Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIFI

Risultati per: abate

Numero di risultati: 87 in 2 pagine

  • Pagina 1 di 2
Signor  Abate  Luigi Lanzi - Firenze
e questi, per creargli impicci, mandò a chiamare un santo  abate  del monastero di Strumi, che apparteneva all'ordine di
tedesca, uomo molto avaro e cupido di ricchezze. Questo  abate  Lamberto, tutte le volte che si trovava in chiesa a
alla seconda corona si poteva ammettere che il nostro  abate  non l'avesse collocata solidamente sul capo dell'immagine;
la carità di ascoltare la mia confessione? - Dite pure,  abate  reverendo, - rispose il monaco. Lamberto allora si accusò
mi rimane da dire il più grosso! - esclamò. - Dite pure,  abate  reverendo, io vi ascolto, e la misericordia di Dio è
Clemente celebrò messa verso le sette, parlò coll'  Abate  e poi si recò all' Ospizio dei pellegrini. Trovò Benedetto
Prima di concedere o rifiutare il proprio consenso, l'  Abate  voleva vedere Benedetto, parlargli. L' Abate aspettava
consenso, l' Abate voleva vedere Benedetto, parlargli. L'  Abate  aspettava Benedetto suonando un pezzo di sua composizione
in ascolto. Fu bussato ancora, più lievemente di prima. L'  Abate  esclamò: "Seccatore!" E, strappati alcuni accordi, si pose
chiamano Benedetto." E fece l'atto di prender la mano dell'  Abate  per baciarla. "Un momento!" disse l' Abate, accigliato,
"Chi vi ha detto di venire da me?" "Don Clemente." L'  Abate  tacque, considerò lungamente l'uomo inginocchiato, poi
mi ha chiamato fuori del mondo e fuori ne son venuto." L'  Abate  tacque un momento, guardò fisso il giovine, disse con
occhi qualche cosa di tanto grave e di tanto dolce che l'  Abate  riabbassò i suoi alla tabacchiera aperta, tornò a frugarvi,
non si muovevano più, gli occhi penetranti fissavano l'  Abate  con la dolce gravità di prima. E l' Abate parve inasprito
fissavano l' Abate con la dolce gravità di prima. E l'  Abate  parve inasprito da quel silenzio tranquillo. "Parlate,
mi afferrò e mi salvò." "Guardatemi bene" disse allora l'  Abate  senza farlo alzare. "Avete mai fatto sapere a nessuno
sapere a nessuno ch'eravate qui?" "A nessuno. Mai." L'  Abate  rispose secco: "Non vi credo." Benedetto non batté ciglio.
Benedetto non batté ciglio. "Voi sapete" ripigliò l'  Abate  "perché non vi credo." "Lo suppongo" rispose Benedetto
era per piegare il ginocchio all'omaggio di rito quando l'  Abate  lo trattenne con un gesto. "Aspettate" diss'egli. Rinforcò
mentre dormiva, sa egli cosa il Padre farà di lui?" L'  Abate  non replicò niente, finì di scrivere, pose il foglio in una
la mano. "No, no, andate via, andate via!" La voce dell'  Abate  tremava di collera. Benedetto ubbidì. Appena fu nel
era stata decisa fin dalla sera precedente. Vero, ma l'  Abate  aveva detto: per non ritornare mai più. Don Clemente aveva
del discepolo e gli parlò sulla fronte: "Ho chiesto all'  Abate  di poterti dare un abito di converso, perché uscendo di qua
il discepolo in fronte, significando così il giudizio dell'  Abate  dopo il colloquio, chiudendo in quel bacio silenzioso
tremava da capo a piedi. "Ecco" diss'egli "quel che l'  Abate  scrive dopo averti parlato." Mostrò a Benedetto il foglio
dopo averti parlato." Mostrò a Benedetto il foglio dove l'  Abate  aveva scritto: "Concedo. Fatelo partire subito perché io
abbastanza l'opera popolare dell'illustre scienziato  Abate  Giacomo Bresadola I funghi mangerecci e velenosi
encausti a base di saponi e di oli essenziali, e l’erudito  abate  sarebbe stato assai mortificato se avesse saputo che a non
antichità, formato in gran parte dal filologo  abate  don Carlo Trivulzi, morto nel 1789, dal fratello di lui
spagnuolo  abate  Requeno, soggetto, dice il Lanzi, nel quale si accoppiavano
sua vita: il pastorale e la mitra, che lo identificano come  abate  di Montecassino; un vassoio, riferito ad un suo miracolo,
la pancia già piena di orzo e di paglia! Invano il povero  abate  lo tirava per la briglia, gli batteva i fianchi coi tacchi
vita. Santo, sí; ma sciocco, no! Datemi retta! - Povero  abate  «Castagna»! non gli erano riusciti i matrimoni, non gli era
che la moglie gli desse l'erede tanto desiderato, prese un  abate  che era stato precettore suo per affidarglielo, perché a
Ogni persona che fermava, dicendo : "Scusi, lo conosce un  abate  così e così ?" gli rideva in faccia, perché il nome non lo
Tuo padre, il principe di Cattolica, ti affidò a un  abate  nel quale riponeva piena fiducia. Quel perfido, invece, si
li ho mai conosciuti. Fui messo a balia da una mugnaia, un  abate  mi portò al mulino quando avevo pochi mesi, pagò per un po'
sono figlio del principe di Cattolica e che quel perfido  abate  s'è impossessato di tutti i miei beni. - Era presente al
