Signor | Abate | Luigi Lanzi - Firenze |
Scritti giovanili 1912-1922 -
|
e questi, per creargli impicci, mandò a chiamare un santo | abate | del monastero di Strumi, che apparteneva all'ordine di |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
|
tedesca, uomo molto avaro e cupido di ricchezze. Questo | abate | Lamberto, tutte le volte che si trovava in chiesa a |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
|
alla seconda corona si poteva ammettere che il nostro | abate | non l'avesse collocata solidamente sul capo dell'immagine; |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
|
la carità di ascoltare la mia confessione? - Dite pure, | abate | reverendo, - rispose il monaco. Lamberto allora si accusò |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
|
mi rimane da dire il più grosso! - esclamò. - Dite pure, | abate | reverendo, io vi ascolto, e la misericordia di Dio è |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
|
Clemente celebrò messa verso le sette, parlò coll' | Abate | e poi si recò all' Ospizio dei pellegrini. Trovò Benedetto |
IL Santo -
|
Prima di concedere o rifiutare il proprio consenso, l' | Abate | voleva vedere Benedetto, parlargli. L' Abate aspettava |
IL Santo -
|
consenso, l' Abate voleva vedere Benedetto, parlargli. L' | Abate | aspettava Benedetto suonando un pezzo di sua composizione |
IL Santo -
|
in ascolto. Fu bussato ancora, più lievemente di prima. L' | Abate | esclamò: "Seccatore!" E, strappati alcuni accordi, si pose |
IL Santo -
|
chiamano Benedetto." E fece l'atto di prender la mano dell' | Abate | per baciarla. "Un momento!" disse l' Abate, accigliato, |
IL Santo -
|
"Chi vi ha detto di venire da me?" "Don Clemente." L' | Abate | tacque, considerò lungamente l'uomo inginocchiato, poi |
IL Santo -
|
mi ha chiamato fuori del mondo e fuori ne son venuto." L' | Abate | tacque un momento, guardò fisso il giovine, disse con |
IL Santo -
|
occhi qualche cosa di tanto grave e di tanto dolce che l' | Abate | riabbassò i suoi alla tabacchiera aperta, tornò a frugarvi, |
IL Santo -
|
non si muovevano più, gli occhi penetranti fissavano l' | Abate | con la dolce gravità di prima. E l' Abate parve inasprito |
IL Santo -
|
fissavano l' Abate con la dolce gravità di prima. E l' | Abate | parve inasprito da quel silenzio tranquillo. "Parlate, |
IL Santo -
|
mi afferrò e mi salvò." "Guardatemi bene" disse allora l' | Abate | senza farlo alzare. "Avete mai fatto sapere a nessuno |
IL Santo -
|
sapere a nessuno ch'eravate qui?" "A nessuno. Mai." L' | Abate | rispose secco: "Non vi credo." Benedetto non batté ciglio. |
IL Santo -
|
Benedetto non batté ciglio. "Voi sapete" ripigliò l' | Abate | "perché non vi credo." "Lo suppongo" rispose Benedetto |
IL Santo -
|
era per piegare il ginocchio all'omaggio di rito quando l' | Abate | lo trattenne con un gesto. "Aspettate" diss'egli. Rinforcò |
IL Santo -
|
mentre dormiva, sa egli cosa il Padre farà di lui?" L' | Abate | non replicò niente, finì di scrivere, pose il foglio in una |
IL Santo -
|
la mano. "No, no, andate via, andate via!" La voce dell' | Abate | tremava di collera. Benedetto ubbidì. Appena fu nel |
IL Santo -
|
era stata decisa fin dalla sera precedente. Vero, ma l' | Abate | aveva detto: per non ritornare mai più. Don Clemente aveva |
IL Santo -
|
del discepolo e gli parlò sulla fronte: "Ho chiesto all' | Abate | di poterti dare un abito di converso, perché uscendo di qua |
IL Santo -
|
il discepolo in fronte, significando così il giudizio dell' | Abate | dopo il colloquio, chiudendo in quel bacio silenzioso |
IL Santo -
|
tremava da capo a piedi. "Ecco" diss'egli "quel che l' | Abate | scrive dopo averti parlato." Mostrò a Benedetto il foglio |
IL Santo -
|
dopo averti parlato." Mostrò a Benedetto il foglio dove l' | Abate | aveva scritto: "Concedo. Fatelo partire subito perché io |
IL Santo -
|
