Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbado

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Corriere della Sera

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AA. VV. 3 occorrenze

Il più curioso è l'undicenne Simone Fortuna, piccolo ma scatenato percussionista, agilissimo nel tempestare batteria, tamburi e grancassa, con una «indipendenza » ritmica che ha stupito lo stesso direttore Abbado. Affronterà un difficile pezzo contemporaneo, «Morris Dance» di Kraft.

«È stata una sorpresa — ha ammesso il presidente — scoprire dischi poco diffusi di Martha Argerich, di Accardo, Abbado... A noi, sostenitori della Filarmonica della Scala, è sembrato un regalo su misura. E poi i big del jazz italiano, da Cerri a Gaslini... Ci sarà da lavorare, e bene».

Marcello Abbado, il direttore del Conservatorio milanese, ha selezionato per l'occasione cinque allievi dei primi corsi, i migliori fra i suoi «pulcini». Due sono pianisti: Marco Longo, 10 anni, primo a salire in palcoscenico con la «Sonata in la maggiore n.12» di Haydn e la giapponesina Saito Aska, 8 anni, impegnata con «Il piccolo negro» di Debussy, una Sonatina di Diabelli e un Valzer di Chopin. Due ragazzine dodicenni imbracciano il violino: sono Barbara Pinna, al cimento con uno Studio di Bohuslav Martinu. e Ludovica Nardone (interpreta due Danze di Manuel De Falla, tratte da «La Vida breve» e trascritte da Kreisler).

La Stampa

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AA. VV. 2 occorrenze

REGIA DANIELE ABBADO

Anche lo spettacolo di Daniele Abbado, con le scene e i costumi di Giovanni Carluccio, mirava opportunamente, grazie alle luci di Guido Levi, a suggerire la cupezza di fondo che caratterizza la partitura, per molti versi sperimentale, di «Elisabetta»: un'incastellatura metallica fatta di colonne d'acciaio, con piani sovrapposti, pedane, corridoi, occupa la scena dall'inizio alla fine, mentre l'argento del metallo lampeggia sul nero. Nel fondo si disegnano tanti riquadri, nei quali i personaggi prendono posto con ieratica fissità: un effetto che piace lì per lì, ma che viene progressivamente a noia, perché la scena è sempre la stessa, ed è movimentata solo da uno scorrere di grate, con una vera e propria ossessione per il motivo quadrettato: troppo poco per alleviare l'ascolto di un'opera che non ha certo l'immediatezza e la tenuta dei grandi capolavori buffi né la continuità inventiva di una «Semiramide». Se lo spettacolo non aiuta molto l'ascoltatore, spicca ancor più il merito dell'esecuzione musicale. Accanto alla Ganassi che, oltre alla coloratura di forza, sa cogliere anche i lati umani di Elisabetta e, in particolare, la straordinaria dolcezza dell'ultima aria, molto bene hanno fatto Mariola Cantarero (Matilde), Antonino Siragusa (Norfolc) Bruce Sledge (Leicester): tutti sono apparsi consapevoli delle esigenze stilistiche imposte dal belcanto rossiniano, e accumunati, alla fine, da applausi scroscianti.

La Stampa

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AA. VV. 1 occorrenze

Per l'occasione la «Deutsche Grammophon» - marchio storico dell'industria discografica internazionale, con sede ad Amburgo - presenterà una nuova edizione dell'Opera omnia di Brahms, 46 dischi con interpretazioni di Claudio Abbado, Maurizio Pollini, Herbert von Karajan, AnneSophie Mutter, Daniel Barenboim, Karl Boehm e Mstislav Rostropovich.

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