Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbagliante

Numero di risultati: 1 in 1 pagine

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L'idioma gentile

209878
De Amicis, Edmondo 1 occorrenze
  • 1905
  • Fratelli Treves Editori
  • Milano
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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Ma facciamo alto a PRESTIGIO, che il vocabolario definisce: influenza, forza abbagliante, ma di cui si fa ora un abuso ridicolo, adoperandolo nel significato più ristretto di stima e d'autorità, e anche di serietà solamente, tanto che tutti credono d'aver del prestigio da perdere, e io intesi dire persino d' un cane da guardia, che aveva perduto ogni prestigio in una fattoria, per averci lasciato entrare i ladri di notte. - Grazioso il verbo PROSPERARE in senso transitivo: - Il Signore vi PROSPERI! - PUGNO, ribeccarsi un pugno, mescere fior di pugni. Sentii dire in Toscana: - Quattro pugni bene scolpiti, che è proprio uno scolpire l'idea. - Mi piace PUNTARE nel senso di fissare con insistenza una persona: La smetta, giovanotto, di PUNTAR quella ragazza; e anche riflessivo, per ostinarsi: - Se si PUNTA, non ottieni nulla. - Ed ecco alla parola PUNTO un mazzo di modi da ricordarsi: - Far punto e da capo, stare a punto e virgola, ci sono i punti e le virgole (in uno scritto perfetto), capitare in brutto punto, prendere in buon punto (nel momento buono), se s'affatica punto punto s'ammala, non è ancora in punto (all'ordine). Per primo punto ti dirò.... - PURE DI, in senso ellittico. PUR di campare, fa di tutto: esprime il concetto con assai più forza che per campare, dicendo l'amor della vita anche più forte del sentimento della dignità e della rettitudine. PUZZARE, PUZZACCHIARE. - Passa di qui a naso ritto: par che si PUZZI tutti! - Il pesce PUZZA DAL CAPO. - Azioni che PUZZAN di ladro. Diciamo anche noi Del dialetto che una cosa non pagata, ma presa a credito, puzza d'inchiostro, e d'una cosa che si ritrova o si riceve inaspettatamente, e che ci fa comodo: - Un pastrano a questi freddi? Non puzza. - Nóta che noi usiamo quasi sempre, in vece di PUZZO, puzza, che è del linguaggio letterario. - Un puzzo che assaetta, un puzzo che si schianta, che si scoppia. - Di questo puzzo non ce n'ho mai avuto in casa mia: s' intende di questi peccati, di queste cattive azioni. E per rumore, putiferio: - Per un nulla non importava far tanto puzzo! - E ancora vari nomi di cose, d' uso raro fra noi, ma che è bene aggiungere al nostro vocabolario manchevole: - POSATURA, quella che lascia l'acqua nella boccia, e che noi diciamo fondo, che è proprio del caffè, com'è del vino e dell'aceto fondigliòlo. - PRODA del campo, del tavolino, del letto, del muro, del fosso, che noi diciamo malamente orlo. - PULCESECCA, sinonimo faceto di strizzatura o pizzicotto, o anche il segno che ne rimane. - Mi son fatto una pulcesecca con la fibbia, e in un sonetto del Fucini: e già na pulcesecca 'n tel nodello. - PULCIAIO, un luogo pieno di pulci o sudicio. - Son capitato in un pulciaio di locanda! - PULCINAIO, un luogo pieno di pulcini. - PULISCISCARPE e PULISCIPIEDI, che si mette all'entrata delle case, e che si chiama Raschino se è di ferro. - PULSANTINO, la mollettina degli orologi, che serve, calcandola e girando il gambo, a rimetter l'ore. - PUNZONE, forte colpo dato con le nocche o con la mano puntata. Gli diede un punzone nel petto che lo mandò con le gambe levate. - E questo è l'ultimo vocabolo della processione del P, che se finisce poco bellamente con due scarpe per aria, non è mia colpa.

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