di certo ch’egli albergava un traditore. Non passò molto che una frotta di sgherri sfilando lunghesso la via si fermava davanti lo studio e vi penetrava chiedendo al proprietario il permesso di farvi una visita domiciliare per ordine superiore. Non è difficile trovare il nascondiglio di uno che vuol essere scoperto. Poi il capo degli sgherri già d’intelligenza con Cencio lo avea da lontano veduto entrare ed era certo di non dover frugare invano. Povero Manlio! poco sospettoso, come lo è generalmente la gente onesta, cercava di persuadere il briccone che nulla o nessuno si trovava nel suo studio che potesse dar sospetto alla polizia e procurava frattanto di guidare i cercatori in parti diverse da quella del nascondiglio di Cencio. Ma il malandrino per abbreviare l’indagine che lo annoiava tirò per le falde dell’abito il capo-birro, mentre gli passava daccanto e questo con un piglio vittorioso afferrando il complice per il collo: «Oh! Oh! voi renderete conto al Governo di Sua Santità del ricovero dati ai nemici dello Stato» disse, pavoneggiandosi il galeotto. E aggiunse «seguirete immediatamente in carcere il colpevole che avete voluto albergare». Manlio poco avvezzo al contatto di quella canaglia era rimasto sbalordito. Ma alle minaccie del furfante sentì il sangue ribollirgli nelle vene e lo sguardo gli corse tosto ai ferri che adornavano lo studio. Eran scalpelli, martelli, mazze e Manlio stava lì lì per impugnare un pié di porco massiccio e fracassare con quello il cranio dell’insolente, quando apparve scendendo dalle scale Clelia preceduta dalla madre. La vista di quelle care creature fiaccò lo sdegno dell’artista. Esse avevano dal balcone vista entrare quella insolita visita e non vedendola partire ed avendo sentito qualche cosa d’imperioso nella voce del birro, tementi e curiose discesero nello studio. Era il crepuscolo della sera e siccome nel piano generale dell’arresto di Manlio era stabilito non lo si avesse a condurre in prigione di giorno, per paura di qualche riscossa dai Transteverini che amavano e rispettavano il nostro amico, così calcolò il capo-birro che a lui conveniva differire la traduzione dei prigionieri: onde col piglio simulatore della volpe. «Via dunque», rivolto a Manlio gli disse: «tranquillate le vostre donne, la cosa finirà in niente. Voi verrete a rispondere ad alcune interrogazioni e questa sera stessa, io lo spero, potrete tornare a casa vostra». Vane furono le rimostranze delle donne, e Manlio sdegnando di supplicare il birro, incamminossi di lì a poco colla tristissima compagnia.

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