abbastanza l'opera popolare dell'illustre scienziato | Abate | Giacomo Bresadola I funghi mangerecci e velenosi |
Manuale pratico di cucina, pasticceria e credenza per l'uso di famiglia -
|
encausti a base di saponi e di oli essenziali, e l’erudito | abate | sarebbe stato assai mortificato se avesse saputo che a non |
La tecnica della pittura -
|
antichità, formato in gran parte dal filologo | abate | don Carlo Trivulzi, morto nel 1789, dal fratello di lui |
MILANO IN PERCORSA IN OMNIBUS COMPILATA DA GAETANO BRIGOLA ED ILLUSTRATA DA NOTIZIE STORICHE ED ARTISTICHE DA FELICE VENOSTA -
|
spagnuolo | abate | Requeno, soggetto, dice il Lanzi, nel quale si accoppiavano |
La tecnica della pittura -
|
sua vita: il pastorale e la mitra, che lo identificano come | abate | di Montecassino; un vassoio, riferito ad un suo miracolo, |
Leggere un'opera d'arte -
|
la pancia già piena di orzo e di paglia! Invano il povero | abate | lo tirava per la briglia, gli batteva i fianchi coi tacchi |
Racconti 3 -
|
vita. Santo, sí; ma sciocco, no! Datemi retta! - Povero | abate | «Castagna»! non gli erano riusciti i matrimoni, non gli era |
Racconti 3 -
|
che la moglie gli desse l'erede tanto desiderato, prese un | abate | che era stato precettore suo per affidarglielo, perché a |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
|
Ogni persona che fermava, dicendo : "Scusi, lo conosce un | abate | così e così ?" gli rideva in faccia, perché il nome non lo |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
|
Tuo padre, il principe di Cattolica, ti affidò a un | abate | nel quale riponeva piena fiducia. Quel perfido, invece, si |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
|
li ho mai conosciuti. Fui messo a balia da una mugnaia, un | abate | mi portò al mulino quando avevo pochi mesi, pagò per un po' |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
|
sono figlio del principe di Cattolica e che quel perfido | abate | s'è impossessato di tutti i miei beni. - Era presente al |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
|
neppure la volontà del Re ? Come, dovrò vedere quel perfido | abate | godersi i beni della mia famiglia e non potrò neppure |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
|
? - domandò. - Una bella sentenza ! Hanno dichiarato che l' | abate | ha tutto il diritto di valersi dei beni del principe di |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
|
di Cattolica e che il Principino è un truffatore. E l' | abate | se la gode nel palazzo e il Principino tira il mantice e |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
|
! - E don Josè obbedì e la sera stessa portò il vestito da | abate | al suo Sovrano e dovette tagliargli i fieri baffi, la |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
|
quel che era capitato ai loro predecessori. Il perfido | abate | perdette la causa e finì la vita in una prigione, e il |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
|
buono già stabilito per legge» 1, come diceva l'ottimo | abate | Ciccio Solimena -; questo delle basi caravaggesche del '600 |
Scritti giovanili 1912-1922 -
|
conservativa che intavoli da parte di chissà quale conte od | abate | superstite di Lombardia o della Venezia, Malaspina o |
Scritti giovanili 1912-1922 -
|
et la Peinture (Parigi, 1719 e 1770), il teorico francese | abate | Jean-Baptiste Du Bos, pur non negando esplicitamente il |
La storia dell'arte -
|
diss'egli. E li presentò lì sulla scala: "Il signor | Abate | Marinier, di Ginevra. Don Paolo Farè, di Varese, che Lei |
IL Santo -
|
racconterò, è tutta una storia, verranno subito" Intanto l' | Abate | Marinier esclamava uscendo sulla terrazza: "Oh, c'est |
IL Santo -
|
Ne smise però subito l'idea vedendo che garbava poco all' | Abate | di Ginevra. L'elegante, mondano Marinier, amico di Dane, |
IL Santo -
|
se fossero venuti anche gli altri due! Per Verità né l' | Abate | Marinier, né don Farè erano attesi. Altri, invece, mancava. |
