Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbaio

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Il Marchese di Roccaverdina

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Capuana, Luigi 1 occorrenze

SCURPIDDU

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Capuana, Luigi 1 occorrenze

Abbaio meglio io: Bau! Bau! Bau! ..Non è forse vero? Sbirro avea risposto dalla terrazza con voce roca e ringhiosa. Senza dubbio Scurpiddu abbaiava meglio. - Va' a dormire e non fare il buffone! La luna sorgeva lentamente dietro il dorso scuro delle colline. - Guardate, Soldato , come è grande la luna! Vi piacerebbe un pane tondo così? - Va' a dormire! Il Soldato rientrò nella stalla, per andare a buttarsi sul pagliericcio, là in fondo. Non poteva prender sonno senza sentire il rosichìo delle mule che masticavano la biada e la paglia, e lo scalpito irrequieto di esse su l'acciottolato del pavimento. Ancora non era freddo, la porta della stalla restava aperta tutta la nottata; e Scurpiddu sentì il Soldato picchiare con la mano su la groppa di una mula per farla tirare più in là, dar la voce a un'altra, accarezzare la groppa d'una terza. Scurpiddu stette un momentino fermo; in piedi. Il cuore gli batteva forte. Era risoluto; quella notte voleva fare la scoperta a cui pensava da tanto tempo: vedere il giubbone di albagio dello zi' Girolamo, col cappuccio ritto, messo a sedere sul fondo del corbello arrovesciato, e con tra le maniche incrociate il bastone di bovaro ... Se non si scorgevano le gambe dello zi' Girolamo, voleva dire ch'egli era andato attorno con le Nonne . Ma bisognava aspettare fino alla mezzanotte. Avrebbe sentito suonare i cento tocchi dal campanile di Santa Maria in Mineo. Di notte, sembrava che l'orologio fosse dietro la collina di rimpetto. Non voleva andare a coricarsi. Se chiudeva gli occhi addio! Fino all'alba non lo avrebbero svegliato neppur le cannonate. Che fare intanto? Girò dietro il pollaio, tra i fichi d'India per affacciarsi sul burrone della Caldaietta dove cascava l'acqua del beveratoio che formava ruscello. Si distinguevano i sassi, i cespugli e le viottoline laggiù, ora che la luna piena era un po' alta. L'acqua cascava a piombo, nella conca della Caldaietta, e si riversava dall'orlo tra i massi in fondo alla vallata, luccicando qua e là come uno specchio. - Guarda! Due conigli che si rincorrono! E grossi! Scurpiddu tese le braccia, come per prendere la mira col fucile. Non li avrebbe sbagliati! Si udiva, a intervalli, un grido di uccello da uno spacco della roccia di rimpetto, grido stridulo rimbalzante, che sembrava quasi una risata. Scurpiddu cominciava ad aver paura di trovarsi là, solo solo, a quell'ora, con quel silenzio interrotto soltanto dal grido del fagiano che aveva il nido in uno spacco della roccia, e dall'abbaio che veniva in quel momento dal fondo della vallata e che somigliava poco a un abbaio di cane. Fece alcuni passi più in là, si sdraiò bocconi per evitare un capogiro, e sporse la testa nel vuoto. La valle si sprofondava scura scura sotto le rocce che scendevano quasi a perpendicolo dalla parte opposta. Tra il nero delle macchie e degli alberi, biancheggiavano qua e là massi piccoli e grossi, staccàtisi dall'alto, rotolàtisi per la china e arrestàtisi a mezza costa. Quel grido, che aveva dell'abbaio e del guaìto, riprendeva di tratto in tratto, ora qua, ora là, come se l'animale che lo emetteva errasse tra le siepi, tra le erbe alte e i sassi ... Scurpiddu aguzzava gli occhi per indovinare che mai fossero quelle due macchie bianche che si muovevano lentamente tra gli oleastri, sotto gli olmi, e già si arrampicavano per la ripida viottola, dietro le piante di nocciuoli. Pareva sfuggissero il lume della luna, si acquattassero, uscissero d'agguato, tornassero ad appostarsi ... Trasalì! Nel silenzio cominciarono a ondulare, lenti, malinconici, paurosi, i cento colpi alternati dell'orologio di Santa Maria. Tin! Ton! Tin! Ton! Mezzanotte! Si rizzò in piedi, e rifece il breve tratto dietro il pollaio, tra i fichi d'India. Doveva passare davanti