Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbaiare

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Pane nero

249030
Giovanni Verga 1 occorrenze
  • 1882
  • Niccolò Giannotta editore
  • Catania
  • Verismo
  • UNICT
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Poi le pecore si arrestavano immobili, strette fra di loro, col muso a terra, e il cane finiva d' abbaiare in un uggiolato lungo e lamentevole, seduto sulla coda. In quella passò una civetta, e si mise a stridere sul casolare. - Lontano sia! - mormorò Carmenio facendosi la croce - che son figlio di Maria! A star solo nel casolare colla mamma la quale non parlava più, gli veniva voglia di piangere. - Mamma, che volete? Mamma, avete freddo? - Ella non rispondeva, colla faccia scura. Accese il fuoco, fra i, due sassi del focolare, e si mise a vedere come ardevano le frasche, che facevano una fiammata, e poi soffiavano come se ci dicessero su delle parole. Quando erano nelle mandre di Resecone, quello di Francofonte, a veglia, aveva narrato certe storie di streghe che montano a cavallo delle scope, e fanno degli scongiuri sulla fiamma del focolare. Carmenio si rammentava tuttora la gente della fattoria, raccolta ad ascoltare con tanto d' occhi, dinanzi al lumicino appeso al pilastro del gran palmento buio, che a nessuno gli bastava l'animo di andarsene a dormire nel suo cantuccio, quella sera. Giusto ci aveva l' abitino della Madonna sotto la camicia, e la fettuccia di santa Agrippina legata al polso, che s' era fatta nera dal tempo. Nella stessa tasca ci aveva il suo zufolo di canna, che gli rammentava le sere d' estate - juh! juh! - quando si lasciano entrare le pecore nelle stoppie gialle come l' oro, dappertutto, e i grilli scoppiettano nell'ora di mezzogiorno, e le lodole calano trillando a rannicchiarsi dietro le zolle col tramonto, e si sveglia l' odore della nepitella e del ramerino. - Juh! juh! Bambino Gesù! - A Natale, quando era rimasto al paese, suonavano così per la novena, davanti all' altarino illuminato e colle frasche d' arancio, e in ogni casa, davanti all' uscio, i ragazzi giocavano alla fossetta, col bel sole di dicembre sulla schiena. Poi erano andati alla messa di mezzanotte, in folla coi vicini, urtandosi e ridendo per le strade buie. Ah! perchè adesso ci aveva quella spina in cuore? e la mamma che non voleva rispondergli? Ancora per mezzanotte ci voleva un gran pezzo. Fra i sassi delle pareti senza intonaco pareva che ci fossero tanti occhi ad ogni buco, che guardavano dentro, nel focolare, gelati e neri. Sul suo stramazzo, in un angolo, era buttato un giubbone, lungo disteso, che pareva le maniche si gonfiassero; e il diavolo del San Michele Arcangelo, nella immagine appiccicata a capo del lettuccio, digrignava i denti bianchi, colle mani nei capelli, fra i zig-zag rossi dell' inferno. - Se sapevo! - pensava Carmenio - era meglio dire a curatolo Decu di non lasciarmi solo. Di fuori, nelle tenebre, di tanto in tanto si udivano i campanacci delle pecore che trasalivano. Dallo spiraglio si vedeva il quadro dell' uscio nero come la bocca di un forno, null' altro. E la costa dirimpetto, e la valle profonda, e la pianura della Lamia, tutto si sprofondava in quel nero senza fine, che pareva si vedesse soltanto il rumore del torrente, laggiù, a montare verso il casolare, gonfio e minaccioso. Se sapeva, anche questa! prima che annottasse correva al paese a chiamare il fratello; e certo a quell'ora sarebbe qui con lui, ed anche Lucia e la cognata. Allora la mamma cominciò a parlare, ma non si capiva quello che dicesse, e brancolava pel letto colle mani scarne. - Mamma! mamma! cosa volete? - domandava Carmenio - ditelo a me che son qui per questo, Ma la mamma non rispondeva. Dimenava il capo anzi, come volesse dir no! no! non voleva. Il ragazzo le mise la candela sotto il naso e scoppiò a piangere dalla paura. - O mamma! mamma mia! - piagnucolava Carmenio - O che sono solo e non posso darvi aiuto! Aprì l'uscio per chiamare quelli della mandra dei fichidindia. Ma nessuno l'udiva. Dappertutto era un chiarore denso; sulla costa, nel vallone, laggiù al piano, come un silenzio fatto di bambagia. Ad un tratto arrivò soffocato il suono di una campana che veniva da lontano, 'nton! 'nton! 'nton! e pareva quagliasse nella neve. - Oh, Madonna santissima! - singhiozzava Carmenio - Che sarà mai quella campana? O della mandra dei fichidindia, aiuto! O santi cristiani, aiuto! Aiuto, santi cristiani! - si mise a gridare. Infine lassù, in cima al monte dei fichidindia, si udì una voce lontana, come la campana di Francofonte. - Ooooh... cos'èeee? cos' èeee?... - Aiuto, santi cristiani! aiuto, qui da curatolo Decuuu!... - Ooooh...rincorrile le pecoreee!... rincorrileeee!... - No! no! non son le pecore.... non sono!

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