Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbagli

Numero di risultati: 6 in 1 pagine

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Come devo comportarmi?

171884
Anna Vertua Gentile 1 occorrenze
  • 1901
  • Ulrico Hoepli
  • Milano
  • paraletteratura-galateo
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Non se ne abusi per avvilirla allo stato di domestica, e nè pure le si abbagli il sentimento con orizzonti troppo vasti e sfolgoranti. La donna, generalmente, ha carattere migliore dell'uomo; quando per carattere si voglia intendere lo stato abituale dell'animo o umore. La donna di carattere buono è un vero tesoro di piccole, utilissime virtù. È graziosa, compassionevole, compiacente, dolce. E siccome la dolcezza è una forza, ella può esercitare una benefica influenza di pace e di ragionevolezza su l'uomo, quando questi non abbia la debolezza di volor imporre e sottoporre con le bizzarrie d'un umore mutevole, o con il pregiudizio sciocco, che un poco di arrendevolezza possa scemare l'autorità. Il principio dell'autorità, ai giorni nostri, ha cambiato di carattere. Non lo si crede più, come una volta, un diritto primitivo, detto diritto divino, che aveva per unico oggetto, il vantaggio di chi lo possedeva. «Lo Stato sono io!» - diceva Luigi XIV. Ed era padrone perchè era re; come l'uomo era padrone quando era marito. Quasi che il diritto stesse nel titolo. Ora, la civiltà moderna, ha spogliato l'autorità della prepotenza per vestirla di equità. E l'ha stabilita, non già per il profitto di colui che l'esercita, ma piuttosto per colui che la subisce. Essa ha ragione di essere, non già per sè stessa, ma si bene, per i benefici che da essa derivano. L'autorità è quindi un dovere e un diritto. La donna ha bisogno di sentirsi guidata, protetta, confortata. Ma lo sposo che apertamente si atteggia a guida, a protettore, a confortatore, e assume la sua parte con certa burbanza presuntuosa, può star sicuro, di smussare fino dalla prima, le sue armi contro una dignità che si sente urtata, contro le ribellione di chi si rivolta all'idea dell'inferiorità... Il sentimento di protezione e il desiderio di guidare al bene, devono scaturire non già dalla vanità e dalla presunzione, ma dal cuore, per essere accetti all'amore; e correre su la via della cortesia per raggiungere lo scopo.

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Il successo nella vita. Galateo moderno.

