Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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VECCHIE STORIE

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De Marchi, Emilio 1 occorrenze

Abbandonandosi alla sua passione. Voi non vi siete più occupato di me; ma per qualche motivo avete stentato a riconoscermi. Voi avete trovato facilmente dei dolci compensi... Arrestata improvvisamente da una specie di rimorso, cangia tono, e con affettata naturalezza ripiglia. Ma di che cosa si parla? oh buon Dio! questo non è lo scopo della vostra visita. A che pro' disseppellire cose morte e finite? Sediamo: animo, sedetevi.... Veniamo all'argomento. Come smarrita. Giacomina mi ha scritto.... Che cosa mi ha scritto la buona amica? che voi volete accasarvi, che è tempo anche per voi di mettere giudizio. È giusto. Sa che le povere mie nipoti son buone e brave ragazze e anch'io sarei contenta di vederle collocate. Ma sedetevi dunque, parlate. NICOLÒ. con espressione patetica. No, no, non ho più nulla a dire. Scusate, Teresita, io non son più degno di accostarmi a una donna.... Si ritira qualche passo per andar via. TERESITA Non andate in collera per quello che vi ho detto. Vi domando scusa se vi ho offeso. Sedetevi, ragioniamo. Accettate almeno un bicchierino di vermouth.... Toglie da uno stipo una bottiglia di cristallo e offre un bicchierino a Nicolò. NICOLÒ. sforzandosi a rifiutare. No, no, lasciatemi andare. Non merito più nulla. La mia vita è finita da un pezzo. TERESITA Devo proprio mettermi una vecchia cuffia in testa per persuadervi a ragionare? Nicolò accetta il bicchierino. Se vi ho offeso perdonatemi. Voi avete per errore messa una punta di ferro sopra una cicatrice e io ho gridato di dolore. Ma ora è passato. Qua.... Lo fa sedere e siede anche lei. Posso aiutarvi, voglio consigliarvi, perchè in fondo ho molta stima di voi. NICOLÒ. Io invece non ho nessuna stima di me. Io ho sempre creduto che non valesse la pena di voler bene a una donna. Ho atrocemente sofferto, ma non per pietà della vittima inghirlandata. Ho sofferto solamente per il mio orgoglio ferito. Avete detto bene poco fa. Il mio nome è Egoista. Quando un uomo non è capace di comprendere, di compatire, di perdonare, non merita più che una donna gli voglia bene.... Volta via la faccia alquanto commosso, tracanna d'un fiato il bicchierino, va a collocarlo sullo stipo, e si prepara a congedarsi. TERESITA si alza, un po' soprapensiero. Permetta che le presenti almeno le bambine. Per quanto senza cuffia so esercitare i doveri dell'ospitalità. Dal giardino risona un campanello. Ecco, son le ragazze che tornano colla governante. NICOLÒ. cercando di sfuggire. No, no, non voglio veder nessuno; non voglio lasciarmi vedere. TERESITA Mettiamoci qui, dietro a questo paravento. Da qui possiamo vederle senza essere veduti. Conduce Nicolò per mano fin presso la porta dietro un paravento e indica le ragazze che passano in giardino. Guardi la prima, la bionda, ha ventidue anni, è un angiolino di bontà, piena di sentimento. L'altra, la bruna, Annetta, è un carattere più serio, ha molto ingegno, conosce molto bene la musica.... Nicolò, stringendo la mano di Teresita, trascinato dalla forza dell'antica passione, posa un bacio sui capelli di lei e resta come fulminato dalla sua stessa audacia. Teresita, sfuggendogli, dice con accento di profondo rimprovero, ma senza ira: Che cosa fa, Nicolò.... va a sedersi e nasconde la faccia nelle mani. NICOLÒ. dopo essere rimasto un gran pezzo come trasognato, si accosta pianino a Teresita e con voce sommessa piena di note tenere e appassionate, dice, quasi curvo su di lei: Io non ho conosciuto che una donna nella mia vita e basta! la bionda, la bruna, la sentimentale e la donna assennata, tutte le bontà e tutte le bellezze di una creatura di donna son già passate nel mio cuore il giorno che vi siete passata voi, Teresita. Voi vi avete lasciato un modello così sublime, che, al confronto, tutte le altre mi sembrano