neppure la volontà del Re ? Come, dovrò vedere quel perfido  abate  godersi i beni della mia famiglia e non potrò neppure
? - domandò. - Una bella sentenza ! Hanno dichiarato che l'  abate  ha tutto il diritto di valersi dei beni del principe di
di Cattolica e che il Principino è un truffatore. E l'  abate  se la gode nel palazzo e il Principino tira il mantice e
! - E don Josè obbedì e la sera stessa portò il vestito da  abate  al suo Sovrano e dovette tagliargli i fieri baffi, la
quel che era capitato ai loro predecessori. Il perfido  abate  perdette la causa e finì la vita in una prigione, e il
buono già stabilito per legge» 1, come diceva l'ottimo  abate  Ciccio Solimena -; questo delle basi caravaggesche del '600
conservativa che intavoli da parte di chissà quale conte od  abate  superstite di Lombardia o della Venezia, Malaspina o
et la Peinture (Parigi, 1719 e 1770), il teorico francese  abate  Jean-Baptiste Du Bos, pur non negando esplicitamente il
diss'egli. E li presentò lì sulla scala: "Il signor  Abate  Marinier, di Ginevra. Don Paolo Farè, di Varese, che Lei
racconterò, è tutta una storia, verranno subito" Intanto l'  Abate  Marinier esclamava uscendo sulla terrazza: "Oh, c'est
Ne smise però subito l'idea vedendo che garbava poco all'  Abate  di Ginevra. L'elegante, mondano Marinier, amico di Dane,
se fossero venuti anche gli altri due! Per Verità né l'  Abate  Marinier, né don Farè erano attesi. Altri, invece, mancava.
Mentre Giovanni parlava, gli altri tenevano gli occhi sull'  Abate  ginevrino. L' Abate guardava nel suo piatto. Seguì un breve
gli altri tenevano gli occhi sull' Abate ginevrino. L'  Abate  guardava nel suo piatto. Seguì un breve silenzio. Giovanni
"Ne riparleremo stasera." Pensava che avrebbe trovato nell'  Abate  un avversario e che Dane aveva commesso un errore di
sapendo quante e quanto diverse amicizie tenesse l'  Abate  Marinier in Roma, dove dimorava da cinque anni per certi
levati da cena e Maria, uscendo, a braccio del cavalleresco  Abate  Marinier, sulla terrazza, vide, benché annotasse già, il
frettolosa, dei suoi tre ospiti e particolarmente dell'  Abate  Marinier. Disse che stava in pena per suo marito il quale
parlando più alto e più lento, tenendo gli occhi sull'  Abate  Marinier, che per ora stimava prudente non divulgare niente
dica quel che pensa." Seguì un silenzio profondo. L'  Abate  Marinier stava per parlare quando si alzò in piedi,
il capo, chiuse gli occhi. Tutti si alzarono e, meno l'  Abate  Marinier, giunsero le mani. L' Abate se le raccolse al
si alzarono e, meno l' Abate Marinier, giunsero le mani. L'  Abate  se le raccolse al petto con un ampio gesto, abbracciando
comune, salvo appunto a decidere sui modi e le forme. L'  Abate  Marinier chiese di parlare. "Me ne rincresce veramente"
forte: "Dica!" "In primo luogo, signori" cominciò il fine  Abate  "mi pare che abbiate principiato dalla seconda riunione.
con un sussulto di riso. Gli altri tacevano, gelidi. L'  Abate  continuò: "Non credo poi che con questa lega possiate far
dire e il vostro Messia farà più che tutti voi insieme." L'  Abate  tacque e Giovanni prese la parola. "Forse il signor Abate"
noi vogliamo fare nel campo religioso. Lo creda il signor  Abate  Marinier, quell'accordo negativo ch'egli diceva può bastare
noi, la sentono soffrire! Che ne dice, signor Abate?" L'  Abate  mormorò con un lievissimo sorriso: "C'est beau mais ce
al suo letto!" "Queste sono bellissime figure" disse l'  Abate  Marinier alquanto vivacemente. "Ma sapete bene che le
con la sua voce soffice, velata di modestia: "Il signor  Abate  Marinier ha detto una cosa che io credo molto vera. Ha
"Ora" proseguì don Clemente "io vorrei dire al signor  Abate  Marinier: siamo in qualche maniera i profeti di questo
per un disgusto insopportabile. Vorrei anche dire al signor  Abate  Marinier, se me lo permette: non abbiamo troppi timori
rispose e Minucci scattò tutto vibrante. Mentre parlava l'  Abate  Marinier, di Leynì e Selva lo avevano visto bollire
nel Cristo vivente, quanti abbiamo sete - sete, signor  Abate  Marinier! Sete! Sete! - che la nostra fede, se perde di
ma il giorno in cui quella fantastica fiocina del signor  Abate  Marinier pescasse, attaccati a un filo, laici di grido,
da Selva a delineare il carattere dell'unione proposta. L'  Abate  di Ginevra non aveva levato un momento dal viso di Minucci,
a discutere. Io lo prego di rimettersi a sedere." L'  Abate  levò un poco le ciglia in su, mise un sospiro scettico e
secondo le idee degli intellettuali non gli piaceva. L'  Abate  ginevrino esclamò: "Je l'avais bien dit!" E si alzò per
uscirono sulla terrazzina, meno Dane e Giovanni. L'  Abate  Marinier intendeva recarsi l'indomani a Santa Scolastica e
mio caro, S. Paolo, S. Paolo ...!" Con questa reticenza l'  Abate  Marinier intendeva probabilmente dire che S. Paolo era S.