173782
Brelich dall'Asta, Mario 1 occorrenze
  • 1931
  • Palladis
  • Milano
  • Paraletteratura - Galatei
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Taluno non aspetta nemmeno la risposta sulla questione che ha imposto lui stesso, perchè egli ha interrogato il suo compagno, soltanto per potersi rispondere, da solo, in una maniera stupefacente, che abbagli con la spiritosità colui che ascolta. Ciò che eventualmente l'ascoltatore avrebbe potuto e voluto dire, non l'interessa più. Il saper bene ascoltare è la buona qualità di molte donne intelligenti, per cui esse si acquistano la vera e sincera amicizia degli uomini. Perchè l'uomo talvolta non vuole sentire delle opposizioni, e vuole soltanto ordinare e controllare i suoi propri pensieri, esponendoli a qualcuno. Mentre qualcuno ci parla dobbiamo dunque comportarci attentamente; dunque non giuochiamo con certi oggetti, non sfogliamo libri, non guardiamo fuori della finestra, ma teniamo le nostre mani tranquillamente nel grembo, e guardiamo chi parla con corrispondente attenzione negli occhi. Volgersi con parole ad un'altra persona, mentre qualcuno parla per tutta la società, è molto sgarbato. Per tenere vivo un discorso incominciato, si deve dare occasione a chi parla di poter continuare, offrendogli nuovi argomenti, e obbiettando, sempre opportunamente. Dobbiamo anche fargli delle interrogazioni se vediamo che non ha abbastanza pensieri propri; questo è il metodo adatto a quelle persone che hanno delle buone idee e potrebbero benissimo discorrere, ma non hanno il coraggio di esprimere le loro opinioni. Ci sono però persone - menti eccezionalmente limpide - che afferrano immediatamente il discorso cominciato e danno un giudizio in poche parole, con frasi, concise ed esatte, a cui ogni opposizione diviene o appare superflua. Simile modo di discorrere nuoce molto alla conversazione; gente spiritualmente superiore, dovrebbe frenarsi un poco e sviluppare più gradatamente il tema, per non troncare il filo della conversazione con una frase che non tollera opposizione. Teniamo saldamente il filo del discorso! Gente, che salta di palo in frasca, trascura ciò che si è detto precedentemente, rende vano ogni argomento e ogni discorso serio. Il deviare dal pensiero inziale, che le belle signore fanno volentieri, può rendere nervoso un gruppo di ascoltatori. Risposte illogiche, definizioni non chiare possono gettar confusione nelle idee di molta gente. Una persona ostinata, che per tutto l'oro del mondo non cede da una suo opinione è una figura assolutamente impossibile in una società che vuole divertirsi. E' doveroso non parlare di argomenti che possono essere penosi a qualcuno della società: perciò facciamo attenzione anche nel fare delle obiezioni. Senza essere un eterno oppositore o negatore, si può e si deve obiettare talvolta, per non fare una figura da ignorante o da ottuso. Tollerando delle sciocchezze, nociamo, in certo modo, alla propria reputazione. Il senso di tatto deve decidere in casi singoli. Diversi partecipanti ad una conversazione saranno di rado della stessa opinione se però il discorso minaccia di divenire una battaglia calorosa di parole, è opportuno troncarlo. Una conversazione divertente non deve mai rilevare una punta personale. Se il discorso prende una brutta piega, si deve impedire subito che si formino malintesi troppo aspri, e dare un nuovo indirizzo alla conversazione. Il buon tatto indica dove ha da condursi la conversazione perchè tutti siano d'accordo. Ricordiamoci che non si è invitati in compagnia per suscitare liti o malintesi. Se uno scambio caloroso di parole non è evitabile in nessun modo, teniamoci sempre alla forma « parlamentare » Se qualcuno non è disposto a tenersi a questa forma, ed alza la voce, senza ascoltare nemmeno le opposizioni, con una tale persona non si può parlare. Non teniamoci saldamente ai nostri diritti ma proviamo sempre di investirsi nella situazione dell'altro. Una discussione esige: ponderazione dei motivi d'opposizione, un modo di pensare chiaro, obiettivo e logico. Ogni affronto personale - anche nella discussione più calorosa - è severamente evitabile! Querele e liti famigliari non si trattano mai in pubblico. Anche se al momento in cui si riceve una visita è avvenuta una scenata in famiglia, il visitatore non dovrà accorgersene mai. Trattiamo questo argomento più particolarmente nel capitolo dedicato alla lite. Talvolta si offende delle persone presenti, lasciandosi scappare un'apprezzamento di carattere generale: in tal caso non ci resta altro, che di adoperare la frase nota: « esclusi i presenti » Anche se nessuno crede seriamente a questa affermazione la punta acuta dell'osservazione è rintuzzata. Conversando siamo sempre riservati. Non si rivelano superfluamente affari famigliari, nè propri. Dei successi propri non si parla, per non destare invidia, ma non si parla nemmeno degli insuccessi, per non suscitare maligne compiacenze degli altri. Se vediamo che qualcuno non vuol tradire la sua vera età, non lo forziamo, per poi - come fanno spesso le nostre signore - dichiararlo in pubblico. Sebbene il negare la vera età, sia una grande sciocchezza, lasciamo questa vanità ai vanitosi e non li disturbiamo nel loro sogno. Tuttavia, bisogna riconoscere per umana e scusare questa debolezza delle donne, per cui l'essere giovani è spesso l'unico merito. Non comprendere simili debolezze, è non soltanto imprudente, ma procura anche dei nemici atroci. Abbiamo sempre riguardo per la vanità dei presenti: sempre ed in ogni occasione! E' assai indelicato far somiglianze e paragoni facilmente sgradevoli. Dire p. e. la seguente frase, veramente affabile e lusinghiera: « Ma, senta, è veramente strano come lei assomigli all'assassino di Düsseldorf! Potrebbe essergli fratello! » Evitiamo, per carità, ogni raffronto meno che onorevole! Per la stessa ragione, non parliamo mai innanzi a vecchi signori di qualche « vegliardo imbecille! Avanti a signore non si parla della « illogica femminile » o « delle debolezze delle donne » ecc. Ogni generalizzazione è evitabile e fuori posto. « Ogni uomo è cattivo » si può talvolta sentire dire: però ciò non dimostra troppa intelligenza da parte di colui che dichiara simile frase. Non si ha la essere uomini soltanto per combattere la donna, e viceversa, ma sentirsi uguali nello spirito, se pur diversi di sesso. Se anche l'uomo ha un più forte ingegno ed è più capace di svolgere lavori spirituali, la donna lo sorpassa in molti riguardi e specialmente nello spirito di abnegazione e nella praticità dei criteri. La generalizzazione già menzionata, porta sempre una spina in sè contro l'altro sesso; è perciò meglio evitarla del tutto. Ognuno di noi sente volentieri complimenti affabili e delicati. Talvolta si offrono nella conversazione delle occasioni di fare un complimento, la cui omissione sarebbe addirittura scortese. Complimenti troppo lusinghieri, fanno effetto cattivo. Esaltare le bellezze giovanili d'una vecchia signora può per lo meno sembrare sciocco, se non proprio offendere. Mitigare gli elogi altrui e diminuire le proprie qualità è virtù, per ottenere poi maggior lodi ha talvolta un effetto sicuro in società, però far uso troppo spesso di questo piccolo « trik » è poco felice e si tradisce anche facilmente. Affine al concetto del complimento, però di minore importanza, è il « parlare affabile ». E' anche una legge di buona educazione. Se p. e. qualcuno ci ha fatto un grande favore non accontentiamoci di un semplice « grazie tanto! » ma rivolgiamo delle parole più affabili. Si ricordano qualità lodevoli di altri, solo a tempo e luogo, durante una conversazione. Però parlare soltanto in modo lusinghiero di qualcuno otterrebbe l'effetto contrario. Comunque, si potrebbe apparire per poco sinceri. P. e. di una padrona di casa che ci ha ospitato lautamente con piatti ben fatti, si può dire senz'altro delle buone parole ed esaltare la sua virtù di ospite. Ogni signora (tranne le troppo moderne ed americanizzate) ha piacere di sentire dire che gli ospiti hanno gustato il pranzo e che esaltano la sua arte culinaria. Naturalmente, dilungarsi su questo argomento, esaltarlo troppo sarebbe inopportuno e guasterebbe l'effetto piacevole. In nessun caso, la lode deve essere infondata; deve essere sempre corrispondente o quasi alle verità. Dove non c'è niente da lodare è meglio tacere. Però, si cercherà di trovare in tutti e in tutte le cose un lato lodevole. L'altro capirà da questo fatto, che le altre parti sono piaciute meno, e perciò si è lodato soltanto quelle. Il vero compagno non protrae troppo a lungo una conversazione. Come il vero « gourmand » cessa di mangiare quando gli piace di più, anche un buon compagno farà sciogliere la società quando è ancora animata, perchè niente è più terribile, di congedarsi quasi per « dovere », perchè la gelida noia incalza. Per lo stesso motivo, un compagno veramente esperto, cercherà sempre di assicurare una buona chiusura, un finale saporoso: farà magari un piccolo scherzo, che l'ultima impressione sia allegra e buona, e che i padroni di casa lo conservino di buona memoria.

