Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbaglia

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Lilit

682058
Levi, Primo 1 occorrenze

Non era certo lui il solo: l' agguato alla pastorella è il motivo dominante della cultura popolare di queste valli, la pastorella vi compare come un oggetto sessuale per eccellenza, ed almeno metà delle canzoni che si cantano qui svolgono in diverse varianti il tema della bergera spiata, desiderata, conquistata, o della sua seduzione ad opera del ricco signore che viene dalla città, o del forestiero che l' abbaglia con la sua pompa esotica. Di Guerrino mi è stata raccontata una storia struggente. Si era innamorato, quando era già sulla quarantina, di una giovane molto bella: se n' era innamorato senza mai parlarle, né toccarla, né pure vederla da vicino, ma solo guardandola affacciata alla finestra. La finestra mi è stata mostrata, ed anche la donna: nel 1965 era una vecchina dai tratti minuti e dagli occhi chiari, rugosa e serena; portava con tranquilla dignità la canizie nobile delle donne che sono state bionde. Lei, dalla finestra, l' aveva costantemente rifiutato. Aveva passato l' intera vita a rifiutarlo, prima da ragazza, arrossendo e ridendo, poi da sposa, infine da vedova, e lui aveva trascorso la sua vita a ripeterle il suo invito senza speranza. Quando Guerrino passava per quella borgata, si fermava sotto la finestra e gridava: _ Madamina, son sempre qui _; lei, senza mai andare in collera, gli rispondeva: _ Andate, Guerrino, fate la vostra strada, _ e lui andava, taciturno e solo. Molti pensano che solo per quella donna, e per quel suo amore perenne, testardo e scontroso, Guerrino sia diventato Guerrino. Questa donna, la sua donna vera, Guerrino non l' ha dipinta mai. Come dicevo, il pittore di madonne è sparito verso la fine della prima guerra mondiale. Nessuno ricorda il suo cognome, ed anche il nome è incerto: Guerrino potrebbe essere uno stranome, come usa qui, perciò una ricerca d' archivio si prospetta come un' impresa disperata. Sulla sua fine non esiste che una traccia. Il vecchio Eliseo, già bracconiere, oggi guardacaccia, mi ha raccontato che verso il 1935, in una grotta, o piuttosto in una fenditura frequentata un tempo dai cercatori di quarzo, aveva trovato lo scheletro di un uomo e quello di un cane e su una delle pareti di roccia un disegno non finito, che a lui era parso rappresentasse un grande uccello dentro un nido infuocato. Non aveva denunciato nulla, perché a quel tempo aveva debiti con la giustizia. Ci sono ritornato sotto la sua guida, ma non ho trovato più niente.

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