Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbandonandosi

Numero di risultati: 1 in 1 pagine

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Racconti 2

662695
Capuana, Luigi 1 occorrenze
  • 1894
  • Salerno Editrice
  • prosa letteraria
  • UNIFI
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- ripeteva quel trambasciato, smaniando piú di prima, abbandonandosi ad atti piú disperati e piú strani ... Il muletto tornò a ragliare. - Ahaa! Ahaa! Ihii! Ihii! Ahaa! Ahaa! ... - Non la finiva piú; pareva stesse per perdere la pazienza anch'esso. Ora che le imposte erano aperte, la sua voce montava fin lassú chiara, sonora; riempiva la camera. - Scusi! ... C'è quel povero animale! - disse il dottore pietosamente. Quegli, che aveva udito il raglio, si scosse, chiamò il servitore, diede ordini che il dottore non capí, e poi venne a piantarglisi davanti, col viso contratto, con gli occhi che gli schizzavano fuori dell'orbita ... - Non m'ingannate, dottore! Non m'ingannate per pietà! ... Vivrà? ... Vivrà? ... Guardi: se Dora ... - E, o per farsi intender meglio, o perché gli mancasse la forza di continuare, si precipitò verso un mobile, ne aprí rapidamente il cassetto e ne trasse un par di pistole dalle canne lucenti, che brandí mostrandole; poi fece atto di farsi saltare le cervella. Se non che il gesto fu cosí furioso, cosí imbrogliato, che il dottore capí anche: - Ma prima farò saltare le cervella pure a lei! ... Allibí, si sentí svenire. L'atto di contrizione in articulo mortis, gli salí alle labbra per istinto. E i suoi occhi si volsero, già mezzo appannati dal terrore, verso la donna giacente ... - Oh Dio! Oh Dio! ... È finita! - pensò il dottore, vedendo quell'aspetto che pareva decomporsi nel supremo sfacelo della morte. Un brivido diaccio gli guizzò per le vene da capo a piedi; e chiuse gli occhi per non vedere le maledette pistole dalle canne luccicanti, che quel pazzo furioso teneva sempre impugnate, attendendo. A un tratto, non vide né sentí piú nulla. Quanto tempo fosse rimasto lí come morto, egli non seppe mai dirlo; forse pochi istanti, forse qualche minuto ... Un secolo! egli credette rinvenendo, atterrito di sentirsi scuotere forte e chiamare ad alta voce: - Dottore! dottore! - Quella voce però era tremante sí, ma di gioia; come erano anche convulse di festosa impazienza le mani che lo scuotevano ... - Dottore! dottore! - Spalancò gli occhi, che gli si riempirono subito di lagrime, mentre il cuore gli sbalzava violentemente nel petto, e il sangue gli tumultuava nelle vene, cosí caldo ed allegro che gli faceva male. La bella signora, seduta sul letto, sorretta dai guanciali, con gesto di persona non ancora ben desta dal sonno, si passava le mani bianche e affilate sui capelli e sulla faccia: sorrideva dolcemente, e con languida voce diceva al giovine che stava ginocchioni davanti la sponda del letto: - Sentivo, vedevo tutto, e non potevo fare il minimo movimento. Lo spavento di questo signore ... - È il dottore! - la interruppe colui, stendendo una mano riconoscente al pover'uomo, che non osava ancora credere a se stesso. - Il suo spavento, la tua terribile minaccia ... Feci uno sforzo ... e, improvvisamente, mi sentii slegare. Quanto ho sofferto! - Oh, bene, benissimo! Me ne rallegro. Tanto meglio. Benissimo! ... - Il dottore si era levato in piedi, e si tastava per persuadersi che non sognava o delirava, ripetendo: - Tanto meglio ... benissimo! - con in corpo una gran fretta di scappar via, prima che sopravvenisse qualche altro malaugurato incidente. - Perdonate, dottore. Ero pazzo! - gli ripeteva lo sconosciuto. - Grazie, grazie! - Grazie di che? ... Non ho fatto niente -. E cercava di svincolarsi dall'abbraccio di colui, che ora pareva ammattito in modo opposto, dalla troppa gioia. - Bravo! Tanto meglio! ... A rivederli ... La signora si sente bene, è vero? È passata ogni cosa? - Sí, grazie ... - Pareva che anche la bella signora ridesse garbatamente della grande paura di lui. - Quel povero animale! - riprese il dottore, come cercando un pretesto. - Bisogna che io vada via ... I miei ammalati ... - Ah! il muletto! - esclamò il giovane, ricordandosi. E chiamò il servitore, che rispose di averlo ricondotto a casa del dottore, da un pezzo. - Non vuol dire, andrò a piedi -. Ma ce ne volle, prima che lo lasciassero partire. Dovette quasi lottare per farli persuasi che non avrebbe mai accettato un compenso. - Questo ricordo, almeno! - insistette lo sconosciuto, mostrando uno spillo elegantissimo tolto dalla propria cravatta, e che volle appuntargli alla cravatta con le sue stesse mani, fra le piú calde proteste di immensa riconoscenza, di eterna gratitudine ... - Noi partiremo domani l'altro, ma non dimenticheremo mai il nostro salvatore, mai, mai! - Sull'uscio lo fermò - Dottore, la prego, non dica niente a nessuno di quanto ha veduto. - Si figuri, anche pel segreto professionale! - E, piú che scendere, ruzzolò le scale. Al portone trasse un gran respiro. Nella via, trovò ancora la gente, che la lotta fra il muletto e il servitore aveva radunata. Gli raccontarono l'accaduto. - Povero muletto! - Il dottore, prima d'entrare in casa, volle visitarlo nella stalla. Gli si accostò, lo accarezzò, lo palpò: ma l'animale, mostrando di tenergli il broncio, non si voltò neppure, e continuò a masticar paglia, come se il padrone non parlasse con esso. Muletto vendicativo! Da quel giorno in poi non ragliò piú mai. Roma, 1890@. 1890.

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