a la stalla delle mule, o continuare tra i fichi d'India, diritto, e spuntare su l'agghiaccio, voltando il cantone del fienile? No; qui faceva troppo rumore con le scarpe, calpestando le erbe secche e smuovendo le scheggie di roccia sparse per terra. Il cuore tornava a balzargli così rapido, che Scurpiddu dovette fermarsi. Brividi lo scotevano dalla testa ai piedi, brividi di terrore. Ma la curiosità, più forte di ogni altro sentimento, lo spingeva avanti. Trattenendo il respiro, facendo due, tre passi, e fermandosi a spiare con gli occhi spauriti e le sopracciglia increspate, Scurpiddu era arrivato vicino alla stalla quando fu arrestato dal rumore ottuso dei passi d'una bestia - giumenta o mula? - che usciva alla chetichella da la stalla. Il Soldato forse aveva legato male la cavezza all'anello di ferro della mangiatoia, e l'animale, vistosi sciolto, andava a farsi una rivoltolata fra la polvere, là davanti ... Affacciò la testa dallo spigolo della cantonata ... - Ah, mamma mia! La giumenta resisteva puntando i piedi, mentre un uomo la tirava pel capestro e un altro le dava sui fianchi con la bocca del fucile. Li riconobbe; erano gli amici ! - Madonna Santissima! ... ... Rubano la giumenta! Scurpiddu si sentì strozzare il grido in gola. - La portano via! - balbettava sottovoce. - Portano via la giumenta! ... Soldato , portano via la giumenta! E quando capì che la giumenta non poteva resistere più e che uno degli amici tentava di cavalcarla per farla camminare più spedita, si sentì sciogliere la lingua, e cominciò a strillare, nascosto dietro lo spigolo, facendosi piccino, piccino: - Soldato , la giumenta! Soldato , rubano la giumenta! Ladri! ... Ladri! Soldato ! Con la foga dello strillare aveva preso coraggio. Udiva la voce impermalita del Soldato che rispondeva dalla stalla; dall'agghiaccio lo zi' Girolamo gridava: - Ooh! Ooh! - per mostrare che era sveglio anche lui. Allora Scurpiddu si sentì diventare un altro, e corse dietro agli amici , gridando: - Lasciàtela! Lasciàtela! Soldato ! Zi' Girolamo! Si udirono, e parve venissero dalla masseria, due colpi di fucile che rimbombarono nel silenzio, poi altri due, uno appresso all'altro ... Tutta la masseria era in rumore. Chi gridava di qua, chi domandava di là: - Che è stato? ... Ladri! Ladri! Soldato ! Massaio! - E strilli di donne. Il Soldato , che era uscito dalla stalla e ancora non si raccapezzava, udì tra gli ulivi lo scalpito di un quadrupede e poi, a cavallo della giumenta, vide Scurpiddu che agitava le gambe percuotendo i fianchi coi tacchi per farla andare di galoppo. - Eccola ... Sono scappati ... Ecco la giumenta! - gridava Scurpiddu , Dalla gioia, gli brillavano gli occhi su la faccia rossa, avvampata. - E se ti ammazzavano? - esclamò il Soldato aiutandolo a scendere di cavallo. Massaio Turi accorreva, vestito a metà, con lo schioppo in pugno, seguìto dalla massaia che voleva trattenerlo: - Lasciate andare, santo cristiano! E piangeva. Facevano crocchio gli uomini sbucati dal fienile dove dormivano insieme in quel tempo di aratura; parlavano tutti a una volta. E il Soldato , che voleva raccontar lui il fatto non riusciva a farsi ascoltare. Si udiva soltanto: - Col pericolo di farsi ammazzare! Ed era l'esclamazione ammirativa con cui egli s'interrompeva o ripigliava da capo. Gli pareva impossibile che Scurpiddu , quell'animuccia del Purgatorio, avesse potuto avere tanto coraggio e tanta audacia. Scurpiddu se ne stava zitto. Temeva che gli domandassero: - E tu che facevi là fuori, a mezzanotte?

Demetrio Pianelli

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De Marchi, Emilio 1 occorrenze

LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche

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Perodi, Emma 2 occorrenze
  • 1992
  • Newton Compton Editori s.r.l.
  • prosa letteraria
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I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA

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Salgari, Emilio 3 occorrenze

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