Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Nuovo galateo

190247
Melchiorre Gioja 1 occorrenze
  • 1802
  • Francesco Rossi
  • Napoli
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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L'onore e la giustizia sono il primo limite ai sacrifizi che si possono ricercare agli amici: ogni lesione all' uno o all'altra non debb'essere nè chiesta né concessa: Ab amicis honesta sunt petenda . Generalmente gli amici volgari, cioè quelli che professano amicizia per interesse, per vanità, per convenienze sociali, pretendono che sagrifichiate loro il vostro onore e la giustizia che dovete a voi stesso e agli altri: per amicizia, se siete giudice, dovete tradire la giustizia; se testimonio, la verità; se impiegato, l'interesse pubblico! Voi dovete decantare i difetti di questi amici come virtù, e seguire il loro partito anche quando hanno torto. Alla loro presenza voi non potete dar lode al merito eminente di chi loro spiace, nè condannare la loro condotta allorché dalle leggi del giusto e dell' onesto si scostano. Comparisce un libro nuovo? Voi non dovete censurarne le nocive teorie, perché l'autore é loro amico, parente, conoscente od altro, ecc. In somma le pretensioni degli amici volgari, promosse da, affezioni private, non mai hanno per norma l'idea dell'utilità pubblica, e spesso direttamente le si oppongono. =* Cosi nella 3.ª edizione; nella 4.ª fu fatta sostituire (ed é facile vederne il motivo ) « emergenti » da affezioni private, si scostano dalla verità e dalla » giustizia, che sono la norma dell'uomo onesto ». Il secondo limite si trova paragonando il sacrifizio col vantaggio; allorché il sacrifizio, che vi richieggo, è maggiore del vantaggio che ne traggo, la mia dimanda é inurbana, e questa inurbanità si desume da quella maggioranza. Un fatto spiegherà meglio la mia idea. Francesco I re di Francia assisteva ad un combattimento di lioni che davasi nel suo serraglio. Una donna di corte lascia avvertentemente cadere dalla loggia, in cui trovavasi, il suo guanto nell'arena ove combattevano quelle fiere, e dice al cavaliere di Lorges, giovine bello, ben fatto e bravo: Se voi mi amate, come dite, andate a prendere il mio guarito. Il giovine discende di sangue freddo, raccoglie il guanto, risale, lo getta con disdegno in faccia alla dama, le volta le spalle, e non vuole più vederla. - La dama, per far parlare di lei e mostrare a qual segno era amata, aveva esposto a pericolo la vita del suo amico. In generale é indiscreto chi ricerca un servizio che reca più incomodi a chi lo eseguisce, che vantaggi a chi lo riceve. Montaigne vuole che tra gli amici il linguaggio sia franco e senza velo; che le parole colpiscano al segno che mira il pensiero: Tu sei uno stolto, tu sogni, tu deliri, e simili. » L'amicizia non é » abbastanza virile e forte, egli dice, se nelle » dispute si spiega con riservatezza e con timore; » giacchè, come dice Cicerone, non si può disputare » senza condannare il sentimento del proprio » avversario. Chi si oppone alle mie idee (segue » a dire Montaigne) punge la mia attenzione, » non eccita la mia collera; io vo incontro » a quello che m'instruisce contraddicendomi: la » causa della verità deve essere comune all'uno » e all'altro, e superiore alla vanità d'entrambi. » Io sono più fiero della vittoria che guadagno sopra » di me, quando mi piego alla forza delle regioni » che mi vengono opposte, che quando mi » riesce di vincere il mio avversario per la sua » debolezza ». Si può rispondere a Montaigne che il discorso, per essere franco, non è necessario che sia ingiurioso, e che la verità non perde alcun diritto quando è presentata con modi gentili. Voi dite che i triangoli d'un triangolo non sono uguali a due retti: io vi contraddico tosto e dimostro che dite un errore; ma aggiungerò io un solo grado di forza alla mia dimostrazione regalandovi il titolo di stolto? Questo titolo irrita il vostro amor proprio, ma non illumina il vostro intelletto. Invece di questo paragrafo, la 3.ª edizione ha quest'altro: » Tutti diranno in generale che Montaigne ha » ragione, ma nel caso pratico quasi tutti si mostreranno » più ligi agl'interessi della loro vanità » che agl'interessi dell'utile pubblico e del vero, » e per non sentirsi offesi nell' amor proprio rinuncieranno all'amicizia .»

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