ZURIGO - La Svizzera, che attorno a Basilea ha la più alta concentrazione di centrali atomiche del mondo, sta abbandonando il dogma del nucleare come fonte indispensabile d'energia. Un'uscita «morbida» dall'atomo che sembrava impensabile fino a ieri non è stata esclusa dal ministro dell'energia Schlumpf, al termine di un dibattito parlamentare durato tre giorni e dedicato alle conseguenze dell'incidente nella centrale di Chernobil.
Vi sono però almeno tre ragioni per ritenere che alla fine le intese andranno in porto. 1) Iri e Finsider hanno tutto l'interesse a concentrare le produzioni siderurgiche nel settore dei piani, abbandonando quindi i «lunghi», area nella quale non hanno una posizione di forza e non sono in grado di fare concorrenza ai privati. 2) Finsider quest'anno perderà circa 400 miliardi, ma si è impegnata a coprire il deficit col suo capitale, in attesa di pervenire nell'87 al sospirato pareggio. La cessione di alcuni impianti siderurgici e quella della Cementir potrebbero consentire alla finanziaria dell'Iri di far fronte più facilmente a questo disavanzo. 3) Per i privati gli accordi con Finsider significano «normalizzazione» del mercato dei prodotti lunghi e riduzione della dipendenza dai forni elettrici (anche se nella congiuntura attuale i loro costi di gestione sono molto più bassi di quelli - proibitivi - di un anno fa).
Accademia della crusca
