Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbaglio

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Nuovo galateo

190366
Melchiorre Gioja 1 occorrenze
  • 1802
  • Francesco Rossi
  • Napoli
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Siccome il magistrato non lascia d'essere uomo, quindi non di rado soggetto all'orgoglio in ragione del potere, perciò si dee riguadare come azione inurbana l'opporsi alle sue idee allorchè non recano d'inno al pubblico, e nel tempo stesso imprudente, se l'opposizione porta danno all'oppositore; quindi si può lodare il filosofo Favorino, e condannare l'architetto Apollodoro il primo, accusato perchè avea lasciato senza censura alcune idee d'Adriano in una contesa di grammatica, rispose scherzando: Può forse prendere abbaglio colui che ha trenta legioni a'suoi comandi? Il secondo, indispettito nel sentire l'imperatore a parlare di belle arti senza cognizione di causa, lo mandò a pingere le zucche. Più un magistrato è un imbecille, più si debbe avere riguardo all'irritabilità del suo amor proprio; giacché lo sforzo ad attribuire agli altri i nostri sbagli cresce in ragione della nostra imbecillità. Quindi fa d'uopo che in questi casi annunziate la cosa nudamente ed in modo che sembriate causa dell'errore, senza che vi si possa a buon diritto attribuire. Allorché il famoso generale Laudon fu battuto dal re di Prussia per avere cambiato posizione, giusta gli ordini del feld-maresciallo Daun, egli scrisse a questo come segue: Ho l'onore d'annunziare a V. E. che sono stato battuto nella posizione ch'ella mi ha ordinato di prendere. Sono con rispetto, ecc. Uno spartano non avrebbe renduto conto più nobilmente della sua disfatta, nè con maggior precisione. Mentre questa confessione allontanava dall'amor proprio di Daun l'idea d'essere autore della rotta, non diceva doversene incolpare Laudon, costretto ad obbedire, non padrone di ordinare. Il rispetto e la civiltà verso il magistrato non tolgono ai cittadini il diritto di predicargli quelle massime che possono spiacergli, e la violazione delle quali frutta pubblico danno; perciò quando Luigi XIV pretendeva di convertire i Protestanti del suo regno non colla persuasione, ma colla forza, Bossuet e Fénélon gli dissero che nissuna potenza umana ha diritto » sulla libertà del cuore; che la violenza, invece di » persuadere, fa degli ipocriti; che dare tali proseliti » alla religione, non è proteggerla, ma avvilirla ». Può essere qui ricordata una pratica che certamente non é troppo pulita per sè stessa, ma che mirava ad ottimo scopo, e che nella barbarie de tempi in cui fu usata , forse può meritare compatimento. Nel secolo XII per ricordare al nuovo pontefice che l'elevazione della carica non doveva fargli dimenticare d'essere uomo, egli veniva posto a sedere sopra una sedia di pietra bucata e vuota al di sotto, detta stercoraria, situata avanti il portico di S. Giovanni in Laterano; in quella posizione il pontefice gettava del denaro al popolo. La verità che si predicava al papa era certamente sacrosanta, ma il modo era tutt'altro che gentile.

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Nuovo galateo. Tomo II

194239
Melchiorre Gioia 1 occorrenze
  • 1802
  • Francesco Rossi
  • Napoli
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Acciocché i giovani non prendano abbaglio, farò osservare che il vantarsi d'essere l'amico di qualche persona virtuosa od altrimenti stimabile, quando lo si é veramente, non è un vanto irragionevole come gli antecedenti; giacché le persone virtuose e stimabili non concedono la loro amicizia se non a persone ch'elle stimano. 5.° I pregiudizi comuni. Questa sorgente di ridicolo non ti puó mancare, se ti trovi in compagnia di donnicciuole; giacché se per es. farai oggetto del discorso un male o l'altro, esse ti spacceranno tosto de' rimedi simili a quelli del medico Quinto Sereno, il quale, per guarire la quartana, poneva sotto il capo del febbricitante il quarto libro dell'Iliade. Continua tu la storia delle malattie, ed esse continueranno a spacciarti dei recipe che ti farebbero ridere, fossi anche moribondo. Mi é stato dimandato se è come si può intrattenersi e ridere colle pinzochere. Veramente il problema è un po' difficile, ma se il lettore promette di non tradirmi, gli affiderò il mio segreto. Le pinzochere chiamano chiunque al loro confessionale; e il loro contento cresce in ragione delle persone che condannano. Quando adunque mi trovo in compagnia d'una di queste signore, le caccio avanti una ventina di peccatori per lo meno, e tutti colle loro colpe sulla fronte: qui si legge mode, là teatro, più lungi passeggi, suoni, canti, ecc. La vista di questi piaceri, a cui per motivi rispettabili madama ha rinunziato, riscalda la sua bile; quindi eccola assisa pro tribunali, e scrivendo sentenze da Radamante, colle mani e coi piedi caccia all'orco questi poveri profani. Appunto perché so che la pinzochera é inesorabile, io m'interpongo e chieggo pietà ora per l'uno ora per l'altro: tento l'apologia della moda, dimando qualché tolleranza pel teatro, il concerto delle sfere mi serve a difendere i suoni, gli augelli vengono in soccorso de' canti, ecc.; succede dunque una contesa tra il giudice e l'oratore, e così la sessione criminale continua, giacché le obbiezioni ragionevoli ed a proposito sono uno stimolante della conversazione. E siccome lo zelo di madama è scevro di malizia, quindi riscaldandosi ella facilmente, mi permette di leggere nel fondo del suo animo; io ravviso allora sotto tinte superstiziose quelle false idee che leggo in alcuni libri sotto tinte poetiche, ed imparo a stimarne profondamente gli autori! Crescendo il calore di madama, io diminuisco l'opposizione, e lascio assaporare il piacere d'avermi persuaso e vinto: in questo modo usciamo della conversazione soddisfattissimi entrambi, ella di me ed io di lei. 6.° Gli sforzi per comparire ricchi; del che vedi un cenno alla pag. 85, § 4 del tomo I. Basterà qui, il dire che il ridicolo in questi casi cresce in ragione della dilferenza che passa tra l'apparenza e la realtà, sicché il massimo ridicolo ci verrebbe offerto da coloro che imitassero i comici di campagna, i quali dopo d'avere rappresentato Cesare e Pompeo, muoiono di fame. 7.° La saccenteria, la quale si é di due specie: appartengono alla prima quelle persone che, non facendo mai uso del loro giudizio, spacciano le idee altrui senza discernimento e come proprie.

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