Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIFI

Risultati per: abbaglianti

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Penombre

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Praga, Emilio 1 occorrenze

Per l'ampia volta querula, nel coro intarsiato, l'orme di cinque secoli un giorno ha cancellato; or tutto è liscio e candido, e, a quei toni abbaglianti, ammiccan gli occhi i santi e parlano fra lor. - Ahimè! - sussurra il martire che da una nicchia brilla: - uno spruzzo acidissimo mi entrò nella pupilla! - - Che freddo! - esclama un vescovo al muro appiccicato; - É il giorno del bucato! - risponde un confessor. - Ehi, San Tommaso! - brontola dalla base San Luca: - son ritornati i barbari? Povera Italia eunuca! A chi scrisse la bibbia guastar l'appartamento... o artisti del trecento piangetene con me! - Perchè vi fate, o fossili, scimmie di Geremia? è vero, adesso il tempio sembra una trattoria; ma eguali ognor non furono i preti ai tempi andati? Che a profanar sian nati strano per noi non è. O Santi, quando cantano le litanie pagate, o Santi, vendicatevi, e adosso a lor cascate: giù colle vostre clamidi, giù cogli scettri d'oro, gridando in mezzo al coro: Filiste, Iddio lo vuol! E tu, tu cogli il parroco, calvo domenicano, solo sulla tua mensola con Gesù Cristo in mano; forse il beato Angelico fu un tuo vicin di cella, forse la tua facella lambendo a notte il suol, di sotto all'uscio immobile filtrando un po' d'argento, ne illuminò le tavole piene di firmamento; forse il tuo canto fievole sui sonni suoi volava, e il vecchierel sognava madonne in campo d'or. E nel devoto secolo vivere ancor credevi; qui, venerata effigie, antiche aure bevevi; qui de' tuoi vecchi monaci, sulla muraglia bruna, col raggio della luna leggevi i nomi ancor. Care beltà del tempio!.. Sfumando in lontananza, si univan tinte e linee, quasi fanciulle in danza; in fondo in fondo aprivasi un arco a sesto acuto, e, come un detto arguto, traea le menti a sè. E vi parean riflettere le pallide figure pinte da ignoti artefici tra i fregi e le sculture; dell'arte primogenite vive di un soffio appena, ma colla faccia piena d'inenarrabil fè. Erano i buoni e memori testimoni dei morti; occhi celesti, estatici in cima a eccelsi porti, avean veduti i secoli, travolti a cavalloni, cadere in ginocchioni, pentirsi, e dileguar. Te non vedran, mio secolo, te che empiamente pio fai spose allo sbadiglio le insulse preci a Dio; te senza l'ire intrepide dei saggi iconaclasti, senza un amor che basti a darti un altro altar! Ma il non lontano postero ripercorrendo il sito da tuoi pittori ipocriti già di bugie vestito, ripenserà la gloria dei poveri defunti, e i bei profili smunti a liberar verrà. E l'armonia degli organi, e il fumo degli incensi non alzerà quel libero sotto i sereni immensi; del bello eterno apostolo, prete della natura, egli la fede impura tinta di bianco avrà!

TAVOLOZZA

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Praga, Emilio 1 occorrenze

Addio corse alle selve, alle pendici ispiratrici, addio dell'arte amori coronati di fiori: siete larve abbaglianti e ingannatrici! O fuggito alle infamie del mondo, vola, vola, ti bea nel sereno, coraggioso, che il calice pieno hai gettato alle spine del suol! Or, dal cielo, tu, artista giocondo, alle tele incompiute sorridi, e dell'arte degli uomini ridi, dipingendo coi raggi del sol!

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