Pagina 113

Il tesoro

181796
Vanna Piccini 1 occorrenze
  • 1951
  • Cavallotti editori
  • Milano
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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Quando il compratore sa distinguere la merce e non prende abbagli sul suo valore, può riconoscere insieme il diritto d'un guadagno corrispondente. Eviterà i dibattiti che non convincono nessuna delle due parti. Nei grandi magazzini esiste ad esempio la categoria delle commesse. Queste lavoratrici che in grembiule nero e collettino bianco stanno davanti al cliente, hanno il merito di sapersi guadagnare da vivere, e non piccolo è il loro sacrificio, perchè da mattina a sera devono trattare con un'infinità di gente, non sempre serena e placida, soddisfare le singole esigenze; e sempre in piedi, senza concedersi distrazioni di sorta. Rincari, crisi, rarefazioni delle merci son cose che non riguardano punto la venditrice e ci si può risparmiare di dimostrare ad essa il nostro malcontento, anche se giustificato, in ordine ai nostri acquisti.

Pagina 538

Nuovo galateo

190266
Melchiorre Gioja 1 occorrenze
  • 1802
  • Francesco Rossi
  • Napoli
  • paraletteratura-galateo
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.° Talora si ommettono i dovuti schiarimenti sugli abbagli che sogliono casualmente succedere; perciò questi, che si crede dimenticato, ricusa un riguardo; quegli, che si crede offeso, ne ricusa un altro; e cosi le amicizie si raffreddano e talvolta si sciolgono. 8.° Non amici ma truffatori si debbon dir, coloro che nel commercio serbano le merci d'inferiore qualità per quelli cui danno il titolo d'amici, lusingandosi che l' amicizia da un lato non porrà severo esame nell'accettare, dall'altro attribuirà ad involontaria svista il reale inganno, e in tutti i casi non estenderà lo scredito.

Pagina 243

I miei amici di Villa Castelli

214515
Ciarlantini, Franco 1 occorrenze
  • 1929
  • Fr. Bemporad & F.°- Editori
  • Firenze
  • Paraletteratura - Ragazzi
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. - Ma sì; dalle finestre socchiuse il sole che entra par sempre che abbagli e fa chiudere gli occhi volentieri. Un moscone passa ronzando, poi esce subito come se avesse capito che ha sbagliato strada. Si ode ad un tratto un pigolio di uccellini, poi un gran cinguettare furioso come se si azzuffassero, poi, il frullo di un'ala, poi di nuovo silenzio. Non passa nessuno sulla strada polverosa, battuta dal sole; e dalle piante, bianche esse pure di polvere, giunge un monotono stridìo di cicale.

Pagina 124

Un eroe del mondo galante

226782
Alberti, Luigi 1 occorrenze
  • 1876
  • Successori Le Monnier
  • Firenze
  • teatro - commedia
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Dico che nella vita pur troppo siamo soggetti a prendere degli abbagli!...

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