Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abate

Numero di risultati: 4 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

L'angelo in famiglia

183437
Albini Crosta Maddalena 3 occorrenze
  • 1883
  • P. Clerc, Librajo Editore
  • Milano
  • paraletteratura-galateo
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Pagina 327

Pagina 839

Pagina 893

Galateo della borghesia

201527
Emilia Nevers 1 occorrenze
  • 1883
  • Torino
  • presso l'Ufficio del Giornale delle donne
  • paraletteratura-galateo
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. - Che è stato, signor abate? E lui, di rimando: Quando l'imperatore parla tutti non debbono tacere? Un artista al quale i suoi impegni col teatro vietano di farsi udire, non va importunato perchè canti: un artista invece, che sa d'esser invitato pel desiderio di esser udito, fa cosa scortese, rifiutando di prodursi o rispondendo come quel tale a cui si diceva: Venga a prender il the con noi e si porti il violino.... Il mio violino non prende the! La padrona di casa in una veglia a casa propria ha molto da fare.Le tocca ricever tutti, collocarli vicino a gente che conoscono od incaricarsi delle presentazioni. Se vede un'abbandonata, andarle vicino, trovarle compagnia; esortar i timidi a prodursi, ringraziar (con fuoco, sì! con fuoco!) chi ha cantato, se anche ha stonato moltissimo. Non deve far differenze fra gli ospiti, lasciar in disparte le persone meno altolocate e profondersi in troppi complimenti con gli altri. Tocca a lei, badare che la tal signora attempatella non sia esposta ad un riscontro, che tutti sieno serviti di the e di dolci: non può mai, insomma, pensar a se stessa, dimenticarsi in una conversazione gradita, trascurare i suoi doveri. L'ospite ha il diritto di pretendere che lo si diverta, o per lo meno che lo si tratti col massimo riguardo. La signorina di casa deve tener presente anche lei questa norma e non rifugiarsi fra le compagne a ridere e celiare, rifiutando di parlar alle matrone, alle vecchie, come forse ella chiama col superbo disdegno dei suoi diciotto anni le signore di trenta e quaranta. Deve ricordar che il suo compito è di aiutar in tutto la madre. È una cosa sbagliata da parte di chi riceve voler metter troppo in evidenza i proprii figli: capisco che una madre goda della abilità della sua ragazza e voglia farla figurare: ma il parlare troppo dei suoi meriti ha del ciarlatanesco e spiace. - Come sta bene quel vestito a Clotilde, dice una amica. - Ti pare? l'ha fatto lei! - Suona benino davvero. - Altro! E come canta! E come ricama! Questo cuscino l'ha fatto lei... E quel quadretto lì. Tutto lei! Sarà vero: ma quella messa in scena non garba. Lodarsi da sè è cosa che generalmente leva agli altri la voglia di lodare. Inquanto agli ospiti è loro dovere non mostrare mai l'uggia seppur la risentano; non permettersi mai di criticare, nè i padroni di casa, nè gli altri invitati; non voler ecclissare per lusso gli intimi e i padroni stessi. A questo proposito noto che è bene accennare sempre, nell'invito, il genere e l'importanza della veglia, per risparmiare alle signore l'ingrata sorpresa di arrivar scollacciate con fiori in testa ad un'adunanza di matrone che fanno la calza o vestite di casa ad un concerto fra strascichi di velluto e di damasco. È brutto il vezzo di certe signore, le quali, interrogate dalle amiche sulla toletta che si conviene fare per recarsi in una data casa, rispondono vagamente, e danno da supporre che non si metteranno in lusso, mentre poi appaiono in gala. Torniamo ai doveri degli ospiti: le signorine devono esser riserbate. L'uso di certune di mettersi tutte in una specie di brigata, uso invalso da poco, non mi sembra molto consentaneo alle leggi di cortesia - quello squadrone giovanile, in virtù del viribus unitis, va, viene, schiamazza, si permette molte licenze, concentra in sè tutta l'allegria della festa, lasciando babbi e mamme a sbadigliare: capisco che alle ragazze piaccia stare insieme, ma ci vuol misura. Le signore giovani e belline debbon resistere alla smania di sequestrare i signori, smania che partendo da un pochino di vanità, dalla speranza d'esser detta la più corteggiata, molte volte finisce col cagionar dei guai ed esser fonte di maldicenze, discordie e dispiaceri. Non si condurrà mai a veglia, nemmeno da intimi, un'amica od ospite senza averne chiesto licenza ai padroni di casa. So d'una signora la quale, avendo trascurata questa formalità, vide la ragazza, da lei presentata, accolta in tal modo da rimanerne altamente confusa. Quella ragazza era di tempra molto delicata e suscettibile: quando capì d'aver fatto una sconvenienza e si vide umiliata dalla glaciale freddezza della padrona di casa, volle andarsene ed appena fuori ebbe un assalto di dolore così terribile da far temere per la sua ragione. Quella padrona di casa aveva torto rispetto alla cortesia umanitaria, ma rispetto alle abitudini era nel suo diritto. S'intende che trattandosi di parenti, questa norma non regge: in villa poi è sempre lecito condur seco i proprii ospiti. Riguardo alla partenza, è poco gentile darne il segnale troppo presto, sì da provocar lo scioglimento della brigata - scortesissimo andarsene appena preso il the, quasi non si fosse venuti che allo scopo di rimpinzarsi - mal fatto anche il non andarsene quando il massimo numero degli ospiti è partito, tanto più se è necessario che tutti quelli che scendono siano accompagnati per le scale dalla servitù di casa, sicchè questa abbia a scendere e salire venti volte. Una signorina non va mai a veglia senza l'uno dei genitori: nel caso che nessuno dei due potessero accompagnarla deve essere specialmente affidata ad una signora, disposta a fare da chaperon. Però è meglio rinunzi ai divertimenti piuttostochè mostrarsi sempre con altri. Una signora, di cui il marito è assente e che non ha padre, zio, fratello o cognato che lo surroghi (i cugini non valgono), dovrà astenersi dalla società: però può recarsi a certe veglie con un'amica ed il marito di lei ed anche - tengo ciò da una distinta signora parigina - anche presentarsi sola, venendo molto presto, così da essere già in salotto al giunger degli altri ospiti. Una zitellona può condursi come una signora; sarà meglio però che sia sempre con qualche amica maritata. Madre e figlia, che non abbiano in famiglia nessun uomo, possono recarsi insieme alle veglie. Darò altri ragguagli nel capitolo che tratterà vari tipi della società e dei rapporti speciali fra indvidui. Un'ultima parola. I giovanotti non faccian nè gli uomini serii nè i Don Giovanni, suscitando gelosia e forse dispiaceri alle persone che corteggiano con ostentazione. Gli uomini serii siano meno serii che possibile, i babbi si mostrino pazienti e clementi, non tengano sospesa sul capo delle loro donne la minaccia della partenza, come nuova spada di Damocle, le mamme procurino di tener gli occhi ben aperti e di adattarsi presto a far i fiori di spalliera: non piglino per buona moneta certi inviti, certi complimenti con cui si vuol indurle a ballare; però se mai la passione del ballo le domina, ballino qualche polka in piccola brigata non in una gran festa. Ballare e custodire una signorina son cose che non vanno d'accordo.

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