Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il maleficio occulto

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Zuccoli, Luciano 1 occorrenze

Apersi gli occhi, guardai: era innanzi allo specchio e si scioglieva i capelli, abbandonandoli giù per le spalle come un torrente d'oro. Nello specchio mi vide, e disse con voce spenta: - Perdonami: ho male alla testa; non posso reggere questo peso... E tu? Sarai malato anche tu? Ella mi stava di fronte, magnifica d'eleganza e di sveltezza giovanile.... Era costei, che il barone Lorenzo voleva per sé! Egli intendeva farsene uno stromento di ricchezza e di piacere; possederla come uomo, e profonderne gli averi per la sua insaziabile passione del giuoco.... Mentr'ella si chinava sollecita verso di me, ripetendo: "E tu? Sei malato?" io l'allontanai con la mano, freddamente, senza rispondere..... - Che hai? - domandò Clara stupita. - Che t'ho fatto? - Nulla, nulla, perdonami tu pure! - io dissi. - Non sono malato; sono orribilmente nervoso..... La donna restò a guardarmi, senza muoversi. Io sentiva dal cuore salire e prorompere un'ira, una gelosia, un rancore selvaggio; e in silenzio mi dibattevo contro questi sentimenti inaspettati e indomabili..... Poscia, dovetti cedere: mi levai quasi di scatto, presi la donna per mano e la condussi allo specchio. - Guàrdati! - dissi. - Ebbene? - ella domandò senza comprendere. - Non sei bella? - ripetei. - Non senti d'esser bella?.... - Oh! - esclamò la giovane, quasi offesa. - Che cosa pensi in questo momento così doloroso? - Sì, in questo momento così doloroso, - ripetei, - è strano! In questo momento così tragico, si risveglia nel mio cuore un odio senza nome per te..... Guàrdati nello specchio, guàrdati dunque, guarda il tuo volto, guarda il tuo collo, il seno, le braccia, i capelli, guàrdati la bocca.... E aggiunsi sottovoce: - A chi volevi darti, tu? Clara liberò la mano bruscamente e s'allontanò dallo specchio, senza dir parola. - Non ho il diritto d'odiarti, in questo momento così tragico? - seguitai. - Ora più che mai, perché ora vivo lontano, tra gli avvenimenti di tre anni or sono, e ho vista, ho penetrata l'anima di colui che ti vuole, di colui al quale stai per darti!... Non lo negare.... Sarai sua sua: tu, così bella, sarai sua!..... - No; no, no! - interruppe Clara, tornandomi vicina. - Non lo dire più! Qualunque cosa, piuttosto che questo matrimonio! Mi dà i brividi, mi fa orrore..... - Sarai sua, - ripetevo per torturarla, per torturare anche me. - Non te ne puoi liberare; è impossibile dirgli ciò che pensiamo di lui.... - Farò qualunque cosa, te lo giuro, - esclamò la donna, - ma saprò liberarmene! - Ed egli sopporterà qualunque cosa da te, - insistetti. - Ma non vedi, non vedi che sei troppo bella per potere abbandonarti; non capisci che si soffre qualunque cosa, pur di averti? Su guàrdati, dunque! Cerca di comprendere; pensa al nostro passato; ricòrdati ciò che ho fatto io.... Questa medesima notte non ti dice nulla?.... Non commetto una follìa, ora, qui, in casa tua, chiuso con te, mentre tutti lo sanno? E che cosa vuoi tu fare contro di lui? Vuoi accusarlo? Vuoi dirgli ch'egli lasciò uccidere una donna, la quale egli doveva difendere? Vuoi dirgli ch'egli desidera prima le tue ricchezze e poi te? Come potrai trovare tutto questo, se io stesso non oso, io che lo odio con tutta la potenza del mio cuore e del mio cervello? Devi tacere, devi darti a lui: è troppo tardi; non gli sfuggi più.... Se anche non ti ama, ha bisogno del tuo denaro.... Sì, la frase è brutale, ma mi piace, perché è vera!.... E pel bisogno di denaro, se non per concupiscenza di te, egli è pronto a soffrire qualunque cosa.... Non vedi come s'è adattato alla mia intimità, come mi accoglie, come mi sorride, come m'invita?..... Io sono il pedaggio: per giungere a te e al danaro, bisogna soffrire la mia presenza..... Ed egli ha capito, obbedisce, s'è fatto piccolo.... Ah che cosa puoi contro simile uomo? Di', che cosa puoi?..... E ciò dicendo, le afferrai le mani, la scrutai negli occhi, quasi per costringerla a meditare, per rapirle un'idea..... - Ci penserò, -.