IL Santo -
|
Mentre Giovanni parlava, gli altri tenevano gli occhi sull' | Abate | ginevrino. L' Abate guardava nel suo piatto. Seguì un breve |
IL Santo -
|
gli altri tenevano gli occhi sull' Abate ginevrino. L' | Abate | guardava nel suo piatto. Seguì un breve silenzio. Giovanni |
IL Santo -
|
"Ne riparleremo stasera." Pensava che avrebbe trovato nell' | Abate | un avversario e che Dane aveva commesso un errore di |
IL Santo -
|
sapendo quante e quanto diverse amicizie tenesse l' | Abate | Marinier in Roma, dove dimorava da cinque anni per certi |
IL Santo -
|
levati da cena e Maria, uscendo, a braccio del cavalleresco | Abate | Marinier, sulla terrazza, vide, benché annotasse già, il |
IL Santo -
|
frettolosa, dei suoi tre ospiti e particolarmente dell' | Abate | Marinier. Disse che stava in pena per suo marito il quale |
IL Santo -
|
parlando più alto e più lento, tenendo gli occhi sull' | Abate | Marinier, che per ora stimava prudente non divulgare niente |
IL Santo -
|
dica quel che pensa." Seguì un silenzio profondo. L' | Abate | Marinier stava per parlare quando si alzò in piedi, |
IL Santo -
|
il capo, chiuse gli occhi. Tutti si alzarono e, meno l' | Abate | Marinier, giunsero le mani. L' Abate se le raccolse al |
IL Santo -
|
si alzarono e, meno l' Abate Marinier, giunsero le mani. L' | Abate | se le raccolse al petto con un ampio gesto, abbracciando |
IL Santo -
|
comune, salvo appunto a decidere sui modi e le forme. L' | Abate | Marinier chiese di parlare. "Me ne rincresce veramente" |
IL Santo -
|
forte: "Dica!" "In primo luogo, signori" cominciò il fine | Abate | "mi pare che abbiate principiato dalla seconda riunione. |
IL Santo -
|
con un sussulto di riso. Gli altri tacevano, gelidi. L' | Abate | continuò: "Non credo poi che con questa lega possiate far |
IL Santo -
|
dire e il vostro Messia farà più che tutti voi insieme." L' | Abate | tacque e Giovanni prese la parola. "Forse il signor Abate" |
IL Santo -
|
noi vogliamo fare nel campo religioso. Lo creda il signor | Abate | Marinier, quell'accordo negativo ch'egli diceva può bastare |
IL Santo -
|
noi, la sentono soffrire! Che ne dice, signor Abate?" L' | Abate | mormorò con un lievissimo sorriso: "C'est beau mais ce |
IL Santo -
|
al suo letto!" "Queste sono bellissime figure" disse l' | Abate | Marinier alquanto vivacemente. "Ma sapete bene che le |
IL Santo -
|
con la sua voce soffice, velata di modestia: "Il signor | Abate | Marinier ha detto una cosa che io credo molto vera. Ha |
IL Santo -
|
"Ora" proseguì don Clemente "io vorrei dire al signor | Abate | Marinier: siamo in qualche maniera i profeti di questo |
IL Santo -
|
per un disgusto insopportabile. Vorrei anche dire al signor | Abate | Marinier, se me lo permette: non abbiamo troppi timori |
IL Santo -
|
rispose e Minucci scattò tutto vibrante. Mentre parlava l' | Abate | Marinier, di Leynì e Selva lo avevano visto bollire |
IL Santo -
|
nel Cristo vivente, quanti abbiamo sete - sete, signor | Abate | Marinier! Sete! Sete! - che la nostra fede, se perde di |
IL Santo -
|
ma il giorno in cui quella fantastica fiocina del signor | Abate | Marinier pescasse, attaccati a un filo, laici di grido, |
IL Santo -
|
da Selva a delineare il carattere dell'unione proposta. L' | Abate | di Ginevra non aveva levato un momento dal viso di Minucci, |
IL Santo -
|
a discutere. Io lo prego di rimettersi a sedere." L' | Abate | levò un poco le ciglia in su, mise un sospiro scettico e |
IL Santo -
|
secondo le idee degli intellettuali non gli piaceva. L' | Abate | ginevrino esclamò: "Je l'avais bien dit!" E si alzò per |
IL Santo -
|
uscirono sulla terrazzina, meno Dane e Giovanni. L' | Abate | Marinier intendeva recarsi l'indomani a Santa Scolastica e |
IL Santo -
|
mio caro, S. Paolo, S. Paolo ...!" Con questa reticenza l' | Abate | Marinier intendeva probabilmente dire che S. Paolo era S. |
