Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Ultime tendenze nell'arte d'oggi. Dall'informale al neo-oggettuale

267671
Dorfles, Gillo 1 occorrenze
  • 1999
  • Feltrinelli
  • Milano
  • critica d'arte
  • UNIFI
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Fonte di numerosi abbagli è stato il movimento definito da alcuni come “iperrealismo," da altri come “superrealismo” o realismo radicale, fiorito soprattutto negli USA attorno alla fine degli anni Sessanta e di cui "Documenta 5” ha presentato un’ampia rassegna. In realtà si tratta di una tendenza tutt'altro che unitaria, anche perché ha permesso il coagularsi di tentativi da sempre serpeggianti in molti paesi e che si riallacciano al vieto principio di un’arte illusionistica e mimetica per eccellenza. Ed è questa la ragione per cui tanto artisti accademici, quanto neorealisti frustrati, naifs che hanno perduto l’ingenuità, e finalmente ex surrealisti ravveduti hanno finito per aderire a questa tendenza. Se dunque le radici di questo raggruppamento vanno dal trompe-l'oeil verista e ottocentesco fino alla contraffazione surrealistica alla Dalí, non manca neppure tra di loro un atteggiamento vagamente "pop," che vede nella "magnification" dell'oggetto, nella sua resa ingigantita ed oleografica (alla Oldenburg), una possibilità catartica di nuovo genere. E, infatti, la differenza tra artisti di indubbia raffinatezza (come Richard Artschwager che si vale spesso di riporti fotografici), e altri decisamente grossolani e pacchiani (come Ben Schoenzeit o Franz Gertsch) è quanto mai pronunciata. Possiamo perciò accettare, per il suo aspetto provocatorio e denunciatario, le nature morte ingigantite di un Stephen Posen o l’iperrealismo pop dell’Equipo Cronica e di Arroyo, mentre non accetteremo le oleografie allegoriche di Malcom Morley e di Ralph Goings.

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