- ella rispose, mentre le lagrime le scendevano per le guance pallide. - Mi ucciderò, piuttosto.... Ma dimmi: tu che cosa sai di lui?.... Di che l'accusi? - E' vero, mormorai. - Di che l'accuso? Non si vede ancora abbastanza..... Sedetti, e con la testa fra le mani, guardando nel vuoto, raccolsi il pensiero, mentre Clara aspettava in piedi. - E' strano, - dissi lentamente. - Codesta figura è inafferrabile: ora l'ho viva e chiara innanzi agli occhi, ora si annebbia e mi sfugge, com'è sfuggita a tutti, ai giudici, al pubblico, a tutti. No, io non l'accuso di complicità materale; e nemmeno l'accuso d'aver voluta e preparata la morte di sua moglie; e nemmeno l'accuso d'aver intuito sicuramente ciò che stava per avvenire. Ma egli desiderava che ciò avvenisse, e ha lasciato crescere di giorno in giorno la possibilità, se non la probabilità, del fatto.... Mi rivolsi a Clara direttamente. - Egli è un giuocatore, capisci? Ha la psicologia del giuocatore, ed ha giuocato una carta. Ha, per così dire, lasciato aperto l'uscio alla fortuna; non è colpa sua se pel momento la fortuna era rappresentata dal delitto....... d'un altro! Egli aveva bisogno d'essere libero, poiché la donna da lui sposata non cedeva alle pretensioni di danaro; la morte di lei significava il largo, incontrastato possesso d'ogni bene: egli si è augurata la morte della donna, e, non osando uccidere, si è guardato dal difenderla contro un pericolo. - Ma tutto ciò è mille volte più orribile dell'assassinio! - esclamò la giovane, con una smorfia di disgusto. - E cotesto pericolo c'era, esisteva? - seguitai. - Sì, è indubitabile: la solitudine della villa e la sua postura a pochi chilometri dal confine svizzero; l'audacia del ladro, la quale cresceva col crescere dei sospetti, la condizione disperata di lui, per la quale o perdeva o vinceva tutto in un colpo; quel medesimo furto dell'anello, commesso nella camera della baronessa, la soglia della qual camera non incuteva dunque al ladro nè paura nè rispetto...., Queste erano minacce gravi e continue: supponendo anche l'assurdo, supponendo il barone ben lontano dall'imaginare chi fosse il ladro, in ogni caso non era obbligo suo di rimanere presso la moglie? Qual'è l'uomo che abbandona una creatura debole in condizioni simili, di giorno e di notte? - Sì, sì - interruppe Clara - sì, è certo, hai ragione: egli ha desiderato di ucciderla! L'ha data in balìa ad altri, a un'altr'uomo, a un bruto, perché la finisse!...... Oh! ma non trovo parole per costui: è un rettile. E' peggio, peggio, peggio dell'assassino che hanno condannato all'ergastolo!..... Agitata, convulsa, con un singhiozzo violento che pareva romperle il petto, ella si lasciò cader sul divano, portando le mani fredde alle tempie brucianti; i capelli d'oro le fluivano giù per il fianco, ed ella s'inchinò lievemente, si distese quant'era lunga. - E' il tuo sposo di domani, costui! - dissi. Ah! ma finiscila! - rispose Clara con violenza. - Non mi vedrà più! Sii buono, finiscila, non impaurirmi ancora! Vedendo ch'ella rabbrividiva di freddo o di terrore, presi dal divano la mantiglia e l'avvolsi attorno al busto della giovane, stringendomela fra le braccia. E' l'odio che mi rende implacabile e cattivo - spiegai sommessamente. Io odio cotesto uomo, non solo pel male ch'egli meditava di fare a te, ma anche pel delitto che ha commesso contro l'altra infelice. La quale era bella, m'hanno detto, e gentile e dolce e desiderosa