don Faré si teneva certo che sarebbe Sommo Pontefice. L'  Abate  rise. "Idea semplice ed eccellente" diss'egli. "Ma io sento
Daniele, Matelica (Macerata), chiesa di Sant'Antonio  Abate  e Santa Teresa. come gli avori, i gioielli e i tessuti. Gli
in parte corrispondono colle prime ricerche dello stesso  abate  Requeno, è così tipico, in fatto di ricette pittoriche, il
onesto famigliare antico, disse a don Clemente che il Padre  Abate  lo attendeva nel suo alloggio. Don Clemente salì con un
al corridoio grande dove mettevano l'alloggio dell'  Abate  e, poco discosto, la sua cella stessa. L' Abate, Padre
si scusò. Aveva tardato per un dovere di carità. L'  Abate  lo fece sedere. "Figlio mio" diss'egli. "Voi soffrite il
Don Clemente sorrise, non rispose. "Ebbene" riprese l'  Abate  "voi ne avete buttato via un'ora e adesso io ho le mie
dei suoi mali, di possibili rimedî, ma come lo stesso Padre  Abate  avrebbe potuto parlarne. "No, figlio mio" rispose l' Abate.
chiedere più!" Passando paternamente così dal voi al tu, l'  Abate  posò una mano affettuosa sulla spalla del suo monaco
diss'egli con voce sommessa, dolente. "Lo credo" rispose l'  Abate  "Credo che saranno migliori assai di questi zelanti che
i più giovani, non approvavano l'ospitalità concessa dall'  Abate  defunto a Benedetto. Neppure andava loro troppo a sangue
che per fama" ripigliò don Clemente, sorridendo, mentre l'  Abate  si faceva passare con una buona presa di tabacco e un
che gli sarebbero intervenuti. Io ne parlai subito al Padre  Abate  di allora e si combinò così: alloggiarlo nell' Ospizio,
visioni, voci udite nell'aria. "Hm! Hm!" fece ancora l'  Abate  con un complicato gioco di rughe, di labbra e di
non sapeva con certezza a quale ora sarebbe rientrato. L'  Abate  s'inquietò molto, borbottò una sequela di rimbrotti e di
ci vorrebbe un Santo. Lo aveva detto per il primo quell'  Abate  svizzero. Secondo altri era desiderabile un Santo laico. E
il piazzale, gli arboscelli sparsi, la torre possente dell'  Abate  Umberto, le arcate, le mura vecchie di nove secoli e, sulla
Giovanni gli aveva fatto battere il cuore più forte e l'  Abate  glielo aveva fatto battere più fiacco. Quale dei due aveva
poi si strinsero con affetto la mano. - Dunque, caro  abate  - disse ancora Tarlatti - la conclusione è: Laus Christo,
di visitarlo, contro la tentazione di appellarsi dall'  Abate  a Qualcuno maggiore degli Abati e anche dei Pontefici,
lo scandalo. Certo da Roma era stato scritto all'  Abate  e l' Abate aveva dato l'incarico a lui, don Clemente, di
scandalo. Certo da Roma era stato scritto all' Abate e l'  Abate  aveva dato l'incarico a lui, don Clemente, di recarsi a
Don Clemente aveva cercato invano dissuadere il vecchio  Abate  che se l'era cavata con una barzelletta: "leggete il
Chi mi parla dell'anima? Un impuro ladro, forse, o un  abate  incipriato? L'anima è morta ed io ne son sicuro. Come una
accogliere fra alte grida di gioia lusinghiera il giovane  abate  Conte di Verolengo: - Benvenuto, Monsignore! - Ci si
ebbe da lei un figlio: don Giuseppe di Trecesson che fu  Abate  di Sixt in Savoia e poi di Lucedio in Piemonte, e due
e poiché potrebbe essere fatale, hanno avvisato un  abate  per la tranquillità della vostra coscienza. La Principessa