Qui la difficoltà stava nel fotografare la fioca luce delle stelle intorno al disco abbagliante del Sole per confrontare la posizione delle stesse stelle riprese normalmente di notte, senza lo spostamento gravitazionale dovuto alla vicinanza della massa solare. Ciò è possibile, pensò Einstein, durante un’eclisse totale, quando il Sole è completamente occultato dalla Luna.
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Inoltre anche l’idea delle stelle infinite e disposte in modo regolare non piaceva a Newton per due motivi: uno teologico, perché così l’universo acquisiva qualità come l’infinità e l’eternità tipiche di Dio; e uno fisico, perché se ci fossero infinite stelle in ogni direzione il nostro sguardo dovrebbe imbattersi in infiniti oggetti brillanti, e quindi il cielo di notte non sarebbe buio ma abbagliante come la superficie del Sole (paradosso di Olbers).
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Dante alza lo sguardo ed è folgorato da un punto di luce abbagliante – Dio – circondato da nove immense sfere di angeli.
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