immagini sbiadite. Chi ama bene una volta ha amato per sempre. Il destino non ha voluto che voi foste mia, e amen ! È bene che io non guasti il mio ideale. Se Giacomina non mi avesse cacciato qui, io non sarei venuto mai a questa ricerca di commesso viaggiatore. È peccato sciupare l'amore vivo con degli amori artificiali; non barattiamo l'oro colla carta.... Addio. TERESITA non contenta. Che dovrò scrivere dunque a Giacomina? Che abbiamo fatto fiasco? NICOLÒ. Le scriverò io, se permettete. Siccome non tornerò a casa sua prima della fin del mese e forse più tardi, è bene che le mandi due righe. Se mi favorite carta e penna. TERESITA preparando le cose su un altro tavolino. Intendete viaggiare? NICOLÒ siede al tavolino e prende la penna. Sì, ho bisogno di cambiar aria. Son mezzo malato, mi sento vecchio e malinconico. Andrò a Parigi anch'io in cerca di distrazione. scrive: Cara Giacomina.... TERESITA seduta in disparte ha preso in mano un lavoruccio. Parigi non è una città troppo indicata per della gente ammalata. Voi avete bisogno d'una buona infermiera. NICOLÒ. Cara Giacomina.... Aiutatemi a scrivere questa lettera.... TERESITA con energia, dopo aver buttato via il lavoro. Sì, scrivete sotto dettatura: - Cara Giacomina, siccome io sono... un uomo di poca fede.... NICOLÒ. scrive sotto dettatura: qui s'interrompe. TERESITA comandando. Scrivete, animo! "Son destinato a soffrir sempre per non conchiudere mai nulla." Avete scritto? Si alza e passeggia un po' nervosa. NICOLÒ scrive. Mai nulla .... Ho scritto. TERESITA Punto e a capo. "Io non credo nella virtù della donna.... NICOLÒ. Scusate.... TERESITA lasciandosi sempre più trasportare dalla passione. No, no. Dovete scrivere la vostra condanna. "Non credo... che una donna... possa aver conservato puro il suo ideale... mentre.... parlando direttamente a Nicolò che lascia cadere la penna. mentre intorno a lei si commerciavano gli affetti e si commettevano le più ignobili vigliaccherie. Non credo che una donna possa sopravvivere al suo stesso dolore e alle sue umiliazioni: non credo che possa ancora conservare intatto il tesoro de' suoi affetti e possa compensare un uomo di averla amata bene una volta.... NICOLÒ afferra le mani di Teresita, le porta alla bocca, inginocchiato davanti a lei. Dunque tu mi ami ancora? TERESITA svegliandosi da una specie di sogno. Che fate? io non parlavo di me. Scrivete. NICOLÒ. Donna di poca fede, perchè ingannarci ancora? TERESITA Io parlavo di queste povere ragazze orfane. NICOLÒ. Esse hanno bisogno di un padre. Scrivete voi, detterò io.... La fa sedere al suo posto. TERESITA resistendo. Nicolò, che cosa ho detto? io provo un rimorso.... Voi non siete venuto per me. NICOLÒ. Scrivete " Cara Giacomina .... Teresita si sforza a scrivere. Nicolò detta: Ni...co...lò mi a...ma; - punto e virgola. - Io a...mo Nicolò. Dunque t... o... to. E Teresita non dice di no. E la cara zietta, senza la cuffietta, si lascierà finalmente baciare la bocca da un vecchio ragazzo che l'ama da dieci anni. TERESITA Odiandola.... NICOLÒ. Sì. L'amore perchè resista al tempo bisogna come l'oro mescolarlo in una piccola lega d'odio e di gelosia. Sì, io ti ho odiata, ti odio... perchè ti amo. TERESITA Zitto, le ragazze.... Si alza un po' spaurita e con voce supplichevole soggiunge: E andrete proprio via? NICOLÒ. Sicuro, bisogna che io corra ad avvertire Giacomina di queste novità. Ve la manderò qui. TERESITA Qui no: ci son troppe ragazze. Andrò io da lei. Mio Dio! e che diranno queste povere figliuole? io che dovrei pensare al loro destino, e invece.... Bella zia che sono! ma non sono invecchiata, Nicolò? Va a guardarsi nello specchio. Non sono magra e distrutta dal dolore? Non merito proprio una cuffia? Che cosa dirà il mondo? NICOLÒ. ridendo mentre passa il braccio nel braccio di lei. Il mondo dirà che amor vecchio non invecchia: e che il miglior modo per prender moglie è ... di parlarne alla zia.

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