IL Santo -
|
don Faré si teneva certo che sarebbe Sommo Pontefice. L' | Abate | rise. "Idea semplice ed eccellente" diss'egli. "Ma io sento |
IL Santo -
|
Daniele, Matelica (Macerata), chiesa di Sant'Antonio | Abate | e Santa Teresa. come gli avori, i gioielli e i tessuti. Gli |
La storia dell'arte -
|
in parte corrispondono colle prime ricerche dello stesso | abate | Requeno, è così tipico, in fatto di ricette pittoriche, il |
La tecnica della pittura -
|
onesto famigliare antico, disse a don Clemente che il Padre | Abate | lo attendeva nel suo alloggio. Don Clemente salì con un |
IL Santo -
|
al corridoio grande dove mettevano l'alloggio dell' | Abate | e, poco discosto, la sua cella stessa. L' Abate, Padre |
IL Santo -
|
si scusò. Aveva tardato per un dovere di carità. L' | Abate | lo fece sedere. "Figlio mio" diss'egli. "Voi soffrite il |
IL Santo -
|
Don Clemente sorrise, non rispose. "Ebbene" riprese l' | Abate | "voi ne avete buttato via un'ora e adesso io ho le mie |
IL Santo -
|
dei suoi mali, di possibili rimedî, ma come lo stesso Padre | Abate | avrebbe potuto parlarne. "No, figlio mio" rispose l' Abate. |
IL Santo -
|
chiedere più!" Passando paternamente così dal voi al tu, l' | Abate | posò una mano affettuosa sulla spalla del suo monaco |
IL Santo -
|
diss'egli con voce sommessa, dolente. "Lo credo" rispose l' | Abate | "Credo che saranno migliori assai di questi zelanti che |
IL Santo -
|
i più giovani, non approvavano l'ospitalità concessa dall' | Abate | defunto a Benedetto. Neppure andava loro troppo a sangue |
IL Santo -
|
che per fama" ripigliò don Clemente, sorridendo, mentre l' | Abate | si faceva passare con una buona presa di tabacco e un |
IL Santo -
|
che gli sarebbero intervenuti. Io ne parlai subito al Padre | Abate | di allora e si combinò così: alloggiarlo nell' Ospizio, |
IL Santo -
|
visioni, voci udite nell'aria. "Hm! Hm!" fece ancora l' | Abate | con un complicato gioco di rughe, di labbra e di |
IL Santo -
|
non sapeva con certezza a quale ora sarebbe rientrato. L' | Abate | s'inquietò molto, borbottò una sequela di rimbrotti e di |
IL Santo -
|
ci vorrebbe un Santo. Lo aveva detto per il primo quell' | Abate | svizzero. Secondo altri era desiderabile un Santo laico. E |
IL Santo -
|
il piazzale, gli arboscelli sparsi, la torre possente dell' | Abate | Umberto, le arcate, le mura vecchie di nove secoli e, sulla |
IL Santo -
|
Giovanni gli aveva fatto battere il cuore più forte e l' | Abate | glielo aveva fatto battere più fiacco. Quale dei due aveva |
IL Santo -
|
poi si strinsero con affetto la mano. - Dunque, caro | abate | - disse ancora Tarlatti - la conclusione è: Laus Christo, |
Oro Incenso e Mirra -
|
di visitarlo, contro la tentazione di appellarsi dall' | Abate | a Qualcuno maggiore degli Abati e anche dei Pontefici, |
IL Santo -
|
lo scandalo. Certo da Roma era stato scritto all' | Abate | e l' Abate aveva dato l'incarico a lui, don Clemente, di |
IL Santo -
|
scandalo. Certo da Roma era stato scritto all' Abate e l' | Abate | aveva dato l'incarico a lui, don Clemente, di recarsi a |
IL Santo -
|
Don Clemente aveva cercato invano dissuadere il vecchio | Abate | che se l'era cavata con una barzelletta: "leggete il |
IL Santo -
|
Chi mi parla dell'anima? Un impuro ladro, forse, o un | abate | incipriato? L'anima è morta ed io ne son sicuro. Come una |
Poesie - La morte di Tantalo -
|
accogliere fra alte grida di gioia lusinghiera il giovane | abate | Conte di Verolengo: - Benvenuto, Monsignore! - Ci si |
L'ALTARE DEL PASSATO -
|
ebbe da lei un figlio: don Giuseppe di Trecesson che fu | Abate | di Sixt in Savoia e poi di Lucedio in Piemonte, e due |
L'ALTARE DEL PASSATO -
|
e poiché potrebbe essere fatale, hanno avvisato un | abate | per la tranquillità della vostra coscienza. La Principessa |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
|