d'amore. Ah, sa scegliere le sue vittime, con un gusto che par ferocia, colui!... Ma dimmi, Clara: tu ignoravi ch'egli giocasse? - Ignoravo tutto, tutto! - esclamò Clara. - Qui a Firenze, come a Milano, come dovunque, è molto stimato.... - A Milano, però si conosce la sua passione senza freno, - osservai. - A Milano io non abito; e d'altra parte, una donna sa sempre ben poco: voi conoscete molte cose, avete il passaggio in ogni luogo; una donna è schiava, al vostro confronto. Tu stesso, che avresti osato dirmi, se.... se non ne avessi il diritto pel nostro passato? - E' vero, - mormorai. - Il mio amore ti ha fatto un po' di bene..... Clara si tolse alla mia stretta, indovinando ch'io stava per coprirle il volto di baci; e rispose: - Ti devo una gratitudine infinita....... Io scrollai le spalle, sorridendo con amarezza, e la lasciai. - Non ti basta, è vero? - continuò la giovane. - Devo essere tua, anche non amandoti più? Non credere ch'io voglia tormentarti con queste parole: ho per te un'affezione profonda; ma è un'affezione come per un fratello.... Ciò che si chiama amore, è svanito. Io ascoltavo, sentendo di non poter nulla rispondere; e poiché stava silenzioso, pallido, a testa bassa, Clara, dopo un lampo d'esitazione, aggiunse con voce sommessa: - Vieni qui..... Io mi avvicinai. - Mi vuoi? - ella seguitò sottovoce. - Se posso darti un po' di gioia, ebbene, prendimi! Non voglio vederti soffrire. - Mi ami? - domandai, chinandomi verso la giovane. - No, - ella rispose nettamente. - Ti voglio molto bene: l'ho detto. La guardai: lo sguardo diritto dei grandi occhi grigi e limpidi era sincero. Mi levai quasi con un balzo. - Non pensiamoci - dissi, scuotendo la testa. - Se non mi ami, sarai di marmo!.... Nel lungo silenzio che seguì, rimasi in piedi, addossato alla specchiera, fissando quell'amante morta. Pareva morta anche fisicamente, così stesa e senza moto, a occhi aperti. Ella non pensava già più alle sue parole: riviveva forse il dramma che io le avevo narrato; e per non soffrire oltre, io che soffriva atrocemente per le parole vere uscite dalla bocca indimenticabile, mi sforzai d'imitar la donna e di ripensare a colui che poteva ancora farla sua. - Capisci l'uomo? - dissi improvvisamente. - Da quando t'ha incontrata qui a Firenze, non giuoca più. Sa vincersi; e perciò è temibile. Non giuoca; ma domandagli che ha fatto delle sue terre, e d'una casa a Milano, e d'una villa in Val Malenco. Sfumate come la nebbia, a colpi di macao o di faraone. Domandagli se conosce Montecarlo, e la jetée di Nizza, e il Casino di Vichy. - Montecarlo? - interruppe Clara. - Ne parlavamo alcune sere addietro; mi disse che non c'era mai stato. - L'ipocrita! -.... e che giuocava a domino, qualche volta, e che s'addormentava subito. A domino è probabile: mi ci addormento io pure. Ma dovresti farti spiegare il trente-et-quarante, o la roulette. Insomma non dirà nulla. Questo è il suo corredo di nozze: lo tiene in serbo per fartene una sorpresa più tardi, - Mai, mai, mai! - ripetè la giovane, levandosi in piedi e ravviandosi i capelli. - Bada: è un lottatore formidabile. Conosce tutte le arti. - Clara alzò le spalle. - Ci penserò - disse. - Non dubitarne: difendo la mia vita. - Oh, a lui basterebbe la tua borsa! - conclusi. - Va; sono stanca: reggo appena, - mormorò Clara. - E' quasi l'alba.... Mi accompagnò alla portai, ne girò la chiave, l'aperse. Quando fummo ambedue sulla soglia, mi guardò in faccia. - Ti ringrazio? - domandò con un sorriso breve. E innanzi che io avessi potuto rispondere, la sua bocca era congiunta alla mia...... - Poiché sono di marmo, - ella disse maliziosamente,questo non ti fa male..... Rinchiuse la porta, scomparve, e il suo passo si spense..

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